martedì 4 agosto 2009

Living on the land of "Eurabia"- 1


Il 6% della popolazione del Belgio è di religione musulmana. Questa percentuale sale a Brussels al 26% del totale, contro il 4% della Vallonia ed il 3,9% delle Fiandre. La comunità di immigranti più grossa è quella marocchina, mentre i turchi sono il terzo gruppo per consistenza numerica ed il secondo gruppo etnico di religione musulmana. I dati di Vikipedia sono confermati pienamente sul terreno: l'intera commune di Molenbeek-St-Jean, gran parte di Schaerbeek, e la parte nord di Anderlecht sono abitate da immigrati di origine maghrebina di prima, seconda e terza generazione. Dunque il luogo comune almeno quantitativamente apparterrebbe alla terra di "Eurabia".

Nel 2002 tale Bat Ye'or coniò il termine "Eurabia" per definire il destino verso il quale vede incamminata l'Europa. Un destino di sottomissione all'islam. Oriana Fallaci riprese nei suoi scritti la parola "Eurabia" e diede ad essa una risonanza mondiale. La tesi è la seguente: l'Europa, malata di secolarismo e permessivismo, ha consentito decenni di immigrazione incontrollata. L'immigrazione combinata ad un elevato tasso di fecondità delle donne islamiche, agevolato dal generosissimo stato sociale dei paesi del nord, avrà come conseguenza che nel 2025 il 40% della popolazione europea sarà musulmana, facendo così ripiombare il continente in un nuovo medioevo, fatto di fanatismo e legge coranica. Questa è la tesi.

Si è parlato molto di realtà reale, che si desume da dati e statistiche, e realtà percepita frutto spesso dello stato d'animo e dell'umore di chi scrive. In questo post vorrei affrontare il tema dal punto di vista della mia percezione, di quello che ho visto o che mi è sembrato di vedere. Seguirà un secondo post con riferimenti a statistiche ed articoli scritti da chi si è occupato professionalmente del problema.

Chi visita il parco di Laeken, il magnifico polmone verde di Brussels, in un pomeriggio soleggiato di una domenica sarà colpito dalla miriade di donne con il velo islamico circondate da nugoli di marmocchi. Molte di più di quante se ne vedano per esempio in metro nei giorni lavorativi. E non è un buon segno perché ciò vuol dire si tratta di donne che vivono in casa e ne escono solo per portare i pargoli al parco.
Non sfugge all'osservazione l'immondezzaio in cui il parco è ridotto il lunedì mattina, prima dell'arrivo degli addetti.
Non sfugge la presenza di bande di teenager che popolano alcune tratte del metro, magari con i piedi sui sedili che parlano tra di loro a alta voce a distanza infastidendo l'intero vagone. A dire il vero, non mi è mai capitato di vedergli importunare estranei ma non sono comunque una presenza rassicurante.
Non sfuggono, sul viale che porta all'Atomium, le accellerate con musica a tutto volume da parte di qualcuno. Sembrebbe confermato anche un certo livello di microcriminalità.
Rimane da stabilire se questo non dipenda da fenomeni di degrado urbano, disparità di reddito ed esclusione sociale tipici di tutte le società di mercato piuttosto che da Islam ed immigrazione del presente o del passato.
Però resta comunque questa la percezione di primo pelo. Uno entra in metro vede delle ragazze giovani che vestono il velo, e ne rimane colpito. Il velo è inequivocabilmente segno di emancipazione fallita, di religiosità oppressiva.
Se però uno scende e poi ci risale su quel vagone, non è cambiato nulla, le teste velate sono ancora , ma l'immagine che percepisce inizia ad essere diversa. Ti accorgi che intorno alla ragazza col velo ce ne sono altre tre che invece non lo portano, che sono truccate, che vestono bene, che portano libri scolastici o testi universitari. Non le avevi notate perché sono ragazze con un tipo di fisionomia non diversa da quella di una qualunque donna meridionale.
Se poi al parco ci torni un giorno della settimana lo trovi vuoto ed anche questo stride con il luogo comune (quello vero) per il quale questa gente vivrebbe a scrocco grazie alla generosità dello stato sociale. Ma uno a scrocco ci vive sempre, non solo la domenica pomeriggio. Ti sorge il dubbio che la tua percezione fulminea nel cogliere le cose negative sia meno buona nel valutare il contributo che da questa presenza comunque arriva.

