martedì 30 novembre 2010

Un paese anarcoide


C'è un paese che è stato dominato per secoli dagli spagnoli, dove la partitocrazia è tentacolare, dove l'economia nera è il 20% del totale, dove il lavoro nero è accettato da un terzo della popolazione, dove secoli di dominazione straniera hanno creato diffidenza anarcoide verso regole e autorità e dove spesso per ottenere qualcosa bisogna conoscere il percorso giusto.
Non si tratta dell'Italia, almeno non questa volta, ma del Belgio come lo descrive un articolo dell'ultimo numero di Le Vif. Nell'articolo si elencano le 10 cose che ancora raccomunano, nonostante tutto, le due comunità nazionali. Ne faccio un rapido riassunto: 

1. Bruxelles.
Unico pezzo del Belgio bilingue. Le due etnie linguistiche sono mischiate e non ci sono quartieri francofoni e quartieri nerlandofoni. I suoi abitanti si sentono molto poco appartenenti a l'una o l'altra delle comunità del Belgio.

2. Una storia comune. 
Fiamminghi, valloni e brussellesi fanno parte dello stesso insieme politico da moltissimo tempo. Il Belgio coincide, Lussemburgo escluso, con la parte meridionale e cattolica degli antichi Paesi Bassi finita sotto la dominazione spagnola dopo la secessione protestante del nord (attuale Olanda) nel 1581.

3. Il mare del nord e le Ardenne.

4. La monarchia.

5. Merckx, Brel, Damien.

6. Una pletora di birre.

7. Un mattone sul ventre.
Che non è dovuto alle suddette birre e frites come sarebbe più che legittimo pensare. Si riferisce invece alla propensione di ogni belga a costruirsi la propria casa. Non necessariamente bella, ma spaziosa, profonda e massiccia.

8. Sicurezza sociale e debito.

..poi gli ultimi due punti. Decisamente i più interessanti

9. Partitocrazia.
Il Belgio detiene, con l'Italia, il più alto livello di partocrazia in Europa, dice l'articolo. La manomorta dei partiti sull'apparato statale resta un elemento di vera rassomiglianza tra le tre regioni.  Il PS è iperpresente in Vallonia. Nelle Fiandre le critiche verso la partitocrazia negli anni 90 hanno spinto i partiti a distanziarsi dalla società civile, nelle città. Nelle campagne, la CD & V (democrazia cristiana) rimane tentacolare.

10. Diffidenza verso l'autorità.
La società belga è attraversata da sottocorrenti anarchiche, vedi incivili. 
"Quando un olandese si trasferisce in Belgio il più grosso choc culturale che subisce è scoprire l'importanza delle filiere ufficiose. Per ottenere qualcosa bisogna conoscere il cammino".
"Avendo vissuto sotto dei sovrani venuti d'altrove, vediamo il potere come un corpo estraneo di cui diffidare piuttosto che come un organo della nazione".

Adesso si che finalmente mi inizio a sentire un po' più come a casa...

sabato 27 novembre 2010

Era ora!


Marchionne chiede lavoro flessibile. Bonanni risponde, e noi glielo daremo! (ieri, SkyTg24).
Qualcuno con le idee chiare era quello di cui c'era veramente bisogno.

Adesso sarà finalmente possibile:
-Decidere di andare a lavorare quando piove e non andarci col sole.
-Chiamare in ufficio di sabato e dire
'Oggi vengo perché ho il mutuo da pagare, quanto a domani mi riservo di farvi sapere'.
Oppure ...
'E' vero che sono le due di notte ma dato che non riesco a dormire tanto vale che venga proprio a lavorare. Mi guadagno un po' di straordinario notturno e non c'è manco traffico'.

-Si potrà restringere le vacanze quando si ha il conto in rosso ed espanderle nel caso opposto. Tipo: 'Ho appena ricevuto un lascito. Domani parto in viaggio per qualche mese nell'oceano indiano, in catamarano. Sarà mia premura informarvi della data del mio ritorno'.

