venerdì 18 settembre 2009

Tonalità d'autunno


Il post che avevo preparato sulla protesta degli italiani, già in rampa di lancio, è rimasto intrappolato tra tastiera e mouse pochi secondi prima di vedere la luce della blogosfera quando si è diffusa la notizia della tragedia di Kabul.
E' arrivata così la cancellazione della manifestazione a difesa della libertà di stampa, decisione saggia, ma non giusta. Saggia perché la protesta sarebbe stata oscurata mediaticamente e screditata dalla videocrazia col pretesto del lutto. Ma non giusta in quanto i militari sono ufficialmente in Afghanisitan per esportare la democrazia. Non ci sarebbe stato modo migliore di onorarli difendendo la democrazia anche nel luogo di partenza della missione.
Essi stessi sono stati vittima della videocrazia imperante nel paese. Il cambiamento delle regole di ingaggio ha fatto si che la missione diventasse partecipazione ad una guerra a pieno titolo. Ed anche questo all'opinione pubblica è stato occultato insieme a tutto il resto.
In concreto però gli organizzatori non avevano molta altra scelta.

Mi tocca così passare al post di riserva. La transizione dalla non-estate al, per ora, non-autunno.
Il cielo di Brussels sta di nascosto cercando di riprendesi il suo naturale tono di sottofondo, il colore grigio straccio sporco di default. La luce giornaliera diminuisce ed il parco, svuotato dalle orde estive, scala verso tonalità autunnali multi-cromatiche volute da un sapiente giardiniere all'atto di piantare alberi con cicli biologici sfasati.
Contro tutti i pronostici il mio soggiorno italiano non ha comportato aumenti di peso, nonostante le quantità industriali di cibo ingurgitate e l'assenza di qualunque forma di attività fisica. La giornata senza auto ha riempito ogni angolo della città di famigliole in bicicletta.

Al lavoro solito tran-tran. Ad un corso ci spiegarono che l'informatica si basa sul concetto di utonto. Figura mitologica che impersonifica quella specie di legge di Murphy applicata alla tecnologia secondo la quale se c'è una cosa assolutamente assurda ed imprevedibile qualcuno, che dicesi appunto utonto, finirà immancabilmente per farla.
Da noi esiste una categoria particolare di utenti. I super-users che per conoscenze vere o presunte hanno il compito di fare da tramite tra unità IT e tutti gli altri.
Massima attenzione poi, ci diceva sempre il tipo del corso, a quelli che pensano di saperne di più. Sono i più pericolosi di tutti. I super-utonti, giustappunto. Da noi gli utonti alla ripresa di settembre sono più super che mai. Ma a parte questo tutto normale.

E' pure cominciato il nuovo corso di francese. So di parlane troppo. Ho deciso questo è l'ultimo che frequenterò. Mi sono ripromesso di uscire dal cupo tunnel dei corsi di francese. Ma è pur sempre il luogo dove meglio riesco a farmi un idea sul tipo di fauna che approda nel luogo comune.
Confermato il fatto che il grosso è di passaggio, che sono qui da quattro, cinque sei mesi e che tra quattro cinque o sei mesi forse saranno ripartiti. Il grosso continua a provenire da paesi PIGS. Molti con sindrome in stato avanzato.
L'altro giorno un ungherese ha iniziato ad irritarsi per il ritardo altrui prima ancora che fosse ora. Ho da questo dedotto che è il primo corso che fa all'EPFC. Tremava quasi per l'ira. No il ritardo altrui proprio non riesce a tollerarlo. La prossima volta farò ritardo di proposito pur di non sentirlo. Gli ho raccontato per calmarlo la storiella di quell'avviso dove si diceva 'la riunione inizia alle 9.15 per i tedeschi, alle 8.45 per italiani e spagnoli, alle 9 per tutti gli altri'. Deve essere lo spirito latino ho aggiunto. Cosa che lui ha pensato bene di ripetere 20 minuti dopo in pubblico premurandosi di sostituire 'latino' con 'mediterraneo'. Giusto per essere sicuro che nessuno dei suoi nuovi compagni di classe si sentisse escluso dalle sue premure. Ha rischiato di essere finito a colpi di audiovisivi sulle gengive.

Ma il vero spettacolo è l'insegnante. Si tratta di un anziano signore che sembra essere fuoriuscito da un ginnasio degli anni trenta. Se uno il francese non lo parla e scrive come Flaubert rimane profondamente offeso nei sentimenti. Ma al di là della retorica pomposa e del linguaggio forbito la sua missione vera è quella di stupire:
Ah il Belgio che paese in decadenza, e quanto appiattimento culturale che c'è a Brussels. Ah beato lei che la lingua l'ha studiata in Francia e non da noi dove la si insegna male. Ah, quanto hanno ragione i francesi che si fanno beffa di noi. E via così con questo rosario per tre ore o quasi.
E qui scatta l'avvertenza a quei merluzzi bolliti dei mie compagni classe. Quando fa cosí NON DOVETE ANNUIRE! Non è questo il vostro ruolo nella commedia. Ecco quello che invece dovete dire voi: ma cosa ci dice mai signor professore? Ma è un cosí bel paese con ottime frites e tanta buona cioccolata....questo è quello che dovete rispondere. Adesso vedrete come vi combina.

Non potevo trovare modo migliore per inimicarmi un numero sufficiente di persone in condizione di infelicitarmi l'esistenza per mesi. Non male per un post di transizione. Ci si risente quando riprogrammano la manifestazione.

3 commenti:

  1. a giudicare da questo settembre senza pioggia, se l'autunno continua sulla falsa riga di quest'estate (ma non ci credo) sara' carino:) almeno mi rincuora che il peggior inverno degli ultimi anni e' stato quello scorso e statisticamente questo dovrebbe essere migliore!

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  2. La sindrome di un ungherese ad un corso di francese a bruxelles?
    E come la definiamo questa?
    La sindrome del wafel di Eva Henger?

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  3. @Andima,
    Sempre il babbione su menzionato diceva che fino a una decina di anni fa in inverno c'erano due o tre settimane con il termometro a - 10°/15°. Va bene il bel tempo peró la cosa inizia a diventare preoccupante.

    @Bacco,
    Non so cosa c'è che che non va in Ungheria. Sarà la crisi, sarà la violenta ondata xenofoba ma ultimamente sono abbastanza insopportabili.

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