domenica 28 luglio 2013

Considerazioni aggiuntive sul bamboccismo


C'è un paradosso.
Chiami uno 'bambino', si sente offeso perché gli stai dando dell'immaturo.
Chiami uno 'ragazzo', è contento perché gli stai dicendo che è giovane.

Mi viene in mente una frase:
I giovani pensano che i vecchi siano degli sciocchi, i vecchi sanno che i giovani sono degli sciocchi.
Pare che sia di Shakespeare

Se chiami ‘ragazzo’ uno che non lo è, quello che gli stai realmente dicendo è che lo trovi meno evoluto di quando dovrebbe essere. Del resto se a 40 anni non si fa più quello che si faceva a 20 un po' è perché si invecchiati, un po' perché si andati oltre.

Caso ancora peggiore è quando l’etichetta ce la si auto attribuisce. Quando ti auto-definisci ragazzo ti stai auto-escludendo dalle cose che richiedono per complessità un percorso minimo di crescita. Stai dicendo che fare il manager, il professore, il sindaco, il ministro non è per te.
In breve, stai confessando che il tuo posto è lo stage, il Mc Donald o il call center.

Non c'è dubbio,  la gerontocrazia è il lato B del bamboccismo.

giovedì 25 luglio 2013

La retorica dei cervelli in fuga

 


Dammi due parole. Fuga e cervello.

La fuga. Certo il termine fuga è figlia di una spettacolarizzazione mediatica.  Da un tocco di eroismo all'azione, mette il protagonista al centro della scena e evoca il cattivo del film che te la vuole impedire. La realtà delle cose è molto più prosaica. La scelta di chi parte avviene nell’indifferenza più totale. Dopo un mese  il resto del mondo, ascendenti esclusi, si  è scordato della sua esistenza e Quelli che restano si sentono un po' più larghi, felici di avere un problema in meno da risolvere.

Detto questo, resta il fatto che dei 2,5 milioni della nuova emigrazione la maggior parte non emigrerebbe se trovasse le condizioni per non farlo. Molti partono per i motivi più diversi, per il desiderio di vedere altro, di esplorare. La maggior parte peró resterebbe se potesse. Per cui il termine fuga, per quanto melodrammatico, è quello dei due che va meno lontano dalla realtà.
(L'idea di fuga sarebbe smentita se a fronte di italiani che decidono di 'realizzarsi' in Svezia, Irlanda o Belgio ci fosse un flusso equivalente e di segno opposto di Svedesi, Irlandesi e Belgi che vengono a 'ritrovare' se stessi in Italia).

É sul concetto di cervello che l'asino sembra cascare. Si è detto che un cervello è colui che decide di fornire i propri servigi ad alto valore aggiunto altrove, in tal modo avvantaggiando un paese diverso da quello che lo ha formato.
Ma tradizionalmente un cervello non era colui che con la  sua azione avvantaggia l’umanità intera? Che ne aumenta il patrimonio di conoscenza? Un capolavoro letterario è a disposizione di tutti,  una scoperta medica importante diventa patrimonio universale. Se qualcuno parte e i vantaggi del suo operato sono localizzabili esclusivamente nel paese in cui opera è proprio quella la prova che in non si è in presenza di un cervello.

Inoltre, é perfettamente normale che 'un cervello' emigri. Le dimensioni ridotte di un paese, la divisione intenazionale del lavoro spingono altrove chi ambisce a soddisfare determinate ambizioni. Se aspiri a mandare l’uomo su Marte un paese come l'Italia ti può stare stretto. Se ti ambisci a fare l’impiegato in ufficio dovrebbe bastare e avanzare.
Visto che l’emigrazione dei cervelli è cosa normalissima, mentre quella di tutti gli altri no, che si fa?
Si fa rientrare nel concetto di 'cervello' quello di lavoro qualificato. Cervello diventa chiunque parta avendo in tasca un diploma o una laurea e si fa passare per normale anche l'emigrazione anche di chi in realtà dovrebbe agevolmente trovare collocazione in patria.
Questo è il fine ultimo della retorica dei cervelli in fuga. Occultare il fallimento di una nazione.

