giovedì 29 settembre 2011

Fiscalità comparate

Galliani esterna profonda angoscia e turbamento interiore a causa dalla fiscalità spagnola

Nominare Pedro nell'altro post è stato un po' come risvegliare una qualche entità paranormale. O magari, peggio ancora, mi legge. Sta di fatto che l'altro giorno al corso è andato in scena una sorta di Pedro show.

-Forte sto niveau 11! Nei corsi iniziali c'era qualche tedesco, qualche ungherese ed un sacco di italiani. Guardate adesso, tutti spagnoli! Questo spirito competitivo mi inorgoglisce. Siamo campioni nel basket, nel calcio. Fosse lo stesso in economia sarebbe fantastico!
Decido di restare in tema di investimenti oculati per rilanciare l'economia.
(i) I 70 milioni del Real per Mister Pubalgia (Kakà).
(ii)Ibra comprato dal Barça a 75 milioni dall'Inter e  rivenduto a 25 al Milan.

Si parla della legge spagnola che riduce le tasse ai calciatori, trovata degna del miglior Keynes.
Si attendevano l'arrivo in  massa di talenti. Sono arrivati sciancati dal campionato italiano.

-Devono aver copiato l'idea da Berlusconi, mi risponde, con quella legge per favorire il Milan.
Si riferisce al decreto spalma debiti. In effetti, di quella legge della vergogna in realtà me ne ero scordato. Del resto come si fa a ricordarle tutte? Si fa prima a mandare a memoria la Treccani. E' più semplice passare Anatomia a medicina, o Diritto Commerciale a economia.

No, sfidare il nemico in campo aperto non serve. La lotta é troppo sbilanciata. Decido di adottare una tecnica da guerriglia. Stare nascosti dietro un cespuglio e attaccare all'improvviso. Qualche amenità su MouFrinho quando se ne presenta l'occasione, qualche battutaccia quando qualche spagnolo cerca di farsi spiegare per la diciottesima volta cosa realmente significa in francese il verbo SUBIR. E, fondamentale, fare finta di copiare appunti se viene pronunciata la parola Berlusconi.

Sono stato presentato di recente a qualcuno come un italiano atipico.
In questi casi c'è sempre da decidere se offendersi, per i truci cliché sugli italiani, o di rallegrarsi per essersene evitata l'attribuzione.
Questa volta il bicchiere mezzo pieno ho deciso di portarmelo a casa. Avevo anche sete.

domenica 25 settembre 2011

Bruxelles propreté

Io il debito pubblico lo ripianerei cosí

L'altro giorno a Place du Luxembourg campeggiava questo cartellone. Era posizionato sull'aiuola al centro della piazza che di mattina, specie il venerdì, è tapezzata dai rifiuti della sera precedente. L'aperitivo del giovedì sera nei bar circostanti è un cult bruxellese e questa piazza è il ritrovo abituale di molti dei dipendenti delle varie istituzioni europee.
-E' meglio non andarci, diceva qualcuno. E' solo una competizione a chi guadagna di più.
Provo a spiegare come funziona con un esempio. Arriva uno e dice, io sono assistente e guadagno 3000€ al mese. E butta sul prato un bicchiere di plastica.
-E io sono funzionario, e ne guadagno 5000! interviene un altro. Si è guadagnato a quel punto il diritto a gettare per lo meno una lattina. Infine arriva quello che fa l'amministratore e ne guadagna 7000. Ecco, quello ha facoltà rovesciare l'intero bidone dei rifiuti con tutti gli altri intorno che gli fanno 'Non ci posso credere!'

Quanto più aumenta la concentrazione intellettuale del luogo, tanto più grande è la quantità di monnezza che Bruxelles Propreté deve raccogliere il giorno dopo. La si può calcolare con un algoritmo.

Anche due giorni fa la piazza era un immondezzaio. Stavolta però gli eurocrati non c'entravano. Erano stati gli stessi netturbini bruxellesi a mettere a ferro e fuoco l'area. Protestavano contro il decreto che trasferisce i servizi di raccolta dalla regione ai comuni. Fino ad ora gli addetti della regione spazzavano la strada, e quelli dei comuni il marciapiede. In mezzo, a sandwich, una zona grigia di rifiuti non raccolti. Da qui la riforma.

