venerdì 19 febbraio 2010
Qualche considerazione aggiuntiva sul disastro di Hal
Il Belgio prima di questo incidente aveva avuto nel corso del decennio altri due gravi disastri ferroviari nel 2008 e nel 2001. Sarebbe facile cadere nella tentazioni di attribuirli alla fatalità. In realtà esistono deficienze strutturali evidenti, accentuate da politiche ferroviarie che non hanno fatto altro che aumentare il rischio.
Della messa in sicurezza dei trasporti ferroviari belgi se ne è occupato Andima sul suo blog, per i dettagli vi rimando lì. Qui mi limito a fare una breve sintesi di quanto sentito in questi giorni.
Il programma di messa in sicurezza delle linee sembra essere a buon punto. Buona parte della rete ferroviaria belga è infatti dotata di un sistema di frenaggio automatico in caso di mancato rispetto del rosso.
L' ammodernamento dei treni è invece più in ritardo. Infatti nel punto in cui è avvenuto l'incidente la linea disponeva di questo servizio, che però non era installato su uno delle due locomotive coinvolte nella collisione. Il bicchiere lo si può vedere come sempre mezzo pieno e mezzo vuoto.
Il Belgio è stato il primo paese a completare l'alta velocità. I collegamenti con le metropoli circostanti sono tanto veloci ed efficienti, quanto costosi. Il nuovo design innovativo delle stazioni di Liegi ed Anversa è costantemente sulle prime pagine delle riviste di architettura. Ci sono due società che gestiscono l'alta velocità e si spartiscono il segmento più ricco del mercato. C'è Infrabel che gestisce la rete. C'è poi la SNBC che si occupa di trasporto interno. Qui cominciano i problemi.
Il materiale rotabile è vecchio in media di 30 anni (basta osservare lo stato dei convogli coinvolti nell'incidente), i treni sono piccoli ed affollati, puliti in modo approssimativo.
I sindacati delle ferrovie, che all'indomani della tragedia hanno indetto una giornata di sciopero, hanno rilanciato le accuse note. Per ottenere una riduzione del deficit si sono adottate, a loro dire, politiche errate. Tagli eccessivi di personale, insufficienti investimenti nella sicurezza, turni di lavoro allungati, pause accorciate.
E qui arriviamo al nocciolo della questione. L'errore è quello voler applicare al trasposto ferroviario una logica gestionale privatistica basata sul lucro, immediato e rapidamente contabilizzabile. Intendiamoci, non c'è nessun giudizio morale negativo contro la ricerca del profitto. Funziona bene in molti campi. Molto meno quando si parla di trasporto ferroviario.
Se il fine primo è la massimizzazione dei profitti, affidabilità, sicurezza, confort diventano scopi secondari. Converrà diluire nel tempo gli investimenti in sicurezza, sbarazzarsi di una parte del personale e spremere la parte rimanente, rimpicciolire i treni, ridurne la frequenza, rallentare il ricambio di locomotive e carrozze, etc. E' uno scenario che in Italia conosciamo benissimo.
Ma la funzione vitale del trasporto locale è quella di interconnettere un territorio, in modo affidabile e sicuro, aumentando così la competitività economica generale. Va concepito come una forma di investimento a lungo termine che non paga dall'oggi al domani. Sprechi ed inefficienze vanno combattuti, coprendo però al tempo stesso il forse inevitabile passivo facendo ricorso alla fiscalità generale, specie questa questa intasca il 50% del PIL.
Non ha senso cercare di soppesare con il bilancino le differenze tra un paese e l'altro. Questo tipo di logica ha prevalso dovunque. Ecco perché, in queste condizioni, con tre incedenti a decennio ci dobbiamo pure ritenere fortunati.
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L'alta velocità costa così tanto, perché si prevede che nei prossimi anni saremo tutti più ricchi da poterci permettere di prendere quei treni. è palese.
RispondiEliminaio in treno ci sono andato al massimo a Roma.
la differenza tra l'eurostar e l'intercity è di mezz'ora. ma il prezzo è il doppio!
con un biglietto di freccia argento vado e vengo da Roma e nel tempo in più che ci impiega mi leggo un libro o mi ascolto la musica.
l'alta velocità è utile sulle grandi distanza. ma l'utilità deve essere proporzionata all'accessibilità...
soliti vecchi discorsi.
p.s. tu andima non avete parlato del costo dei treni.
