lunedì 8 novembre 2010

Il segreto belga della felicità




L'altro giorno mi è capitato sotto gli occhi un annuncio per l'assunzione di informatici del Delhaize, la catena di supermercati dove di solito faccio la spesa. Si richiede: 
...una conoscenza generale dei linguaggi di programmazione......(Cobol, .NET; MS SQL Server, databases, etc.).

Una conoscenza generale, dunque. Niente di più. Già me lo prefiguro il colloquio.
-Conosce Java? no, Java no. 
-.Net? nemmeno. 
-Basi dati? macché, si figuri. 
-Allora scelga lei, un argomento a piacere...
-Oggi vorrei parlarle del Cobol.
-Fantastico! Assunto!

Tutto molto bello finché non si passa alle competenze linguistiche. Perché è  lì che ci casca sistematicamente l'asino francofono. 
Voi siete trilingue, francese, olandese e inglese, recita sempre l'annuncio.  
Del resto è sempre così. Se viene domandato l'olandese le conoscenze richieste spesso sono all'acqua di rose. Se invece l'annuncio è in inglese o in francese fai prima a farti dare il nobel dell'informatica.

Lavorare al Delhaize sarebbe stato comunque bello, non fosse che per correggere la routine che decide i controlli casuali degli scanner (Sono degli aggeggi WiFi. Scannerizzi tu stesso il codice a barre del prodotto e paghi il conto a delle casse speciali. Qualche cliente di tanto in tanto viene controllato a campione).
-Grande cosa gli scanner, dicevo alla commessa qualche giorno fa mentre mi riconteggiava la spesa, ma se mi controllate ogni volta tanto vale che vada alla cassa normale.
-Guardi, le faccio pure risparmiare 5€. Aveva messo qualcosa di troppo. Mi risponde lei con l'espressione tipica di una convinta di avere dinanzi un gonzo.

Comunque, se conoscere l'olandese è il segreto belga della felicità, cosa di meglio si può pensare di fare in una mortifera domenica di metà novembre se non scellofanare il magnifico cofanetto Le néerlandais pour les nuls, con CD e libretto incluso?
Quando si studia una nuova lingua fondamentale è apprendere l'essenziale per sopravvivere.
Io ad esempio già so dire zonder uien, senza cipolle.

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