giovedì 27 dicembre 2012

Il babbo e la bambina


C'era una volta una bambina, di quelle moderne e scafate, tutte tablets e Wii. Giunta all'età in cui alcune certezze vengono meno decise di mettere Babbo Natale alla prova. Lo fece nascondendo la lettera a lui destinata in un luogo segretissimo solo a lei conosciuto. Solo l'accurata consegna di quanto domandato avrebbe fornito prova valida della sua esistenza. Nel caso contrario il raggiro degli adulti che la circondavano sarebbe stato definitivamente smascherato.

Babbo Natale non la prese benissimo. Si sa che con l'avanzare degli anni si diventa permalosi e decise quindi di inscenare una inusuale protesta. I regali quella volta li depositó tra il sacco dell'umido e la lettiera del gatto. Sotto l'albero, invece, non lasció niente, con l'eccezione di una missiva piena di lamentele. Ovviamente in inglese. Si perché i bambini smart sapevano bene che l'anziano babbo era finladese e che non poteva di certo conoscere le lingue di tutti i posti che visitava, anche perchè superata una certa età lo studio delle lingue diventa arduo.
 
Nella sua replica l'anziano Babbo si lamentó del doppio standard di cui si sentiva vittima insieme alla sua collega con la scopa, in un mondo dove venivano prese per buone le cose più assurde e stravaganti, dal milione di posti di lavoro, all'abolizione dell'IMU, al cancro debellato entro il 2013, a Ruby nipote di Mubarak, alla profezia dei Maya, al ritorno della lira che avrebbe reso tutti molto più felici e contenti.
Quando invece si trattava di loro ecco che di colpo si diventava schizzinosi, si cominciava a spaccare il capello in quattro, si chiedevano prove e controprove.
Non gli risultava, ad esempio, che l'esistenza dell'Arcangelo Gabriele, o quella dei Re Magi sia mai stata sottoposta a riscontri.
In riferimento alla Befana invece espresse l'auspicio di vederla unirsi alla protesta, in occasione della festività prossima ventura a lei dedicata, per inserire quanto più possibile (suggerimento Letizzetto) i manici delle sue scope in posti poco abituali.

Quanto alla bambina, pare sia stata udita dire in giro che secondo lei la risposta di Babbo Natale è un fake. Ha pure approfittato dell'elevata spiritualità del periodo per farsi spiegare concetti mistici quali ragione e fede.
La fede è quando uno ti dice che la Befana esiste e tu ci credi e basta.
Cosa mai facile da affermare senza che qualcuna delle presenti non chieda perché è lei ad essere guardata mentre lo si dice.

Resta da spiegare come fece Babbo Natale a scoprire quali regali portare. Semplice, una soffiata. La storia è pur sempre ambientata in meridione, darling.

domenica 23 dicembre 2012

Scorrettezza tedesca /2

Campagna PD anti-Merkel

Mi sono adeguato all'antico adagio che dice Pasqua con chi vuoi, vacanze del solstizio d'inverno con i tuoi.

Ho volato [...mi sono guardato intorno e non mi è sembrato di vedere Bagnai* in giro...] con la tedesca Lufthansa.
Avrei voluto scegliere Alitalia ma purtroppo il mio ridotto spirito nazionale mi ha spinto a considerare il ventesimo crash del sito (perfettamente funzionante invece con biglietti a prezzo doppio) come pretesto più che valido per rinuciare.

Il grigiore teutonico da ai nervi. Con i loro aerei che partono e arrivano tutti i giorni alla stessa ora. Con l'addetto che ti cerca in sala d'attesa per farti salire per primo col passeggino. Con l'accesso diretto all'aereo direttamente dal terminal tramite passerella.
Per non dire dello scempio a cui ci è toccato assistere all'aereoporto di Monaco. Roba che se la vede Bagnai convince uno dei suoi seguaci a darsi da fuoco come un bonzo per protesta.
Certo perchè è facile regalare giornali, bevande gratuite, accessi a ambienti con lettini per la siesta nelle sale d'attesa quando si fa dumping sociale, quando si compete in modo sleale, quando si privilegia al calore umano quel piatto efficientismo figlio di un bieco spirito anti europeo.