E' quello che intendono, no?

domenica 21 novembre 2010

Le Christ

Pastrana, Spagna centrale
Nuovo corso quanto si vuole, ma l'exposée di 15 minuti su qualcosa di tipico del tuo paese (un romanzo, un film, un autore..) non te la toglie nessuno.
L'altro giorno è toccato a me. E l'argomento, vista la mia provenienza, non poteva essere che Carlo Levi e il suo romanzo (Le Christ s'est arreté à Eboli) conosciutissimo, tra l'altro, anche in Belgio.
Sono subito partito a razzo con un pomposissimo discorso sullo scrittore, sul romanzo, sul Cristo che simboleggia in questo caso la civilizzazione, sul fatto che tutti, e dico tutti, sono convinti che Eboli sia il luogo del romanzo, ambientato in realtà ad Aliano in Lucania. Gli racconto della questione meridionale, eternamente irrisolta. Gli parlo di un video del 1978 dove Francesco Rosi parla del suo nuovo Film a Cannes.
-Sono passati 50 è non è cambiato molto. I giovani devono ancora emigrare per lavorare, diceva il regista.
Io rilancio e di anni gliene aggiungo altri trenta. A beneficio di quelli che dicono che bisogna restare e lottare. Come no. Quelli che lo hanno fatto in passato sono già morti, figli e nipoti pure, e i loro pro-nipoti sono più di là che di qua.

Se Carlo Levi tornasse oggi non troverebbe la miseria di allora, continuo. Quello che invece è rimasto intatto al sud è il senso di isolamento. Ritroverebbe invece un sud popolato non da cittadini ma da sudditi che non hanno mai contato nulla. Un territorio al di fuori non solo dell'economia ma anche della storia e della politica. Il meglio e il peggio di quanto accaduto, il risorgimento, il fascismo, l'antifascismo, le lotte operaie, il terrorismo, le battaglie per i diritti civili, il craxismo, adesso leghismo e berlusconismo sono tutte cose avvenute a nord e vissute passivamente a sud.

Gli mostro poi una tabella che mostra le spaventose disparità a livello di PIL tra le regioni. A quel punto Fabienne, l'insegnate, che pensa alla crisi politica suo paese mi domanda:
-Ma nessuno da voi mette in discussione la solidarietà fiscale?
Ma va! Che ti viene in mente? Non ci ha veramente mai pensato nessuno.

Parlo allora della lega. Un partito xenofobo di estrema destra, dalla retorica separatista e razzista. Indossano camice verdi (ma allora sono fascisti!? qualcuno strabuzza), propongono l'affondamento delle barche degli immigrati. Racconto dell'episodio della scuola di Adro dove il simbolo di un partito, come nella Germania nazista, ha campeggiato dovunque, su banchi, vetri, insegne, in una scuola pubblica per un mese senza che nessuno battesse ciglio.
Quando poi faccio notare che fanno anche parte integrante della coalizione di governo l'incredulità diviene generale.
-No, allora voi state messi decisamente peggio, conclude Fabienne.
Sono contento di averla rincuorata.

All'uscita mi ferma Carmen. Mi chiede se sono veramente di Eboli. Con lo stesso tono come se stessimo parlando di San Francisco.
-Sai perchè te lo chiedo? Io sono di Pastrana!
-Sei di PAS-TRA-NA??!!
Pastrana è un paese di 6000 abitanti nel centro della Spagna con cui siamo gemellati da sempre. Ci lega la storia di una principessa spagnola del seicento.
-Ci sono venuta tre volte ad Eboli per il coro. Bel posto!
De gustibus.
-E comunque mi hai dato l'idea per la mia exposée, conclude. Parlerò de La princesa de Eboli!

venerdì 19 novembre 2010

Il Davide peloso e i due caimani


Hoy, 1994 - 2008
La rete ha due nuovi eroi. Entrambi piccoli e pelosi. I Tom & Jerry dell'era digitale. Si tratta dei protagonisti di due video che hanno recentemente spopolato su youtube.
Il primo è un criceto, ninja dicono, che da filo da torcere a due giovani russi. Due giganti cioè 100 volte più grandi di lui. Guardate qua.



Nel secondo video si vede un gatto. Ne avevo uno identico. Non sto dicendo che gli somiglia. Sto dicendo che è proprio lui reincarnato. Si trova di fronte un alligatore. Lo attacca e lo costringe a rientrare in acqua. Adesso di alligatori ne escono due. Non si sa mai contro questo spaventoso felino. Ma la musica non cambia, botte da orbi ed i due rettile che rientrano definitivamente in acqua per non farsi più vedere. Non è giornata, avranno pensato.



