venerdì 30 ottobre 2009

L'Europa dei sindromati


A Brussels hanno luogo moltissime iniziative, anche di grande valore, che però vengono pubblicizzate poco e male.
Questa settimana, ad esempio, ci deve essere certamente stato un raduno di sindromati di cui non ho avuto notizia. Perché ne ho incontrati di tutti i tipi e di tutte le provenienze.
So che il termine è fonte di forti controversie in altri luoghi della blogosfera. Forse i protagonisti degli aneddoti che sto per raccontare non lo sono nell'accezione originaria che l'autore (lyndon) ha voluto dare al termine.
Ma da queste storielle viene la conferma del fatto che andare all'estero è qualcosa che va al di là della ricerca di un lavoro e dell'apprendimento di un minimo di euroenglish.

Episodio numero uno. Takeaway libanese, dietro place Jourdan. Kebab place come tutti gli altri se non fosse per una meravigliosa salsetta a base di melenzane arrostite, che chiamano Baba. Il locale è pieno. Ci sono bambocci delle scuole dovunque. Due ragazzi si siedono accanto a me e al mio collega. Sono gli ultimi posti liberi rimasti.
Parlano una lingua dell'est europeo che riconosco immediatamente, il polacco.
Sono loquaci. Sono curiosi come possono esserlo ragazzi di quella età alla prima esperienza all'estero. Ci tengono a sapere cosa ne pensiamo del loro paese. Gli dico di Ala. Ma che coincidenza! Anche loro conoscono una amica che sta con Italiano. Un siciliano. Poi aggiunge col sorriso sulle labbra:
-E' un mafioso. Tutti i siciliani sono mafiosi.
Lo dice come se stesse dicendo la più grossa ovvietà. Come che nel Sahara fa più caldo che al polo sud, o che di giorno c'è più luce che di notte.
Ci dice poi che Varsavia è diversa da Bruxelles. Non ci sono stranieri e musulmani. Reda, l'uomo del Marocco, impallidisce. Perché, domanda, in Polonia odiano gli stranieri?
Ma no, non li odiano. Sono loro che emigrano e che vanno a rompere le scatole altrove. Non è la prima volta che sento persone dell'est europeo fare affermazioni pesanti, sugli arabi, sui cinesi, sull'Italia, sui neri, con la massima nonchalance, con il sorriso sulle labbra. Non sono il solo ad averlo notato (are the czechs more racists?).
Ammettiamolo, a 20 anni dalla caduta del muro la cosa inizia a diventare un problema ed il trattato di Lisbona continua ad essere bloccato dalla Repubblica Ceca.

Episodio numero due. Vagone della metropolitana. Una ragazza chiede a qualcuno, in francese con accento di legno e le E contundenti, se il treno arriva a Baudouin. Lui le dice di si, che non si può sbagliare, quello è il capolinea. Lei però non si fida, chiede ad una altra persona, poi ad un'altra ancora. Tutto il vagone viene costretto ad occuparsi delle sue vicende. Le hanno detto, lei ripete, che col metro ci si sbaglia facilmente (mi avrà letto? gran metro Bruxelles). Ma lei ha un incontro importante. Però non conosce la linea. Normalmente si sposta in auto. E' per quello che insiste a domandare...mica per altro.
Alla quinta replica della litania intervengo brutalmente in italiano con il tu.
-Fidati, va al capolinea. Abito a due fermate da lì e va al capolinea. 100%.
Ovviamente ha continuato a non crederci ma, per lo meno, ha smesso di affliggere l'umanità. E' rimasta in piedi per tutto il viaggio, guardando con angoscia il tabellone del percorso, con fare tremulo e preoccupato.

Ultimo episodio, il più truculento. Bar dell'ufficio. Siamo in coda per il caffè. Davanti a noi ci sono tre italiani, siciliani. Parlano ad alta voce. Uno di questi chiede alla barista che la tazza gli venga riscaldata. Forse teme contagi. Non in francese, non in inglese ma in italiano con forte accento. Lei gli fa intendere che non capisce cosa vuole esattamente. Quello si inalbera ed alza ulteriormente la voce. Che ci vuole, le dice sbraitando ed indicando il macchinario, basta passarla sotto il getto di vapore. Ottiene quello che vuole e se ne va al tavolo.
Intanto al bancone è partito un dibattito, in francese.
La barista si lamenta. Dice che è ordinaria amministrazione. Con gli italiani è sempre così, arrivano, non dicono per favore, danno ordini imperiali, se ne vanno e non ringraziano nemmeno.
Generalizzazioni certo, ma se nel piccolo mondo di una persona che lavora ad un bar, uno, poi due, poi tre italiani si comportano così allora il campione per lei diventa universo. E allora non ha senso nemmeno abbozzare una difesa d'ufficio, che ho comunque di malavoglia tentato, facendole presente che non tutti si comportano così.
La verità è che oggi dell'italiano medio c'è da vergognarsi.
Nel frattempo i nostri eroi ignari della discussione che avevano scatenato continuano a discutere dei fatti loro ad altissima voce. Il tipo della tazza inizia a lodare Berlusconi e ad inveire contro il giudici comunisti che lo perseguitano. Farà sicuramente parte della folta schiera di sostenitori della destra che adorano la Polonia ed i paesi dell'est, paradisi di purezza etnica, senza immigrati e musulmani, pieni di belle donne in fervida attesa del maschio italico, senz'altro mafioso, ma tanto tanto macho e ben vestito.