Ma chi vi a detto che ci saranno riduzioni di personale o perdita di diritti? ha fatto sapere il presidente della regione. Ce lo potevate dire prima, hanno riposto i manifestanti e se ne sono andati.
Qua funziona così, quando c'è un contenzioso sindacale prima scassano tutto a titolo precauzionale, come per preparare il terreno. E poi iniziano a discutere.

Paradossalmente questa foto è stata scattata quando il livello di sporcizia dell'aiuola era equivalente a quello esecrato dal cartellone. Quasi. Ad occhio e croce la performance degli eurocrati rimane insuperata.

giovedì 22 settembre 2011

La rentrée

Benidorm - Costa blanca
Sono al supermercato. Mi é stato detto di comprare non so cosa dell'Omino bianco. Prendo un liquido per la lana.
-Doveva essere lo sbiancante!!
-Ma perché la lana non si deve sbiancare?
Rivado il giorno dopo e ritorno con l'ammorbidente. Ammorbidente e sbiancante, saranno sinonimi penso. Campa cavallo. Rivado ancora, questa volta a botta sicura. Fermo perfino una signora per farmelo confermare. Anche lei ne è certa, è il blanchissant quello che mi serve. Torno a casa con aria di trionfo.
-Se intendi acquistare tutta la produzione dell'omino bianco esistente in città prima che si possa mettere su la lavatrice fai pure. Dammi solo il tempo di passare in banca per il mutuo.

A proposito di acquisti mirati. E' sempre bello presentarsi il primo giorno del corso di francese ed essere il solo ad avere il nuovo testo. Niente di più facile che comprarlo su Amazon. Non come l'anno scorso dove ho dovuto girare tutte le librerie del centro per settimane. Questa volta no, pagamento, spedizione, consegna. Tre giorni e Alter Ego 5 é sul mio tavolo scintillante e pronto per l'uso.

Il corso è magnifico. L'insegnate è straordinaria. E' la terza di fila in grado di individuare Eboli sulla carta geografica, senza sbagliare la latitudine e forse neanche la longitudine. E siamo solo a 80 km da Napoli! (vedi copia copiassa)
-Eh, si, è pure nel titolo di un famoso romanzo (vedi Le Christ). E poi la costiera amalfitana, che posti, che clima, che cibo...
Che é una donna eccezionale lo conferma due minuti dopo.
-E tu Pedro? vieni da Benidorm? Ah guarda, non so perché sia cosi popolare in Belgio. Un non eccelso esempio di turismo industriale fatto di speculazione e cemento.
Godo come un muflone in calore. Pedro è quello che ha passato l'estate a sfiatare i marroni all'umanità per aver preso sette punti in più al livello precedente.

Ci dice tutto sul corso, date, regole, festività. 
-Scusi e il testo?
-Testo? Quale testo? A questo punto della grammatica dovreste sapere già tutto.
Tutti si guardano intorno.
-Considerate questo corso come una specie di ripasso generale per l'esamone finale.
E non si dica che il mio contributo all'economia io non stia provando a darlo.

domenica 18 settembre 2011

Do ut des

Minatori italiani in Belgio
A quanto pare la ricreazione sta per finire. L'accordo per il nuovo governo belga sembra essere alla viste. Elio di Rupo, facendo sapientemente prospettare, con la collaborazione del re, un imminenente collasso istituzionale, è riuscito alla fine a mettere d'accordo gli otto partiti al tavolo di negoziazione sullo scioglimento del distretto BHV (vedi La non nazione). Era il punto più controverso. Ora la strada sembra in discesa.

Non che stare senza governo fosse poi così male, anzi (Belgio, senza governo è meglio). Senza nessuno che vuole tagliare salari e pensioni, nessun salvataggio miliardario di compagnie aree decotte, per tutelare qualche clientela governativa. Niente tagli di imposte senza copertura, niente leggi bavaglio e decreti salva ladri, niente scudi per mafiosi ed evasori, niente miliardi buttati via per trafori inutili e ponti sulla carta.
Tant'è vero che nel frattempo il PIL belga è cresciuto del 2,4%, ben al di sopra della media europea.
Altro che! A farselo un annetto senza governo. Una pacchia come per un ginnasiale quando si ammala il professore di greco.