Ma lasciamoli, i teutoni, al loro grigiore esistenziale. Che ne sanno loro della vita vissuta sul filo delle emozioni?
(i) Del brivido di un volo cancellato tra check-in on line e partenza. [Alitalia, 3 anni fa andata]
(ii) Di quei momenti di pura creatività come quando dopo tre ore ad attendere la squadra di pulizie (Fiumicino) ti improvvisano un referendum on the spot per decidere se attendere ancora o partire lo stesso con l'aereo zozzo. [Alitalia 3 anni fa ritorno]
(iii) Di due giorni di camping a El Prat per effetto di una huelga selvaje. [Iberia]
(iv) Di biglietti acquistati on line e consegnati due giorni dopo la data della partenza. [Iberia]
(v) Di un emozionante scalo in aereporti senza area transiti (Linate) con sicurezza da rifare, tra un volo e l'altro, e coda che arriva alla tangenziale est. [Alitalia]

Saranno contenti i crucchi adesso che Alitalia è di nuovo in crisi e ci tocca ri-salvarla. Tutti sanno perchè i tedesci ricorrono a queste bassezze. La foto parla chiaro.
Poi peró se rivince Silvio e usciamo dall'euro voglio vedere se avranno ancora tutta questa voglia di sghignazzare...


*Economista anti-tedesco e anti-euro
 

giovedì 20 dicembre 2012

Poi mi chiedi..


..come mai ho questa sensazione come di padulo incombente
Comprendo solo adesso perché i Maya hanno deciso di decretrare la fine del mondo al 21 dicembre 2012. Volevano risparmiarsi l'ennesima replica del film horror che va in onda dal 94. Quello in cui il centro sinistra riesce a dissipare qualunque vantaggio in qualunque circostanza.

#Il buon giorno si è subito visto dal mattino quando si è deciso di opporre a Berlusconi un funzionario, in politica dall'epoca del PCI, col carisma di un impiegato di banca (per parafrasare un europarlamentare inglese molto popolare sui siti fogna). Si fosse scelto l'avversario da solo, il nano, non sarebbe riuscito a fare di meglio.
Infatti il giorno dopo tutte le mummie, con lo piduista in prima fila, sono fuoriuscite dalle catacombe nelle quali si erano rifugiate in attesa di tempi migliori.

#Adesso si cerca di rimediare con le parlamentarie. Peccato che il 10% per cento dei posti sia riservato al candidato premier. È come se alle olimpiadi si gareggiasse dal quarto posto in giù, con il podio assegnato a tavolino. Aggiungiamoci i 'derogati cronici', definizione Crozza, che faranno incetta dei pochi posti buoni in lista grazie agli apparati. La parte bassa della lista, quella riservata ai trombati, potrà invece essere scelta con metodo democratico.

#Quando poi si sente un Bersani dirsi contento di avere Berlusconi come avversario diventa molto più facile comprendere quello che provò Zidane quando si vide Materazzi davanti.   
20 anni di legnate sul groppone e ancora devono capire che è invece il peggiore avversario possibile, che il controllo delle TV gli da un vantaggio incolmabile. Infatti gli sono bastati 80 minuti di monologo, in una domenica pomeriggio, con conduttrice in ginocchio, davanti un pubblico televisivo di citrulli per guadagnare il 3% dei voti.

Infine la perla di giornata. Bersani "preferisco prendere il 49% al 51%". Strano è che lo abbia confessato. Per il resto lo si era già capito ed è perfettamente logico. Che pretesto potrebbero più usare per continuare a non fare le cose che la gente si aspetta da loro?

Concludo il post con una nota di speranza, ricordando la profezia di Moretti del 2001 (Con questi leader non vinceremo le elezioni per i prossimi 20 anni) che il tempo sta inesorabilmente trasformando in una più che ottimistica previsione.

domenica 16 dicembre 2012

Domande (parte 2), un riassunto e una provocazione

Piazza Garibaldi

Vorrei riprendere la discussione dell'altro post sull'euro, cominciando con un breve excursus storico.