Ma allora perchè il PD ha paura di Berlusconi?

Un post directory

Bruxelles - centro storico

Da tempo avevo in mente di scrivere un post riepilogo di quanto fin'ora ho pubblicato sul blog. Il fine è quello di permettere a chi capiti da queste parti di trovare più rapidamente quanto cercato. Ho raggruppato i post ed ho individuato 7 categorie principali. Bruxelles, Belgio, Italiani in Belgio, Gli expats, Francese, Escursioni e Altri paesi, Fatti italiani.
Andiamo con ordine.

Bruxelles. Un primo gruppo di post, il più nutrito, riguarda come è ovvio Bruxelles. Una città di taglia media né troppo grande né troppo piccola che ospita sul suo territorio 2 comunità linguistiche e dove si parlano 150 lingue. Il luogo comune, Due anni a Bruxelles, Nous, on est brol,  15 mesi in sei foto sono i post che raccontano della città e della sua atmosfera internazionale. Si parla poi della sua vasta Offerta culturale, del suo metro (Gran metro brussels).
Il multiculturalismo non è poi sempre rose e fiori.  Spesso genera criminalità(cosa succede in città?), hooliganismo(Un episodio increscioso) e razzismo strisciante (Il razzismo degli ultimi arrivati). Basti pensare che il  il 25% dei residenti è di religione musulmana (vedi Eurabia 1 e 2). Di tutto questo si occupa, Les Barons, un film che racconta l'altra Bruxelles con il sorriso sulle labbra.

Belgio. E' la sezione in cui si parla del Belgio.  Un paese anarcoide, Costo della vita Fisco, mercato del lavoro (Il sole del nord, Il segreto belga della felicità), della crisi politica (La non nazione, aggiornamenti) . Il modo decisamente diverso in cui concepiscono la socializzazione e  rapporti umani (il vetro invisibile). I trasporti che sono buoni ma non sempre perfetti (la tragedia di Hal, tonalità d'autunno). Come vedono l'Italia e gli Italiani viene raccontato in un post su una trasmissione radiofonica a noi dedicata (vedi anche Vieni a ballare in "Pulia").
Discorso a parte merita il clima. Soprattutto la non-estate belga è un tema ricorrente in molti post (il bello delle non estate, ritorno alla non-estate).

Italiani in Belgio. La più grande comunità straniera in Belgio resta quella italiana.Ne La piccola Italia si spiega perché per certi versi a Bruxelles è possibile vivere come in Italia. C'è chi si trova bene (i PIGS e la sindrome), chi si trova male ( Cervello in fuga), chi sa come agire (le resto italien) e chi no. C'è chi continua qui le proprie battaglie politiche (il no Berlusconi day, Bruxelles).Gli italiani in Belgio restano perennemente in bilico tra nostalgia (l'ex nostalgico), dubbi e difficoltà d'integrazione (perché non è mai facile integrarsi in un altro posto).

Gli expats. L'Europa attira a Bruxelles anche un'altro tipo di immigrazione. Quella degli eurocrati e del lavoro qualificato. E' l'immigrazione generalmente giovane ed istruita. Sono gli expats e fanno vita a se stante, costruiscono e distruggono relazioni alla velocità della luce (il magico mondo degli expats). Parlano una lingua tutta loro, l'euroenglish, spesso non apprendono le lingue nazionali e legano poco con tutti gli altri (il rientro degli expats, trilinguismo alla brussellese)

Francese. Ovvero cronache dall'EPFC. Si tratta della popolare scuola di lingue dell'ULB. Per la sua quasi gratuità e l'atmosfera da liceo di paese è divenuta una di punto di riferimento per moltissimi giovani espatriati.(la cena dei PIGS, tonalità d'autunno, il nuovo corso, Le Christ). Non manca qualche consiglio per affrontare il francese (considerazioni sul francese).