Ti viene in mente quella giovane donna, la tua prima insegnante di francese, parigina di origini algerine, che sembrava appena uscita da un atelier di place Vendome. Ti ricordi di Walid, il sistemista rompipalle ma competente.
Ti viene in mente di quando Sara, un'altra insegnante di francese, non ammise all'esame di fine corso una studentessa (alquanto sprucida) che vestiva il velo, perché aveva mancato tre quarti delle lezioni. Ma anche Jorge, andaluso dai modi suadenti, non era venuto quasi mai e l'esame lo fece. Episodio di discriminazione uno avrebbe detto se non fosse che Sara in realtà si chiama Zarha ed è di origini iraniane.
Ti viene in mente Reda, il collega di Rabat, lui si integratissimo, quasi ai limiti della paraculaggine, ancora di salvezza tra l'incudine vallone ed il martello fiammingo nella riproduzione miniaturizzata, nel piccolo di un ufficio, di questa sorta di guerra civile fredda che divide questo paese.

Rimane il fatto che la percezione non permette di trarre conclusioni definitive. La questione rimane aperta. La scristianizzazione non è un problema mio, ma di Bagnasco, finché per essa si intende la perdita di influenza delle chiese cristiane sulla società europea. Non mi frega tanto se i furti di autoradio sono aumentati o diminuiti dell'1%, perché è inevitabile che questo avvenga in una capitale e l'argomento non mi appassiona. mi interessa stabilire se un nuovo nato è meglio che si chiami Pierre o Mohamed.
Mi interessa invece scoprire se le capitali europee sono destinate a diventare nel giro di pochi lustri tante Kandahar a base si Burqa, lapidazioni e mani mozzate. Quello si che mi interessa saperlo. Ecco perché nel prossimo post mettiamo i bambini a letto e lasciamo parlare i grandi.

11 commenti:

  1. wow, bellissimo post e non vedo l'ora di leggere il prossimo!

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  2. ammetto che molte delle percezioni sono condivise, ma mi ripeto sempre che mi ci vuole piu' tempo per analizzare e capire una citta' cosi' complessa come Bruxelles.
    Ad esempio mi e' piaciuto molto il fatto che tu abbia aperto il blog non subito, ma dopo 15 mesi se non sbaglio, in modo che le impressioni sicuramente non siano quelle da turista (come magari possono ancora essere le mie) ma piu' di cittadino.
    ripeto, attendo di leggere la parte 2:)

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  3. mamma mia..
    qui adesso si fa sul serio......
    Non posso argomentare su dublino, perche' qui di donne col velo ne vedi 1 a settimana.......
    Bisognera' quindi che faccia uno sforzo di immaginazione....
    ne riparliamo con calma nei giorni a venire.....L'ora e' tarda, ma prometto di commentare seriamente...

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  4. Ciao,
    io mi trasferirò con la famiglia da ottobre, ho due bimbe piccole, volevo sapere se avevi qualche consiglio sulla zona dove cercare case, alcuni mi hanno consigliato Woluwé-Saint-Pierre e Woluwé-Saint-Lambert cosa ne pensi ?
    Marco

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  5. Ciao Dimitar,
    Direi che ti hanno ben consigliato. Tieni presente che i costi livitano di un 15-20% ma le zone sono ottime.
    Molti expats scelgono anche Ixelles e Uccle. Sempre verso est e sud.
    Da scartare Molenbeek.
    Io trovo buona anche la parte superiore delle communes di Jette e Laeken a nord. L'unico inconveniente è che per spostarti in centro poi devi attraversare alcune delle zone cosiddette 'calde'.

    grazie per il commento,
    vinz

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  6. Post pericoloso, ma che ho trovato bello ed interessante.