L'entrata dell'Italia nella moneta unica fu decisa nel 96 all'epoca del primo Prodi. La quasi totalità del parlamento e dell'opinione pubblica furono a favore. Fu necessario vincere la forte resistenza di ambienti bancari conservatori tedeschi e olandesi, che si opposero con tutti i mezzi all'inclusione dell'Italia nell'eurozona.  
Nel periodo successivo alla sua ufficializzazie il governo raggiunse il suo livello massimo di popolarità.
Con il senno del poi si puó dire che Prodi non colse l'attimo per convocare nuove elezioni, dotarsi di quella netta maggioranza politica di cui non disponeva e debellare il cancro berlusconiano ancora ai primi stadi del suo sviluppo.
Purtroppo sopraggiunse il soccorso rosso del grandioso stratega salentino, D'Alema e il resto della storia lo conosciamo. Questi sono i fatti.
Poi come no, tra una pera cotta e l'altra, si puó pure parlare di Euro di Prodi, di crimine finanziario, di complotto. Uno strepitoso complotto con 50 milioni di cospiratori.

Adesso invece qualcuno suggerisce di uscire dall'Euro.
Uno giudicherebbe con l'aria che tira, con i mercati nervosissimi, con il paese in stato di pre-bancarotta e con il debito a 2000 miliardi l'idea quanto meno bizarra.
[Spero qui venga notato lo sforzo supplementare per mantenere il post nel perimetro del politically correct, vedi Domande].
Mi hanno informato di alcuni calcoli che fugherebbero queste paure. Secondo questi ultimi, si avrebbe una svalutazione del 10-20%, un incremento dell'inflazione limitato a fronte di una serie di vantaggi notevoli. Insomma una pacchia.
Si diceva un tempo che le previsioni economomiche sono buone solo per far fare bella figura ai metereologi, e magari per aumentare i visitatori di un blog e le vendite pre-natalizie di qualche saggio.
Eppure i vari Barnard, Bagnai, Grillo etc ce l'hanno un metodo molto efficace per rendere credibile quello che dicono.
Si presentano da un notaio e si impegnano, nel caso le cose dovessero andare peggio delle previsioni, a farsi confiscare patrimonio personale e redditi futuri come risarcimento alla collettività per il danno provocato, e rassegnarsi a vivere con la pensione sociale per il resto dei loro giorni.
Se invece i fatti gli dovessero dare ragione a quel punto non ci sarebbe alcun problema. Diventerebbero gli eroi del nuovo risorgimento italiano. Le statue di Garibaldi verrebbero sostituite con quelle di Grillo. Avremmo un corso Barnard e un Largo Bagnai in ogni città dello stivale.
Il loro personale e meritato arricchimento diventerebbe un'inevitabile conseguenza.

Per buona sorte, va detto, il trio citato non è chiamato a rimborsare il 20% di perdite subite da chi ha venduto titoli di stato, per dargli retta, quando annuciarono in pompa magna la fine imminente dell'euro. Adesso li ritroveremmo come clochards in uno qualsiasi dei su menzionati luoghi pubblici.
Per fortuna siamo un cattolicissimo paese dove impera il principio del chi ha avut, ha avut e una seconda possibilità non la si nega mai a nessuno.

giovedì 13 dicembre 2012

Domande


Scie chimiche

Basta una fredda giornata di sole. 
Basta asservare qualche scia d'aereo al di là del vetro.
E subito c'è chi ti ricorda che qualcuno su internet si pone delle domande a riguardo.
Pure io me ne pongo qualcuna.
Internet, si sa, permette con un click di aggirare i filtri dei media tradizionali. Questi ultimi spesso le idee le filtrano (i) perché invise all'estabilishment, o (ii) perché inutili, farlocche, ridondanti, malscritte etc, o (iii) in quanto farneticazioni da camicia di forza.
Domanda #1. A quale categoria appartiene la teoria del complotto sulle scie chimiche?
Altro esempio. 
Uno ti dice che mafia, evasione fiscale e corruzione sono quisquilie da ladri di polli. Che i mali dell'Italia dipendono da mirabolanti complotti internazionali (adesso vanno di moda l'Europa e la Germania). Che, ci fosse la lira (pardon, la sovranità monetaria), vivremmo un idillio di benessere e felicità.  
#2. Costui è vittima della censura mediatica? #3. O è appena sfuggito agli infermieri del trattamento psichiatrico coatto?



domenica 9 dicembre 2012

La mala hierba


Il collega catalano.
-Il venerdì per tradizione a mensa formiamo un tavolo di spagnoli.
-E tu cosa c'entri allora?
Lui verso la questione dell'indipendenza dice di avere sentimenti contrastanti. La mattina si sveglia che è contro, poi apre il giornale, legge quello che combina Rajoy e diventa a favore.
-Ti capisco. E' esattamente quello che provo con Berlusconi!
In effetti, renderne indipendenti gli elettori dal resto della razza umana, su una qualche colonia extra-orbitale, è il sogno di sempre.