domenica 21 luglio 2013

La corda al collo

Ecomostro in costruzione tra Parlamento Europeo e Consiglio
Si discuteva del proliferare di nuove costruzioni nel quartiere Europeo.
-Qui la bolla immobiliare non ci sarà. E poi ho fatto un mutuo di mezzo milione.
Come sempre la bolla immobiliare è sempre quella degli altri.
A tal proposito, mi è capitato tra le mani un testo in cui si confutavono alcuni stereotipi grazie ai quali la propaganda immobiliarista riesce a spacciare il più speculativo degli investimenti per qualcosa di sicuro, conveniente e  senza rischi. Ci si riferiva al mercato USA ma non vedo alcuna differenza con la situazione italiana. Riassumo.

#1. I prezzi delle case vanno sempre su, la terra è scarsa, la popolazione cresce.
Siamo reduci dalla peggiore bolla immobiare della storia, si è costruito in eccesso dovunque, con qualità modesta, in periferie distanti che richiedono ore di pendolarismo, con i prezzi dei carburanti in costante ascesa. E se la popolazione cresce è solo grazie all'immigrazione, metre l'età media cresce e i baby boomers metteranno in massa sul mercato le loro case per passare a qualcosa di più piccolo. Nessuno comprerà queste case. Il crollo è irreversibile.  

 #2.  Devi comunque pagare l'affitto. Tanto vale pagarlo a te stesso alla stregua di un piano d'investimenti.
Una famiglia media USA compra casa del valore di 256.000$  anticipandone 50000$  con mutuo trentennale a 1100$ mensili. Essendo per i primi 16 anni  la quota interessi maggiore della quota capitale, verso la metà della durata del prestito avrà rimborsato si e no il 20% del capitale.
Ma un proprietario di case ha costi che un affittuario non ha. Tasse, manutenzione, spese condominiali, assicurazioni che azzerano qualunque guadagno lato capitale.
A ben guardare, é ben più probabile che a quel punto un affittuario se la passi meglio di un proprietario. Perché (a) puó valutare le migliori opportunità a 360 gradi libero dalla moderna servitù della gleba rappresentata da un mutuo bancario. (a) Non è soggetto allo stress di doversi guadagnare del reddito già speso.

#3. Ripagato il mutuo sei libero a vita.
Campa cavallo. E la manutenzione? E le tasse immobiliari? E le spese condominiali? Se non paghi una multa su cosa Equitalia si viene a rivalere? Quando un paese si avvicina alla bancarotta chi è che ha meno vie di scampo se non un proprietario di immobili? Scrivi un post e su cosa si rivale la prima sottocapra che ha appena finito di guardarsi Studio Aperto e ti minaccia di mandarti l'avvocato?

La realtà triste è che a salari e prezzi correnti, anche quelli post bolla ben pochi possono realmente permettersi l'alloggio di proprietà. Sarà cinico, ingiusto e brutto a dirsi quanto si vuole. Ma la soluzione non è indebitarsi fino al collo con una banca.