10 commenti:

  1. vabbe' volevo dire qualcosa, ma quando ho letto che il tipo adora Berlusconi, ho scosso la testa e ho pensato che con certa gente e' inutile.. mi dispiace per la barrista e mi dispiace anche perche' a Dublino cosi' come a Bruxelles, l'universo di italiani che conosco non farebbe mai cose del genere e quindi le mie statistiche personali differiscono di gran lunga, ma neanche la mia e' la Verita'..

    per il resto, io quando leggo la parola sindromati inizio sempre a ridere, e' piu' forte di me, sindromati lo siamo tutti e nessuno, i tre episodi son spaccati di vita quotidiana di persone con propri pensieri ed attitudini (giuste o sbagliate che siano) ed associarle a sindrome o malattie o qual che si voglia, e' molto imbarazzante secondo me e anche un po' squallido. Oh sto parlando in generale, niente di personale per te, bacco o lyndon, sia chiaro:)

    RispondiElimina
  2. Andima. Mi sembra di capire che non ti piaccia l'uso del termine 'sindromati', non la critica ai comportamenti dei protagonisti.

    Accetto l'appunto, ci mancherebbe. Peró permettimi di entrare più nel dettaglio.
    -I due polacchi. Se non li vogliamo chiamare sindromati allora li dovremmo chiamare razzisti. Ma il punto è che secondo me non volevano essere razzisti. Veramente credo che fossere per certi versi anche in buona fede. Il problema è che vengono da paesi dove esprimersi in un certo nei confronti di minoranze, di altri popoli, di persone di altre religioni, etc è ritenuto normale. Sono curioso di vedere cosà capiterà quando inizieranno ad ospitare un po' di immigrazione.
    Non essendoci più il muro ed essendo un epoca di frontiere aperte il problema io ce lo vedo.

    Quanto agli italiani. E' ovvio che non siamo tutti cosí. Anche, io e te, siamo italiani e non ci comportiamo cosí. Tra l'altro il tipo della tazza non era nemmeno un italiano all'estero. Era semplicemente uno in missione.
    La barista ha fatto una generalizzarione oscena. Peró avendo subito un abuso evidente umanamente la comprendo.
    Del resto qualcuno che Berlusconi, Borghezio, Speroni o Gasparri li elegge c'è. Non possiamo fare finta di niente. Anche lí il problema ce lo vedo.

    Se poi lo vogliamo chiamare con altri termini, per quanto mi riguarda, non c'è problema.

    RispondiElimina
  3. d'accordissimo con te Vinz, ma quello che volevo dire e' che alla fine non si puo' accomunare sotto un'unica bandiera (quella probabilmente dei sindromati) tante di quelle sfaccettature che alla fine vanno a descrivere pensieri, popoli, di una cosi' vasta gamma, perche' accomunando tutti il risultato e' semplice: sono tutti sindromati, non lo e' nessuno.

    La comprendo anche io la barista e infatti mi dispiace, mi dispiace che per lei gli italiani siano quello stereotipo, mi dispiace ma sono inerme, io sono solo un italiano all'estero, un'unita' nella somma del suo campione statistico se vogliamo.

    in principio mi piaceva questa sindrome, mi piacque molto il primo post che la descriveva, ma poi si e' iniziato un po' ad esagerare, secondo me, e ultimamente ne escono di tutti i colori (ma per fortuna due blog non fanno la blogsfera).

    La critica ai comportamenti ci sta tutta, quelli che hai descritto cosi' come altri descritti in precedenza altrove, ma unire tutto sotto questa bandiera rischia di diventare anche un po' superficiale, non so. Ma son mie idee.

    per altri nomi, io non dico niente:) non battezzo nuove etichette, grazie:)

    RispondiElimina
  4. Discussione interessante.

    >La verità è che oggi dell'italiano medio c'è da >vergognarsi

    E' risaputo che la mia esperienza all'estero con gli italiani non e' positiva.
    Di questo ne ho parlato chiaramente sul blog. lo sa benissimo Andima, e lo sanno altri della nostra piccola blogosfera.
    E' anche risaputo che non ho stima dell'Italiano medio. Non ho stima, ma con cio' non vuol dire che abbia una pregiudiziale. Altrimenti non starei nemmeno qui a discutere. Diciamo che la mia esperienza e' molto simile a quella della barista descritta da vinz. Ma e' ovvio che e' la MIA esperienza. E non la verita'.