-Ma voi non capite! diceva Fabienne disperata al corso al cospetto di una classe che se ne fotteva bellamente. E' il paese che è a rischio. Anche i vostri salari, le vostre pensioni, la sicurezza sociale...
L'ho rivista l'altro giorno.
-Allora avremo un governo, le ho detto
-Non ci posso credere! Dobbiamo tutto ad un italiano, diceva con le lacrime agli occhi. Un italiano, settimo nato di poveri minatori, ha salvato il paese.

Ok. Toccante è toccante. Che stia finendo a tarallucci e birra fa piacere a tutti. Però anche noi saremmo un tantinello immersi in materiale organico di colore marrone che non è cioccolato. Ricambiare no? Adesso ce lo mandassero loro qualcuno capace di salvarci il posteriore.

giovedì 15 settembre 2011

Tempi andati

Gibilterra - gennaio 2008

Sono a pranzo con Babis.
-Quello fu il giorno più brutto della mia vita!
Si riferisce al primo giorno a Bruxelles, nel 2008. In pratica arrivammo insieme.
Mi riviene in mente quella prima uscita con i suoi colleghi del corso introduttivo, in una scura giornata invernale, con cielo basso e pioggerellina fitta, reduce da uno splendido gennaio andaluso. La tetraggine di un pub irlandese a Shuman faceva da cornice ai discorsi su case da cercare, appartamenti da vistare e burocrazia.
-Che tempi. Sospiro.
-Ma guarda che tra tre anni dirai lo stesso di oggi. Il sarcasmo su Babis ha lo stesso effetto dell'acqua sulle rocce. Vorrà dire che lo rincontrerò tra tre anni per celebrare i tempi gloriosi in cui ci strafocavamo a mensa a botta di frites e steak seignant.
Babis nel frattempo su Bruxelles ha cambiato idea. Adesso dice di trovarcisi bene. Con così tante persone da paesi diversi, e una folta comunità di expats non é difficile sentirsi integrati.

-Si ma il francese non ce l'ho fatta ad impararlo, confessa. Tanto non serve!
Decido di autoflaggellarmi sotto il tavolo a forchettate sui polpacci.
-Ma si, è vero, insiste. Se ad esempio domando ad un poliziotto delle informazioni in tedesco, quello capisce. E mi risponde pure. No, no, il francese non serve proprio.
Ormai è certo, vivo in un universo parallelo, generato ad un elaboratore, in cui invece serve (vedi triliguismo alla brussellese). Me l'avessero data prima la pillola rossa, mi sarei evitato, tra l'altro, tutta questa sfilza di corsi all'EPFC che già non se ne può più.

-C'è una cosa che mi sono sempre chiesto, conclude. Ma come faceva invece Ciro a parlarlo così bene e in così poco tempo?
-Parlava italiano e tu non lo sapevi, Babis.
Saluti e baci e arrivederci al 2014.

domenica 11 settembre 2011

Beata innocenza


Scendo per lo jogging e incontro nel portone la vicina francese del piano di sotto con la figlia di quattro mesi.
-Salut, comment ça va? Dico sorridendo alla bimba.
-Parlale pure in italiano, mi risponde la madre. Il padre infatti è calabrese. Riformulo la domanda nella lingua di Dante. A quel punto la bimba si illumina, letteralmente. Ride col viso e con gli occhi. Arriva in quel momento una delle veterane dello stabile. E' inviperita per le, non poche, nefandezze dei condomini.
Venite! dovete vedere con i vostri occhi! Ci conduce negli scantinati. Lo spettacolo non è bellissimo.  Bidoni della differenziata non svuotati, incombranti lasciati nei posti sbagliati. Ha ormai il colorito del grande puffo. Manca il portiere una settimana e guardate che indecenza!
A quel punto si verifica una sorta di meccanismo emozionale simile ai vasi comunicanti. Più la vegliarda si contorce per l'ira, più la poppante irradia felicità da tutti i pori. E questo per aver udito 'ciao come stai?' nella lingua del padre.