Finisce per confessarmi le profonde e travagliate motivazioni per le quali sotto sotto è contro la secessione della Catalogna.
-Il Barça non parteciperebbe più alla liga.

Il discorso cade su Puyol che al sorteggio Champions vorrebbe il Milan.
-Anche io voglio il Milan!
A qualcuno piace vincere facile.
Gli faccio notare però che Berlusconi in piena campagna elettorale potrebbe decidere di rafforzare la squadra a gennaio.
-La mala hierba nunca muere!
Resta da stabilire se si referisse a Berlusconi o a Flamini.

Vorrei concludere con una affermazione politicamente corretta. Molto corretta.
Anche la più aspra delle contese elettorali deve sempre svolgersi nel pieno ed incondizionato riconoscimento delle rispettive diversità e dell'altrui punto di vista.
É per questo che mi batterò sempre affinché il voto di un berlusconiano continui a essere conteggiato alla pari di quello di un essere umano.

giovedì 6 dicembre 2012

L'upgrade



Allora è passato un anno.

Ricordo di quello che disse la ginecologa alla neo-mamma in sala parto.
-Ti va bene questo bebé? No, perché qui non si applica il soddisfatti o rimborsati.  
-No, no, ripose lei. Mi piace questo qui.
E come se lo rimirava tutto urlante e puzzolente, grondante di sangue e muchi. Da sempre il concetto di amore materno è legato a fil doppio con quello di scarrafone.

Per il resto è facile dimenticarsi che un anno è composto solo da 365 giorni. Specie quando ti aspetta una pila di volumi, freschi da Amazon, su come educare un moccioso.
Nel primo paragrafo di norma ti spiegano, che quando hanno meno di un anno non c'è modo di educarli. Che gli si cambia i pannolini, li si nutre ogni tre ore, e poco altro. Di sicuro non un motivo sufficiente per rinunciare a un qualunque posticipo della serie C Neo-Zelandese

Adesso però c'è stato l'upgrade. A un anno non si è più baby ma toddler, spiegano dottamente gli esperti. Ora si che devi cominciare a spiegargli le cose. Ludo, per far capire l'aria che tira, ha già pensato bene, a 12 mesi e un giorno, di sfasciare una piastrella del bagno.
Certo, ancora non cammina, a differenza del figlio di quella mia coetanea che è nato una settimana dopo di lui [l'utilità di Skype a volte è sbalorditiva].
Ma si sa che strisciare sul pavimento è molto più pratico e confortevole e non comporta rischi di deambulazione.  

Le sue capacità logico-deduttive sono comunque impressionanti.
L'altro giorno dopo avermi sentito pronunciare una qualche amenità sull'appartamento che sembrava lo sversatoio di via Cuciniello, la madre gli ha chiesto di dirle chi fosse secondo lui il rompipalle della casa. E lui me l'ha subito indicata puntando il dito.
L'ho sempre detto che il talento è tutto.

domenica 2 dicembre 2012

Cose brussellesi...da copiare


Alcune cose che funzionano bene a Bruxelles:
  • Proton. Porta monete elettronico, utilizzato in genere per pagamenti sotto i 15€. Si accredita la carta a partire da un conto bancario. Non serve un codice pin per l'utilizzo. E' un sitema molto diffuso dato che riduce fortemente i tempi della transazione e il tempo necessario per i commercianti a fine gionata per fare cassa.
  • Carta di identità formato smart card. E' molto simile ad una carta bancaria con pin. Se si dispone di lettore di smart card (costo 15€) è possibile effettuare tutta una serie d'operazioni burocratiche direttamente dal PC. Dichiarazione dei redditi, Iva, etc...
  • Self scan al supermercato. Il cliente effettua la lettura dei codici a barre dei prodotti acquistati con un dispositivo wireless. Si puo' verificare facilemente il totale di quanto acquistato e per pagare poi si utilizzano casse speciali con tempi ridotti e controlli random.
  • Car sharing. La rete cambio è molto sviluppata ed efficiente. Permette di fare a meno dell'auto senza rimpianti e dalla 23 alle 7 di mattina si pagano solo i chilometri percorsi.