In campania una fermata di TAF costa 1,10€ (comuni di fascia uno) per esempio.
I costi di un intercity e di un eurostar sono noti.
l'abbonamento di fascia uno costa 36€ in campania, e ci prendi treno,metro, bus e funicolare.
in belgio?
In Irlanda questo discorso lo hanno fatto un po' tardi. "Il trasporto pubblico e' un investimento a lungo termine"...dicono oggi tutti
RispondiEliminaVediamo che sapranno fare.
Bel post, come sempre.
http://www.corriere.it/esteri/10_febbraio_22/fumetto-tortora_3e17c49a-1fb9-11df-b445-00144f02aabe.shtml
RispondiEliminahttp://www.corriere.it/cronache/10_febbraio_22/moretti-classe_f596a8f0-1fc5-11df-b445-00144f02aabe.shtml
RispondiEliminapare vogliano abbattere la divisione in classi sugli Eurostar.
@Top,
RispondiEliminaSui costi non sono informatissimo. Uso i trasporti interni Brussellesi il cui abbonamento mensile è ora 45€ euro (se fai l'annuale si riduce ancora). Più o meno in linea con i prezzi Italiani.
Un collega che veniva da Ostenda (!) mi pare che pagasse sui 150€ mensili. Per cui a occhio e croce siamo su un 30% in più. Ma non prendere l'informazione per oro colato.
L'alta velocità qui fa la differenza. A parigi ci arrivi in 1.15 a Londra in 2 ore. Il prezzo è variabile a seconda del giorno o della prenotazione, ma è alto.
Ad esempio, in cinque a Parigi ci è convenuto andare in macchina, e di parecchio.
@Bacco,
Sembra proprio un'iniziativa propagandistica.
Non sono solo i conservatori a pensarla così:
discorso di Cohn-bendit sulla commissione Barroso(per chi comprende un po di Francese)
in aggiunta al post, posso dire per conoscenze lavorative (lavorando come consulente per Infrabel) che in Belgio il livello ETCS 2, equivalente alla nostra alta velocita', non esistera' almeno per altri 5-7 anni, ma almeno entro il 2013 e' prevista la totale copertura del livello 1, equivalente di sicurezza e stabilita'. Ma da come si va a rilento con Siemens (responsabile delle device presenti sulle infrastrutture fisiche), prevedo tempistiche anche piu' lunghe. Hanno iniziato il progetto ETCS da meno di due 2 anni, e fino ad un anno fa si faceva tutto a mano, carta, righello, mappa, calcolatrice (e non scherzo). Ora stanno/stiamo informatizzando il tutto ma spesso sembra davvero un puzzle enorme senza lo scatolone su cui puoi dare un'occhiata alla figura finale.
RispondiElimina@Andima,
RispondiEliminaGrazie per le info. Ovviamente sull'argomento, lavorando alle ferrovie, tu ne sai molto di più.
Effettivamente sembra di essere difronte ad un puzzle. Le informazioni che arrivano sono spesso contraddittorie. Ieri ad esempio su Metro dicevano che solo il 25% della rete è coperta dal servizio di frenaggio automatico e che in ogni caso non è nulla di più che un suppporto al guidatore. Per cui il rischio rimane comunque.
Lo fanno apposta a non farci capire niente?
si' in realtà la copertura che c'è al momento non assicura livelli di sicurezza altissimi, quello su cui si lavora adesso sarà attivo in 2-3 anni almeno, in effetti ci han pensato un pochino tardi visti i tempi di aggiornamento delle infrastrutture..
RispondiEliminaAlla fine si passa da una segnalazione installata sui binari che il guidatore deve vedere con i suoi occhi (diciamo come un semaforo), ad una segnalazione che poi comparirà su un computer di bordo.
I video proposti qui per ogni livello son un buon riassunto di tutto e valgono più di tante mie noiose parole:)
http://www.ertms.com/2007v2/what_levels.html
Sono sicuro che su cosa e' installato al momento, Infrabel e SNCB fanno un po' a cazzotti, io purtroppo ascolto soltanto una versione quindi non ho informazioni totalmente oggettive e lavoro piu' su quello che sara' che su quello che e', mi posso informare meglio pero' e condividere approfondimenti;)
no, ma ci mancherebbe. Non è mica colpa tua. Io pure un giorno sento una cosa, il giorno dopo un'altra, il giorno dopo un'altra ancora.
RispondiEliminaHo l'impressione che stiano facendo un po' a scarica barile.