domenica 17 maggio 2009

Il luogo comune



Nei 15 mesi di permanenza qui a Brussels mi è stato varie volte chiesto cosa ne pensassi della città e come mi ci trovassi. Ripondevo che non avevo ancora deciso, che dovevo ancora trovare il tempo per capirlo. Che il ritmo degli eventi non mi aveva dato modo di pensarci: casa, lavoro, lingua, burocrazia. Adesso però il momento di dare il mio giudizio è venuto e si tratta di un giudizio positivo. Ma andiamo per gradi...

Di Brussels si dice che non è pulita, ed in effetti non lo è. Si dice che non sia sicura. Da qualche parte una volta ho letto che il tasso di criminalità sarebbe più alto che a Napoli. Mi sembra eccessivo ma il fatto stesso che se ne discuta la dice lunga. É vero pure che interi quartieri non sono altro che un pezzo di Maghreb trapiantato in Europa. Chi viene qui scopre subito che la burocrazia è lenta e farraginosa, che la tassazione è esosissima. E lasciamo stare il clima. Si sa che i giorni di sole si contano sulle punte delle dita. Messa così il giudizio positivo non si giustifica .

Allora vi racconto la storia di Katia che frequenta il mio stesso corso di francese. Lei è sposata con un peruviano e ha due figli. Lui avendo vissuto per molti anni in Germania, Colonia per la precisione, di quel paese ha appreso la lingua ed ha ottenuto la cittadinanza. Mi dice che però questo non basta per ottenere un buon lavoro, per essere accettato, per scrollarsi di dosso le occhiate ostili di chi pensa non dovresti stare lì. Di parlare polacco manco a pensarci, lì l'ostilità divene razzismo aperto. Certo l'ordine efficienza e pulizia sono innegabili ma di far crescere i bambini in un ambiente così non se l'è sentita proprio: "Li ti senti fuori posto, qui a Brussels no".

Dunque..il Belgio è uno stato federale suddiviso in tre regioni, Fiandre, Vallonia e Brussels capitale. Quest'ultima è un'enclave francofona in territorio fiammingo. Francofona lo è diventata essezialmente nel corso del 900 quando ancora il Francese era una lingua buona per emanciparsi. Poi il vento è cambiato, le Fiandre si sono arricchite, la Vallonia si è impoverita e lo scissionismo fiammingo ha iniziato a considerare i francofoni della capitale come una accolita di usurpatori. Poi sono arrivati gli immigrati Italiani, Spagnoli e Greci di prima generazione, quelli anni 50 con le valigie di cartone, poi è arrivata l'Europa a 10 con uno stuolo di burocrati al seguito, poi é arrivata l'emigrazione nord-africana, poi infine é arrivata l'Europa a 27. Gli Spagnoli ed gli Italiani che arrivano oggi hanno in tasca una laurea e parlano una o due lingue. Io abito nel nord della città. A 500 metri da qui ci sono le Fiandre dure e pure. Lì è un mondo tutto diverso. "Come in Germania" sempre secondo Katia. Ma gli Olandesofoni (si dice così?) brussellesi se ne sono fatti una ragione e parlano tre lingue, l'odiato francese compreso.

Così la città che si trova a metà strada tra Parigi ed Amsterdam, tra Londra e Colonia ha finito per divenire il luogo comune dove tutti si sentono un po' fuori posto e dove nessuno lo è veramente.

5 commenti:

  1. io ci son stato.
    Non e' quella che definisci una citta' bellissima.
    Ma nemmeno Dublino lo e'.
    Ma ho vistoe sattamente cio' che tu descrivi. Ed i posti a meta' strada, sono quelli che mi piacciono di piu'.

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  2. Assolutamente si. Manca di appeal nella maniera più totale. Uno pensa di andarsene a Londra, Parigi, Berlino, Barcellona o Dublino. Mica a Brussels, a Brussels ci si finisce. E questo, ironia della sorte, diventa poi un punto di forza...

    Cmq questo era un post introduttivo. Poi mano mano con obiettiva soggettività o con soggettiva obiettività, se preferisci, daró qualche coordinata in più su quello che ho visto, o meglio, che mi é sembrato di vedere.

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  3. Ovviamente .
    Descrivere una citta' con un solo post, e' da presuntuosi. Ed a volte anche dopo 10 anni ci sono cose da scoprire.
    Pero' come inizio, mi e' piaciuto molto.
    Poi tutte le citta' che hai citato, credimi, non sono eanche loro il paradiso.
    Tutto sta nel trovare un equilibrio.
    Ho sentito di persone "fuggite" da Londra.
    Gente definire "caotica" quel villaggio globale chiamato Dublino.
    Amici che hanno odiato i Berlinesi.
    Amici che so finiti male nelle periferie parigine.
    Ed ho qualche parente, che e' andato in depressione nella pazza e bellissima Barcelona.
    Quindi, appeal, o non appeal, sara' come la vivi tu a fare la differenza.
    Ed un consiglio.
    Non ti curare delle opinioni altrui. Pensa con la tua testa. Ma dirlo ad uno della tua intelligenza, suonerebbe quasi come un offesa.
    Attendo impaziente il secondo post.

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  4. ciao, ho raggiunto il blog tramite bacco, purtroppo non avendo internet in questo periodo ho perso molto di vista la blogsfera ma spero di tornare online presto, ad ogni modo condivido molti pensieri di quello che hai scritto, bel post.

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  5. Ciao andima, non ti preoccupare. So bene quanto i primi tempi siano incasinati. Un in bocca a lupo e a presto.

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