lunedì 28 febbraio 2011

Credevo fosse una capitale invece era solo un quadrivio di campagna....


Attendiamo il bus alla fermata per andare al party di Erik.
- Ma veramente Erik ha 25 anni? Dai, sembra più vecchio....
Una ragazza vestita di scuro si accorge della conversazione in inglese e getta un'occhiata. Continuiamo imperterriti.
-..ma no, non è depressivo e solo che non si capisce mai se è serio o se scherza.

Arrivati da Erik non facciamo a tempo a fargli gli auguri e dargli il regalo che suona il campanello. Entra la ragazza della fermata. E' una sua collega d'ufficio.

la serata comunque fila via liscia. Le domande sono quelle classiche dei party brussellesi. Da dove vieni? Da quanto tempo sei a Bruxelles? Che lavoro fai? Come conosci il padrone di casa?
Si potrebbe standardizzarle in un formulario precompilato all'entrata.
La gente è simpatica. Ci sono due che parlano in Italiano. Il primo è di Trento. Domando, per induzione, al secondo se è anche lui di Trento. Mi ride in faccia.
-Ma no! Sono di Fiume! Nessuno di noi due è italiano.
-Siamo austroungarici! ridono a crepapelle.
Austroungarici......
II croato dice di non essere mai stato a sud di Roma in vita sua. Parla con tono molto allegro e scherzoso. Chiede poi all'amico da quando mi conosce. Da mezz'ora risponde l'altro.
-Allora mi fermo qua, conclude.
Mi vengono in mente i milioni di morti della prima guerra mondiale.

Magari, lasciarli dove stavano, non si poteva? Penso tra me. Sempre in tono molto allegro e scherzoso, ci mancherebbe.

domenica 27 febbraio 2011

A proposito di consigli dati in buona fede


Da sempre fioccano i suggerimenti all'opposizione su come andrebbe contrastato Berlusconi. Non bisogna parlare di televisioni, ti dicono. Alla gente non frega. Non bisogna rinfacciargli la sua iscrizione alla P2. Si fa il suo gioco! Non bisogna far menzione dei suoi legami con la mafia. Se no fa la vittima! Guai a parlare dei suoi scandali sessuali e soprattutto, mai e poi mai usare la via giudiziaria! Berlusconi va sconfitto politicamente!
Mi sorge un dubbio. Non è che magari chi parla così fa il tifo per il nano dato ne sta ripetendo pappagallescamente le tesi?

Ora, tutto mi sarei immaginato tranne che i tifosi di berlusconi potessero essere animati da cotanto spirito decoubertiano nei confronti dell'opposizione.

Visto che è cosí vorrei allora provare a fare lo stesso con gli avversari calcistici di sempre, gli interisti. Segue qualche consiglio per battere il Milan nel prossimo derby. Ad esempio è scemo schierare la formazione titolare. Non siate banali. Il solito conformismo neroazzurro che non vi porta da nessuna parte. Perché non usare invece la primavera? Certo sono ancora in erba ma sai come corrono?
La primavera non vi convince? Allora schierate le vecchie glorie! Zenga, Bergomi, Ferri...Altobelli. Saranno statici e avranno la panza però vuoi mettere l'esperienza? Vittoria certa con almeno tre gol di scarto.

Interisti, credetemi, per vincere il derby dovete allargare i vostri angusti orizzonti.

Aggiornamento postumo 02/05/2011: Milan-Inter 3-0,  Io le dritte gliele avevo date. Se quelli so de coccio che ci devo fare....  

venerdì 25 febbraio 2011

Inquietudini spagnole

Il nuovo corso di francese è composto quasi interamente da spagnoli. Frequento più spagnoli ora di quando ero in Spagna. Paradossi di Bruxelles. Sebbene il mio castigliano inizi ad arruginirsi non mi sfugge molto delle loro angosciate conversazioni sulla situazione economica del paese.

La mia esperienza spagnola durò poco ma ne serbo un buon ricordo. La Spagna, specie dove abitai, ricorda molto il meridione italiano, nel clima, nella cucina, nello stile di vita. Ma non ne ha gli eccessi. La politica è meno corrotta. Le infrastutture modernizzate o in fase di modernizzazione. Buona cultura dell'accoglienza e sufficienti capacità imprenditoriali sono bastate a trasformare i flussi turistici in un'autentica gallina delle uova d'oro. Gli spagnoli mi sembrarono meno angosciati degli italiani, e più diretti nei rapporti umani. In breve più felici.

Quando però si parla di lavoro allora la musica cambia. Anche nel 2007, all'apice del boom, non è che il mercato fosse così florido. Già allora i media erano pieni di articoli sulle difficoltà ad essere assunti a condizioni corrispondenti al proprio livello di studi (vedi una generazione di milleuristi). Nemmeno allora era così semplice riuscire a trovare condizioni lavorative migliori di quelle italiane.