Escursioni e Altri paesi. Il Belgio non sarà il migliore paese del mondo ma ha un grande vantaggio. In meno di due ore se ne è fuori, qualunque sia la rotta intrapresa: A volte bastano meno di 15 minuti. Allora tanto vale sfruttare la centralità geografica di Bruxelles per fare escursioni. In poco tempo si arriva in un'infinità di posti (Londra, Amsterdam, Anversa, Lille, Tournai, Leuven).

Fatti italiani. E per finire tutta una lunga serie di post su cose italiane. Politica, società, media e cavolate varie. Forse non avrebbero dovuto stare qua ma non mi è riuscito di non parlarne.

lunedì 8 novembre 2010

Il segreto belga della felicità




L'altro giorno mi è capitato sotto gli occhi un annuncio per l'assunzione di informatici del Delhaize, la catena di supermercati dove di solito faccio la spesa. Si richiede: 
...una conoscenza generale dei linguaggi di programmazione......(Cobol, .NET; MS SQL Server, databases, etc.).

Una conoscenza generale, dunque. Niente di più. Già me lo prefiguro il colloquio.
-Conosce Java? no, Java no. 
-.Net? nemmeno. 
-Basi dati? macché, si figuri. 
-Allora scelga lei, un argomento a piacere...
-Oggi vorrei parlarle del Cobol.
-Fantastico! Assunto!

Tutto molto bello finché non si passa alle competenze linguistiche. Perché è  lì che ci casca sistematicamente l'asino francofono. 
Voi siete trilingue, francese, olandese e inglese, recita sempre l'annuncio.  
Del resto è sempre così. Se viene domandato l'olandese le conoscenze richieste spesso sono all'acqua di rose. Se invece l'annuncio è in inglese o in francese fai prima a farti dare il nobel dell'informatica.

Lavorare al Delhaize sarebbe stato comunque bello, non fosse che per correggere la routine che decide i controlli casuali degli scanner (Sono degli aggeggi WiFi. Scannerizzi tu stesso il codice a barre del prodotto e paghi il conto a delle casse speciali. Qualche cliente di tanto in tanto viene controllato a campione).
-Grande cosa gli scanner, dicevo alla commessa qualche giorno fa mentre mi riconteggiava la spesa, ma se mi controllate ogni volta tanto vale che vada alla cassa normale.
-Guardi, le faccio pure risparmiare 5€. Aveva messo qualcosa di troppo. Mi risponde lei con l'espressione tipica di una convinta di avere dinanzi un gonzo.

Comunque, se conoscere l'olandese è il segreto belga della felicità, cosa di meglio si può pensare di fare in una mortifera domenica di metà novembre se non scellofanare il magnifico cofanetto Le néerlandais pour les nuls, con CD e libretto incluso?
Quando si studia una nuova lingua fondamentale è apprendere l'essenziale per sopravvivere.
Io ad esempio già so dire zonder uien, senza cipolle.

sabato 6 novembre 2010

Tonalità d'autunno, la vendetta




L'autunno si sa è la stagione delle tonalità cangianti. I bloggers diventano lirici e pubblicano foto (vedi me l'anno scorso). Gli alberi iniziano a scolorirsi dipingendo il paesaggio di contrasti cromatici incantevoli. Le foglie si staccano e volteggiano a lungo, leggiadre, prima di depositarsi dove capita.
Si insinuano in ogni dove, marciapiedi, strade, parchi, prati, cespugli, auto, binari delle ferrovie. Se poi qualche treno deraglia a causa della viscida poltiglia che si è creata fa parte delle cose.
Che poi ciò provochi il blocco del  traffico ferroviario nazionale per due giorni puó succedere. Lamentarsene significa veramente essere privi di slancio poetico. Bisogna essere aridi dentro come un cratere di un vulcano.

E' da paese del terzo mondo, sbraitava un giovane ieri al TG, uno le foglie morte a novembre se le può pure aspettare. Basta con la facile demagogia dell'antipolitica, rispondo. Diamogli una vacanza premio di un mese sul Potenza-Napoli.
SNBC dice che è colpa di Intrabel. Infrabel dice che è colpa di SNBC. Allora è entrata in azione una commissione per scoprire la verità. Non sarà facile. Si fa presto a dire foglie morte. Ma qui è un ecatombe. Non è normale. Per me è un complotto.