    Anche qui ad Edimburgo di donne col velo se ne vedono poche. Proprio ieri sono andato a mangiare alla Moschea, li' mi trovo sempre a mio agio e quell'ambiente e' bello, perche' frequentato anche da molti studenti o comunque studenti europei.
    Da sottolineare pero' che qui le percentuali di musulmeni non sono certo a livelli di Bruxelles.

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  7. @Bacco:
    Il confronto con l'Irlanda sarebbe comunque difficile, perchè lí si è avuta solo una prima ondata migratoria di una generazione.
    A Brussels non si puó nemmeno parlare più di immigrazione, si tratta di persone nate e cresciute in Belgio, che parlano francese nativo, con passaporto e cittadinanza e pieni diritti politici, di religione islamica. Come vedi il problema ha fatto un salto di qualità.

    @Andima:
    E' vero che il fatto di avere avuto più tempo mi ha permesso di eleborare le impressioni iniziali, ma tu comunque non sentirti limitato racconta quello che percepisci e poi dopo se necessario correggi, elabori o riposti.

    @Alekos:
    E' vero è un argomento pericoloso, peró è doveroso parlare per dare una rappresentazione reale della città.
    Non so di Edimburgo peró il Loach ha ambientato "a fond kiss", un film che affrontava queste tematiche, proprio a Glasgow. Guardalo se lo trovi perchè ne vale la pena. Ed una tematica molto presente nel cinema britannico (East is Eest, altro esempio)

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  8. oggi in metro ripensavo al tuo post, alle tue parole, mentre mi guardavo intorno e vedevo un sacco di donne coperte con 2, 3 marmocchi al seguito, mi guardavo intorno e osservavo la gente, la diversita', il mix, mai come oggi tutto mi risaltava agli occhi e mi domandavo quanto fosse sottile la linea tra razzismo e conservazione delle origini in casistiche cosi' complesse come quella presente in questa citta', confrontavo i due diversi atteggiamenti, qui liberale che forse portava ad una tacita ma veloce dominazione e in Italia dittatoriale, di insegne cinesi coperte perche' non tradotte in italiano, di persone scartate alla guida della metro perche' non milanesi, di registri e controlli e altre cronache recenti del nostro paese, avevo un mix di questi pensieri ma non ne potevo venire a capo, forse perche' tutto era piu' grande di me, forse perche' dopo lavoro ero un po' stanco mentalmente, ma non abbandonavo le idee, lo so, non e' il mio paese, ma ora e' la mia realta', una realta' comune se vogliamo vedere il fenomeno da alcuni punti di vista, poi mi son fermato, ho ancora poche informazioni, mi son detto, meglio aspettare il prossimo post di vinz;)

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  9. Di sicuro sono bel lontani dagli isterismi italiani, alimentati ad arte, sebbene le dimensioni del problema siano numericamente ben più consistenti.

    Sono più abituati a gestire problemi legati all'immigrazione, alla diversità, alla convivenza. Si puó più o meno apprezzarne l'approccio, ma di sicuro quello che sta avvenendo in Italia in questi anni lo trovo indecente. Anche perchè la seconda comunità di immigrati, dopo i marocchini e prima dei turchi, è proprio quella italiana.
    Si fa presto a perdere la memoria.

    Mi sa che mi tocca accellerare la scrittura dell'altro post :)

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  10. ciao, sto seguendo questo blog da qualche giorno e mi interessa molto, ti ho anche linkato. ciao!

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  11. Ciao Mike,
    Ricambio, edin bocca al lupo per il tuo blog e per la tua nuova imminente avventura.
    Ti piazzo già tra gli espatriati:)

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