Adesso però, sulla base di quanto mi dicono, la situazione è divenuta drammatica. Si salta di contratto, in contratto. Pianificarsi l'esistenza e fare programmi è diventa una pura utopia. Le aziende se ne approfittano e vanno ben aldilà di quanto la crisi renderebbe necessario. Raccontavano di un'azienda che ha eliminato un'intero ufficio dopo aver saputo della gravidanza di una delle impiegate.
Le conquiste sociali e i miglioramente nei rapporti sindacali degli ultimi anni vengono ridimensionati o ri messi in discussione.

L'altro giorno nella lezione al corso si parlava di come scrivere una lettera formale ad un datore di lavoro. Nell'esempio riportato nel testo, una donna scriveva al suo datore di lavoro per sollecitare il pagamento degli straordinari. Questa persona oggi in Spagna sarebbe stata spacciata, ha commentato qualcuno.


Questi sono i discorsi che si ascoltano nei corridoi dell'EPFC. Se  è realtà o esagerazione non sono in grado di dirvelo.

martedì 22 febbraio 2011

Cattiva coscienza

Berlusconi bacia le mani di Gheddafi



Un anno fa il governo regionale vallone concesse ad un'azienda belga l'autorizzazione alla vendita di una grossa partita di armi al regime libico. Adesso la polemica infuria. Come fa il governo ad essere certo del fatto che queste armi ora non vengono utilizzate dal regime per reprimere la sollevazione, si chiedono in molti.
La risposta del ministro delle finanze è candida. In base al contratto, dice, possono essere utilizzate solo ed esclusivamente per proteggere gli aiuti umanitari in Darfour. Altrimenti la Libia rischia dure sanzioni ed il ripristino dell'embargo.
E questo basta a fermare questo macellaio che bombarda i manifestanti con i jet militari? risponde uno degli Ecolo.
Ora che l'Europa, Italia in primafila, abbia la coscienza sporca è fuor di dubbio. Stendiamo un velo pietoso su  Berlusconi e il suo baciamano. Del resto l'indecente complicità italiana con i dittatori nord-africani è di vecchia data. Come ricordava Travaglio ieri, Ben Ali al potere in Tunisia ci è arrivato grazie ad un colpo di stato sostenuto da Andreotti e Craxi.
Nel 1980 il governo Cossiga fece consegnare dal Sismi ai servizi segreti libici una lista contenente nome ed indirizzo di 23 dissidenti libici residenti in Italia. Furono assassinati uno per uno.

Se questo soni i precedenti non ci si puó attendere molto di più da una mezza tacca quale è Frattini ogni volta che si prensenta qua dietro (vedi la  "schizofrenia di Rue Froissart" ) alle riunioni europee.

lunedì 21 febbraio 2011

Benigni e i complessi italici

Leggevo il post in cui Andima in si lamenta dell'uso eccessivo che Benigni ha fatto di superlativi, espressioni enfatiche, iperboli retoriche nel suo monologo di San Remo su risorgimento, inno italiano, e storia nazionale
Di primo acchito anch'io ho avuto la stessa impressione. Ho il sospetto peró che l'errore, per noi espatriati, viene dal confondere il monologo di Benigni con la lamentazio dei tanti italiani all'estero. Questi ultimi lodano cucina, arte e clima nazionali a cui contrappongono il supposto grigiore dei paesi ospitanti. Ma  questo tipo di vanterie nazionalistiche sono solo la classica foglia di fico che copre inconfessati ma evidenti complessi di inferiorità. Proprio come coloro che si autoelogiano, non per genuina fiducia in se stessi, ma solo ed esclusivamente per esorcizzare le proprie insicurezze.

Secondo me Benigni ha deliberatamente scelto i toni che ha usato. Ma non per un vuoto esercizio di sciovinismo come può essere sembrato.  Forse ha individuato nel latente complesso di inferiorità il vero male oscuro del paese. Chi non crede in se stesso sviluppa un approccio fatalistico. Perde motivazione. Rassegnazione e depressione sono dietro l'angolo. E' stato sempre così e così sempre sarà . Quante volte anche nei blog abbiamo letto frasi di questo tipo?

Per questo Benigni è stato bravo. Enfatizzare quanto di meglio c'è stato nella storia nazionale, trascurando il peggio diviene una scelta brillantemente studiata. Significa lanciare un messaggio ben preciso. Se tanto di buono abbiamo nel nostro passato, allora perché rassegnarsi a questo presente e al futuro che ci aspetta. No, abbiamo tutte le carte in regola per sperare in meglio.