    La sindrome e' nata in un modo, ma era ovvio che poi sarebbe evoluta.
    Non sono io l'inventore del termine. La paternita' e' nota.
    E' evoluta perche', dopo la sua "scoperta", abbiamo, un po' per gioco, cominciato a "studiare" certi comportamenti che accomunavano gli Italiani all'estero.
    E cosi', un po' per gioco, tali comportamenti son stati messi nero su bianco. Cio' che ne e' venuto fuori e' stato veramente un qualcosa di poco edificante per coloro che si andavano a descrivere.

    Ad un certo punto e' scattato qualcosa. Chi si sentiva colpito dalle descrizioni ha cominciato ad insultare, minacciare, inveire, "consigliare" di smetterla di parlare dei sindromati e via dicendo.
    Ogni giorno cestino dai due ai 10 commenti di insulti e minacce. L'unico con cui ho potuto avere poi una discussione civile e' stato pedro, con cui spero di essermi chiarito.
    Ed e' per questo che stiamo continuando a scrivere dei sindromati. Io personalmente, voglio capire fin dove riuscirebbero a spingersi nei loro vaneggiamenti e , purtroppo, insulti e minacce. Esistono altre ralta', sicuramente positive, oltre i sindromati? E' verissimo, e probabilmente' e' una realta' altrettanto numerosa. Raccontero' anche di quella a tempo debito..

    Tornando al topic. Vinz, Andima, vi suggerisco io il topic per questa gente.
    "L'Europa degli inutili".
    Quella persone di cui l'Europa farebbe volentieri a meno...E non sono solo italiani, come potete ben notare. Purtroppo anche in molti paesi dell'est, c'e' tantissima strada da fare....

    RispondiElimina
  5. Credo che comunque un elemento in comune i tre episodi ce l'abbiano. Si tratta dell'incapacità a calarsi in un contesto diverso dal proprio e l'inadeguatezza a confrontarsi con altri mondi e culture.
    Se non lo si vuole chiamare 'sindrome' va bene.
    Ma è prefettamente legittimo delineare, descrivere raggruppare e classificare comportamenti indiduali, che poi diventano collettivi.

    Sono daccordo con te, Andima, quando dici che gli italiani che frequentiamo a Brussels non sono cosí. Infatti è vero, te lo confermo. Ma dobbiamo sapere che non sono affatto un campione rappresentativo della società italiana.
    Il tipo della tazza è maggioranza ed elegge uno che in europa si comporta cosí, (turisti della democrazia).
    Altro che casi individuali, questi sono maggioranza!
    Mai nella storia si è vista una identificazione cosí chiara tra eletto ed elettori. Facciamocene una ragione.

    @Bacco,
    Magari fossero inutili. Purtroppo sono dannosi.

    RispondiElimina
  6. ragazzi lo so, non posso darvi torto, le realta' ci sono, magari non e' carino etichettarle come malattie, ma sicuramente sono disagi o incapacita' di adattamento o spesso presuzione incosciente, egoismo..
    questi pensieri mi mettono tristezza addosso.. anche perche' e' vero, sono dannosi davvero e il governo attuale ne infuoca ancor piu' le attitudini ma al tempo stesso aumenta il disgusto degli altri, il problema e' che pochi si mettono le dita in gola e iniziano a vomitare un po'

    RispondiElimina
  7. Ho avuto la stessa discussione con Bacco prima di leggere questo post, ed e' incredibile come abbia usato le stesse parole di Andima.

    Ma non si stara' esagerando a definire "sindrome" ogni cosa, ogni difetto?

    RispondiElimina
  8. Ragazzi scusatemi.
    Mi rendo colto che il termine 'sindrome' evoca polemiche diverse avvenute in altri luoghi.
    Io nel post peró forse sbagliando l'ho intesa come inadeguatezza a confrontarsi con altri mondi e culture.

    Se peró uno che dice che i siciliani sono tutti mafiosi e fa intendere che la sua città è migliore perchè non vi sono musulmani andrebbe chiamato razzista. Razzista è peggio di sindromato. Chiamandolo sindromato gli concesso 'le attenuanti generiche' per usare un termine di moda.

    Comunque se sostituite nel post 'sindromati' con 'trogloditi' il senso di quello che volevo dire non cambia.

    RispondiElimina
  9. mi sto lentamente riprendendo dopo il mezzo infarto avuto dagli ultimi 5 minuti di dinamo-inter.. sono piu' di 10 anni che seguo sta squadra ed e' un'adrelina continua.. al lungo fara' male..

    cmq solo ora mi rendo conto di tutto, tramite il tuo ultimo commento vinz, hai ragione, mi son imputato sulla parola sindromato ma alla fine il senso del post era un altro, i tre episodi, che sono sicuramente da criticare. E tu continuavi ad indicarmi la luna ma io mi fissavo sul dito.. vabbe', ora i battiti stanno tornando al ritmo normale.. ragazzi, se pensate di cambiare squadra, sappiate che ci vuole un cuore forte per essere interisti:)

    RispondiElimina
  10. @andima

    Bella vittoria dell'inter..Io supporto tutte le italiane in Europa..Rubentus a parte.

    RispondiElimina