Li saluto e ripenso all'episodio durante la corsa. Belgio, Francia e Italia. Ben tre paesi tra cui optare. E quella che ti sceglie? l'Italia. Come si dirà ritenta sarai più fortunata in lingua neonatale?
E lasciamo stare i 30000€ di debito pubblico in testa ad ogni nuovo nato. Troppo difficile da capire. E poi se uno vuole appartenere al paese di Leonardo e Michelangelo non starà mica a contare i centesimi. Fuori i quattrini e poche storie.

Io però, al posto suo, il mio tempo per rifletterci me lo prenderei lo stesso. Magari tra vent'anni l'Italia sarà un paese modello (campa cavallo). Ma or ora, in questo preciso momento,...per riformulare l'idea in una forma facile a comprendere per una mocciosa, l'Italia è un po', come dire, nella puh, puh.
Lattante avvertita...

giovedì 8 settembre 2011

Carboneria ai tempi di internet

Concerto rock polacco all'euro parlamemento - vai al video
Bruxelles per certi versi è come una città italiana per gli italiani, spagnola per gli spagnoli. Belga per i belgi? Adesso non  esageriamo.
Quel che certo è che è polacca per i polacchi. Li inizio a temere questi polacchi. Fanno comunità in modo cosi compatto e coeso da fare invidia a una falange macedone.

Non so in quanti hanno mai sentito parlare della famigerata lista polacca. Io moltissimo. Si tratta di un gruppo yahoo ad accesso limitato. Devi essere polacco, e fin qui ci siamo (e comunque ti voglio a capirci qualcosa sulla mailing list polacca se non lo sei). Ma non basta. Devi anche lavorare per la UE. Insomma devi essere anche alto, in senso metaforico, e nobile. A quel punto hai tutti requisiti per accedere a questa specie di fantastico mondo di Amelie all'aroma di kiubasa.

La lista é una fonte inesauribile di notizie e di interscambi. Questo ristorante? Non ci andare! è stato criticato sulla lista polacca. E quel notaio? Te lo consiglio, ha ottime referenze sulla lista polacca. E cosi via..

-Ma scusa ma non può essere che uno ti suggerisce un ristorante perché magari è gestito dalla nonna? Dovete capirmi, venendo dal paese da cui provengo questo tipo di domande fuori luogo mi vengono spontanee.
-Nonono, se uno lo facesse si squalificherebbe  automaticamente. Perderebbe ogni credibilità.
Nessuno oserebbe fare una tale bassezza ai connazionali che tanto soffrono lontani dall'amata patria. Per farla breve, sta caspita di lista è considerata, per chi vi è iscritto, più attendibile del Vangelo secondo Luca.

Non so se a Bruxelles ne hanno piena coscienza, ma scontentare anche un solo membro significa bruciarsi la possibilità di fare affare con tutti gli altri, per sempre.
Quanto agli italiani, non mi risulta esista nulla di lontanamente simile, e correggetemi se sbaglio. E comunque l'equivalente italiano non potrebbe mai funzionare. Per i localismi da contrada che tutti conoscono, e soprattutto per la assoluta mancanza di fiducia reciproca. Del tutto giustificabile visto come è ridotto il paese.

domenica 4 settembre 2011

Trilinguismo alla brussellese

Idraulico polacco festeggia il superamento del DALF - esame francese livello C2
L'altro giorno all'ingresso della piscina c'era un po' di coda.  L'addetta è impegnata al telefono. Qualcuno dall'altro capo le sta chiedendo informazioni, su prezzi, orari, etc. La conversazione è in inglese. La ragazza soffre visibilmente. Getta un'occhiata alla coda, come a dire guardate che mi sta capitando, siate comprensivi. Riaggancia il telefono, sfinita ma felice. Davanti c'è un operaio lì per dei lavori.
-Eh, è la difficoltà dello mestiere, sospira compenetrato. Se non ci fosse il vetro le darebbe il cinque e una pacca sulla spalla.

Penso a quanto devono essere popolari quelli che giudicano l'apprendimento delle lingue locali superfluo. L'inglese basta e avanza, si sente dire. Si, in Nuova Zelanda.
Certo,  Bruxelles viene spesso spacciata come città trilingue. In realtà significa solo che, di tanto in tanto,  le istruzioni del metro vengono date in tre versioni differenti. L'inglese è una lingua straniera come dovunque, paesi anglofoni esclusi. Può bastare per sopravvivere, ma  non di più. In genere lo parla una fascia limitata della popolazione, per lo più giovane, con un livello elevato d'istruzione. E in ogni caso costa sforzo ed imporre un sacrificio a qualcuno non ti rende mai popolare.