Enzo Biagi fu cacciato dalla Rai per aver dato 5 minuti a Benigni nel suo programma. La qual cosa, a detta dello stesso Berlusconi, gli costó un milione di voti. Alla faccia di quelli che dicono che la TV non conta.
Credo che la sinistra abbia molto da imparare da Robero Benigni.

ps. Forse la missione vera di Luca e Paolo era quella di far fare a Benigni bella figura. Se è così allora tutto torna.

sabato 19 febbraio 2011

La riforma del post breve

Detta anche la riforma del post discount, ossia 3 post al prezzo di 1.
Il problema da risolvere è quello tragico dell'incontinenza dei post. Parti che vuoi scrivere dieci righe, poi ci aggiungi una frase, poi un pensiero, poi ti viene un'idea dell'ultimo minuto. Risultato, il solito post lenzuolo che non leggerà mai nessuno, nemmeno i parenti. Anzi soprattutto loro non lo leggeranno. Per cui ho preso una risoluzione apparentemente drastica.
O il post è completo in 30 minuti o muore. Proprio come la riforma del processo breve del governo. Tot di tempo e se si sgarra di un secondo il processo è kaputt. Anche se si è proprio alla fine 'In nome del popolo italiano dichiaro l'imputato....' Alt! fine! tempo scaduto. Ma come? Era un pedofilo, stragista, stupratore colluso con la Ndrangheta...Niente da fare, tempo scaduto, liberi tutti.
Ecco la riforma del post breve sarà esattamente cosí. Allo scoccare del ventinovesimo minuto il post è tenuto a prendere una decisione. O rete, o cestino.
Puó sembrare troppo drastico. Ma non c'è alternativa. Ai  post se gli dai un dito, poi si prendono tutta la mano. No, no, vanno abituati sin da piccoli a fare le cose nel tempo assegnatogli.

Quanti minuti sono passati? 28...ok. E' ora. Certo che peró è dura da applicare questa riforma il sabato mattina quando ti rompono le scatole ogni tre minuti ...

giovedì 17 febbraio 2011

Todos caballeros




Se i due pezzi di Paolo e Luca sono il meglio che si è visto a San Remo, chi sa che chiavica putrescente deve essere stato tutto il resto.

Nel primo pezzo ci sono Fini e Berlusconi. Io sputtano te, tu sputtani me. Abbiamo tutti i nostri piccoli peccatucci. Io vado con la mignotta, tu vai col trans. Che sarà? Stiamo veramente a sottilizzare? Guarda caso è la linea ufficiale del regime. Todos caballeros. Una foto di Vendola di trent'anni fa per loro equivale a riempire parlamento, governo e consigli regionali di bagasce.
Ovviamente la procura di Milano sarebbe stata imbeccata da Fini che gli avrebbe passato le intercettazioni. Ergo, messaggio sottile, utilizzata da un politico contro il suo nemico. Altro bel cavallo di battaglia della propaganda.
Il colmo è che questa paccottiglia è stata spacciata per satira di sinistra antiberlusconiana.

Per cui il giorno, per par condicio, si sono sentiti autorizzati a fare un pezzo su Saviano e Santoro, in cui in sostanza Saviano viene accusato di dire banalità. Verrebbe da chiedere a questi poveri mentecatti per quale ragione allora i casalesi lo hanno condannato a morte e vive sotto scorta. Temo sia tempo perso.
Poi se la pigliano con Santoro che farebbe secondo loro la vittima. Peccato che Santoro sia stato realmente cacciato dal video per tre anni in seguito all'indegno editto bulgaro. Per essere reintegrato poi, ma non per grazia ricevuta, ma per una sentenza del tribunale che il regime ha fatto di tutto per ribaltare, vedi inchiesta di Trani.
E' sottintenso poi che avere una intervistatrice dal volto carino nel programma è anch'essa una magagna. Equivalente, stai a vedere, a quanto stiamo vedendo sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo.

Complimenti a Paolo e Luca. Un bel esempio di brillantissima satira di regime abilmente venduta peró come antiberlusconiana. Del resto Le Iene non vanno in onda su Mediaset?

mercoledì 16 febbraio 2011

Hooligans al volante

 
Qualche giorno fa di ritorno dalla piscina vediamo il bus della STIB appropinquarsi. Essendo a pochi metri dalla fermata gli facciamo segno e ci affrettiamo. L'autobus è vuoto. Quello ci guarda e tira dritto. Due giorni dopo la scena si ripete al capolinea del 63. Ci avviciniamo, quando stiamo per salire le porte porte si chiudono ed il bus parte.

C'è molto da lamertarsi dei conduttori di bus e metro brussellesi. Capita non di rado di vedersi sballottatti da una parte all'altra del vagone per effetto di una frenata brusca ed ingiustificata. Una volta uno di questi chiuse le porte e ripartí quando più della  metà dei passeggeri in attesa non aveva fatto ancora a tempo a salire.
Per non parlare dei conduttori degli autobus. Accellerazioni eccessive, frenate improvvise e curve spericolate sono all'ordine del giorno.