giovedì 18 luglio 2013

Le livre des Rabinovitch


Consigli per la lettura; Le livre des Rabinovitch di Phippe Blasband. Si raccontano le vicende di una famiglia ebrea. La saga si stende su tre generazioni, dai primi  anni venti fino ai giorni nostri. Bruxelles e la storia del secolo passato fanno da sfondo.
La peculiarità del romanzo è la sua struttura narrativa. In ognuno dei capitoli ciascuno dei membri della famiglia diviene narratore delle proprie vicende, seguendo l'ordine delle posizioni nell'albero genealogico.
Si comincia con la storia di Zalman, il capostipite e del pogrom che gli costa la vita. Segue la narrazione di sua moglie, Lea.  La fuga dalla Polonia e l'approdo casuale in Belgio, l'infanzia dei quattro figli fino allo scoppio della guerra.
Elie, il primogenito è il personaggio chiave. Il pilastro centrale su cui si poggia il romanzo.
Dopo la morte del padre ancora bambino dirige la fuga della famiglia dalla Polonia. Certo, sottovaluta il pericolo del nazismo, non comprende appieno la drammaticità della guerra, sbaglia fatalmente nello scegliere quale è il familiare che deve essere salvato da se stesso. Ma che resta il punto di riferimento, il trait d'union, che li tiene insieme. Colui che si sostituisce al figlio Nati, surrogandone i doveri di padre, nello sbloccare l'esistenza di Ernst, il nipote prediletto.
La visita al suo capezzale è il momento di riferimento temporale di quasi tutti  iracconti.
Poi viene il breve quanto tragico racconto di Rifka. Poi quello di Sarah vittima della sua bellezza. Quello di Arie, l'ultimo genito, altro personaggio chiave del libro. Infine ci si appropinqua ai giorni nostri con le storie dei membri di terza generazione.
Blasband è bravo a calarsi nella soggettività di ciascun personaggio. Ognuna delle recite è diversa dalle altre per stile, linguaggio, modo di narrare. Ciascuna di esse costituisce uno sguardo retrospettivo verso eventi passati dove il filtro dei ricordi associato a dimenticanze, dicerie, voci non confermate, pettegolezzi, omissioni volute contribuisce a creare zone grigie.  A quel punto la certezza dei fatti lascia spazio all'interpetrazione creativa del lettore. È Arie figlio di Zalman o del polacco? E cosa gli è realmente successo dal momento in cui si separa dal fratello a quando riappare nel 51? Come è morto Rozman?

Certo i racconti sono costruiti in modo da complementarsi ma la mancanza di un filo conduttore unico non toglie nulla alla piacevolezza della lettura.
Un difetto? Non è ryanair friendly.
Vale a dire, non c'è la versione per il Kindle.

domenica 14 luglio 2013

Bruxelles underground

Teatro de la Samaritaine
Il nostro portale d'accesso alla Bruxelles underground è il arsene50, sito per l'acquisto last minute di biglietti cinematografici o teatrali a metà prezzo. Non solo c'è il risparmio economico. È anche un modo per venire a scoprire cose di cui non avresti avuto notizia.

Si prenda, Rue de la Samaritaine, un vicoletto sperduto nei meandri di Marolles. Non ti sogneresti mai di passarci e non è nemmeno semplice individuarlo sulla carta. Ci arrivi in un giorno uggioso, l'ambientazione è spenta. I vicoli circostanti inanimati, resi morti dal grigiore del cielo uggioso e dalla pioggia.
Poi imbrocchi l'angolo giusto e ti trovi, di colpo, nel mezzo schiamazzi di una festa di quartiere. Gli abitanti sono allegramente seduti lungo tavolate disposte per tutta la lunghezza del vicolo, felici come se si trovassero a Capri. 
Del teatro neanche l'ombra. Eppure il voucher parla chiaro: rue de la Samaritaine 17. Riguardi e ancora non vedi niente. Aguzzi la vista e solo allora scorgi una porticina, sotto una piccola insegna. É alta massimo un metro e mezzo e da su un cunicolo. Ci si deve curvare per entrare e finalmente il teatro si materializza. Bar/foyer, biglietteria, bagno, pubblico. Tutto concentrato nello spazio di un'arcata d'accesso ad una cantina sotterranea. La sala è piena di gente, seduta davanti ad un palco di 10 metri quadri. Escono gli attori e l'ora e mezza vola via.

C'è un altro luogo dove Arsene50 ci conduce quasi tutti i  venerdì con babysitter. È il cinema Aventure.
Sebbene si trovi a due passi dalla borsa in pochi lo conoscono. È ben occultato nel mezzo di un involucro di case antiche il cui interno è stato trasformato in galleria commerciale coperta. Una delle tante del centro risalenti all'epoca bella della Brussellizzazione. Percorrendola in senso orario, in corripondenza delle tre, ti trovi difronte l'entrata del cinema. É un multisala dall'insegna stile cinema americano anni 70. I film sono però di qualità e senza di pubblicità.