Hai voglia quanto ti è utile l'inglese quando ti chiama a telefono quel burino dello spedizioniere della Dachsel (piccola divagazione, fai lo spedizioniere, la consegna me la fai pagare 60€ e mi devi pure chiamare per sapere come arrivare dove abito?). O quando la signora dai capelli bianchi, che dice di avere quattro volte vent'anni, ti vuole raccontare qualche storiella sul passato dell'edificio in cui vivi e di cui lei è la memoria storica. Per non parlare della miniera di informazioni utili che sono i media locali.
Per giunta in città esiste una specie di addizionale IVA, una sorta di tassa occulta, applicata a chi pretende di parlare solo inglese. Un falegname che si prende la briga di studiare l'inglese non lo fa di certo per il piacere di apprendere che tempo fa nel tuo paese. Sa che non sei in grado di chiamare un suo collega, magari più bravo ed più economico ma monolingue, e ne trae vantaggio.Vi ho raccontato, ad esempio, di quel tizio finito nelle grinfie di un contabile scadente solo perché parlava inglese?  Mi sa di si (vedi Tasse belghe).

Poi magari parli il francese di Zola e ti serve un idraulico bravo. Ecco, lì hai perso tempo. Sono tutti polacchi. La vita è dura, lo so.

giovedì 1 settembre 2011

Copia copiassa

Bienvenue chez les Ch'tis
Ho visto di recente Benvenuti al Sud. Tanto per cominciare è la copia conforme di, Bienvenue chez les ch'tis, film che ha spopolato in Francia qualche anno fa. Le battute, i dialoghi, le situazioni. Tutto replicato per filo e per segno.
A questo punto, per migliorare le cose, potrei cercarmi un blog francese di successo e copiarne pari pari i post. Non so, magari funziona.

La storia si svolge a Santa Maria di Castellabate nel Cilento. Chi non conosce le zone, guardando il film, si fa l'idea che sia una specie di quartiere periferico di Napoli. Santa Maria peró dista da Napoli 123 chilometri.  Applicando la stessa logica Parma sarebbe 'vicino' Milano e Bellagio ne é quasi un sobborgo.
Ovviamente non c'è niente di più diverso che Cilento e area urbana partenopea. Ma nel film se ne guardano bene dal farlo capire. Espandere più che si puó i cliché più truculenti su Napoli e i Napoletani facilita certamente il marketing della pellicola.

Ricordo di quando a Milano mi trovai a condividere casa con tre personaggi provenienti da Lecce. Anzi da paesucoli in provincia di Lecce, per l'esattezza.
-Voi a Napoli non vi lavate, ah, ah, ah, provava a sfottermi uno.
-Puó essere pure che non ci laviamo lo stesso, ma sarei della provincia di Salerno. Cercavo di fargli vanamente compredere.
-A voi Napoletani vi odiamo in Salento, continuava imperterrito. Non ci venire mai!
E alla fine veramente non ci sono mai andato. Ma solo per fare posto alle centinaia di Belgi che ho convinto a trascorrere le vacanze in Puglia (vedi Vieni a ballare in Pulia).
Ogni tanto ascoltavo uno di questi parlare a telefono con la nonna.
-Statti accurtu au napuletanu (cioé io)!
-Ma no è un bravo ragazzo.
-No, no statti acurtu, figgiu miu!!
All'epoca in provincia di Lecce ci doveva essere un qualche incentivo economico a trasferirsi al nord per le menti più illuminate.
Da quel momento sentirmi ripetere l'equazione campano=napoletano funziona per me come una sorta di ISC (indicatore sintetico di cretineria). Molto utile quando ci si trova in a dover stabilire in tempi brevi se si è in presenza di un fesso.

E comunque Bisio e compagnia vanno ringraziati di cuore. Hanno fornito un insegnamento di grande importanza, soprattutto per i ragazzi: copiare è molto meno facile di quanto si pensi.
Quanto a coloro che invece abitano in un raggio di 123 chilometri dalla cuglia del Duomo su cui poggia la Madunnina....beh, quelli li proclamo ufficialmente Milanesi.