Ieri Bruxelles è stata bloccata da uno sciopero selvaggio ed improvviso dei conducenti STIB. La giornata é trascorsa senza tram, bus e metro con traffico letteralmente impazzito. Il motivo della protesta è stata l'aggressione subita da uno di loro la sera prima alla fermata Roi Baudouin. Nel video peró, secondo la radio, si vedrebbe il conducente colpire per primo il passeggero che a fine corsa gli si era avvicinato.

Il problema delle aggressioni in quel pezzo di metro è serio (vedi Un episodio increscioso). I sindacati chiedono alla Stib provvedimenti urgenti ed investimenti in sicurezza. Ma al tempo stesso oppongono resistenza al tentativo dell'azienda di esternalizzare i servizi di vigilanza, il che ridurrebbe tempi e costi.

Se il trattamento riservato ai passeggeri  è questo servono a poco le campagne volte a ridurre l'uso dell'auto.

lunedì 7 febbraio 2011

Separatismi a confronto


Bart De Wever, leader della N-VA, è la persona che potrebbe mettere fine all'unità politica del Belgio.
Quest'uomo dall'aspetto bonario e dal viso rotondo è il personaggio al tempo stesso più amato e detestato in Patria. Uscito vincitore col 30% dalle recenti politiche rappresenta l'impersonificazione della volontà scissionistica che nel nord del paese, le prospere Fiandre neerlandofone, sembra ormai prevalente.

La N-VA non è però un partito di estrema destra. E' una via di mezzo tra i Tory britannici e la lega padana. Come la lega è nata per spezzare il dominio tentacolare della locale democrazia cristiana e per rilanciare al tempo stesso l'opzione indipendentista. Ma le analogie finiscono qua.
Mentre la lega è violenta ed estremista nel linguaggio Bart De Wever è troppo sofisticato per non sapere che il radicalismo verbale sarebbe controproducente:
-Non voglio legarmi ai movimenti della destra populista. Essi nuociono al movimento fiammingo.
Molto meglio presentarsi con il linguaggio pacifico e ponderato di un docente di storia all'università di Gand. Tanto lui Bart, estremista lo è nella sostanza:
-Diventa ogni giorno più difficile formare un governo federale. Siamo stati eletti per fare riforme radicali e non per capitolare dopo sei mesi di negoziazioni.
La differenza con Lega ladrona, estremista nei toni ma al tempo affamata di seggi, assessorati, posti nei consigli d'amministrazione, contributi pubblici, banche e ministeri è autoevidente. La stessa Lega che nel 98 si rivolgeva a Berlusconi con aggressività verbale che la sinistra si sogna per poi allearcisi 6 mesi dopo, non si sa per quale oscura ragione:
-Lo stato belga non ha avvenire. Troppo piccolo per avere grandi ambizioni politiche, troppo eterogeneo per gestire imposte e politiche sociali.
La strategia di De Wever si basa su tre punti:
-Una riforma confederale che lascerebbe allo stato centrale ben poche competenze
-Scioglimento del distretto BHV. Verrebbe così ristabilita la piena giurisdizione fiamminga sulla cintura Brussellese  (connotata da una forte presenza francofona) e Bruxelles resterebbe definitivamente separata geograficamente dalla Vallonia.
-Incorporazione alle Fiandre di Bruxelles tramite il cavallo di troia dell'assistenza sociale. I brussellesi, per quanto in maggioranza francofoni, dovendo optare tra il sistema sociale vallone e quello fiammingo sceglierebbero l'ultimo, decisamente più efficiente.
Fatto questo la fine del Belgio sarebbe nei fatti. Per cui i francofoni si trovano in una situazione senza vie d'uscita. Accettarne le proposte significa fare un passo avanti verso la secessione, rifiutarle invece vuol dire rafforzarlo. Ecco perché  De Wever si dichiara disposto a trattare senza mai concludere. Si mostra ragionevole e propositivo ai suoi elettori sapendo al tempo stessi che le sue richieste non saranno mai accettate dai francofoni, su cui poi gli è facile scaricare le colpe del fallimento.

De Wever ha molte possibilità di centrare l'obiettivo che si prefigge. Questa è forse la differenza principale con la Lega che invece non ne ha nessuna. La lega, che esiste da quasi 30 anni, ha fallito su tutto. Quando i suoi elettori si  risveglieranno da questa specie di sonno della ragione che li attanaglia scopriranno che da quando c'è la lega niente è migliorato, anzi. Corruzione, spreco di denaro pubblico, imposizione fiscale, scempio urbanistico, declino economico e chi più ne ha più ne metta. Adesso è arrivato il federalismo fiscale (fecale come l'ha brillantemente ribattezzato Grillo), ossia il nome che il marketing mediatico sta dando all'ennesima stangata fiscale. Contenti loro...