L'altro giorno c'era confusione insolita. Entriamo e ci troviamo in una sala dove, al posto di un film, c'è una festa brasiliana con musica dal vivo. Non c'è un posto vuoto. Si beve e si balla. Ci dimentichiamo del film e l'addetto viene a ricordarcelo.
Si tratta di una commedia belga 'Je suis supporter du Standard', una caricatura spietata del tifoso tipico per il sollazzo estremo di colei che mi ha portato il muso per un ora per averla costretta a vedere un film sul calcio.
La saletta ovattata è tapezzata di azzurro con poltrone alte, larghe e soffici e visione initerrotta per l'architettura a tribuna. La proiezione film procede mentre, dall'altro lato arrivano come una eco soffocata i rumori della festa che continua imperterrita.
Lunga vita al cinema Aventure.

giovedì 11 luglio 2013

Il costo della vita a Bruxelles


Visto che il post che interessa di più è quello sul costo della vita e visto che risale al 2009, direi che è venuto il momento di dare una rinfrescata.

Spesa  
1l latte 0,65, 1kg melanzane1.55€, 1k mele 1.55€ , vaschetta fragole 3-5€,  1kg peperoni 2,5€, 500g Spaghetti De Cecco 2€; 1kg pane bianco 2.5€;  granapadano 17,50€ al kg; lattina coca-cola 0,45€

Alloggio
Dicevo nel post precedente: 
Il fitto di un appartamento di 70 mq si aggira sui 700€ spese comprese, un monolocale sui 450-500€. Certamente non prezzi da saldo ma comunque ben più bassi rispetto alle capitali che la circondano (Parigi, Londra, Amsterdam).
Rispetto ad allora i prezzi hanno avuto una forte sterzata verso l'alto (i) per effetto del boom demografico dovuto alla forte presenza di popolazione di originr immigrata, (ii) per l'incremento dei prezzi dei carburanti, e (iii) per le politiche della Regione Fiandre che incentivano la polazione a spostarsi nella capitale.
Per cui a quelle cifre vanno aggiunti dai 150€ ai 200€.


Trasporti
abbomamento mensile STIB 46.50€; biglietto corsa singola 2,00€; biglietto 10 corse 13.35€; 1l super 1.6€; 1l diesel 1.3€; assicurazione utilitaria 1350€; Fitto garage 100€ mensili (dipende dalla zona); Car sharing utilitaria: 2,5€ per ora + 0,30 per Km percorso.


Internet/tv
53€/mese connessione 100m/bit illimitata + tv + telefono fisso (chiamate illimitate su fissi nazionali paesi confinanti e gsm nazionale dopo le 18 e week-end). [quella che ho io, numericable.be


Sanità/Servizi
visita otorino 25€; visita pediatra 45€; avvocato esperto 300€ all'ora.

Ristoranti / Bar
2 Pizze+birra+2 ½ acqua+caffé 40€; milk shake + drink analcolico 13€.

Salari
 [*]Portiere di stabile 1200€ netti/mese + alloggio + spese; Programmatore senior 1800-2000 € mensili (x13).


* L'Unione Europea non ha nulla a che vedere col mercato del lavoro belga.

domenica 7 luglio 2013

Il premiato postificio VinzInBxl


Sottotitolo: Agosto [*] blog mio non ti conosco

Quest'anno il blog resta in città a sgobbare mentre il blogger si illude di potersi sollazzare sulle rive del ridente Calabrong.
Basta mettere da parte i pregiudizi. Una passata al micronde, una aggiunta d'olio e sale, ed il post surgelato è come appena fatto.
E comunque saranno posts un po' hors de serie, differenti, si spera, dalle boiate solite.
Adesso mi sento come quel coach che deve scegliere la sequenza dei rigoristi e finisce per mettere i randellatori in coda.

Due cose. (1) É un bene colei che cerca la ragione per la quale i miei bagagli non sono ancora pronti passi raramente da queste parti. (2) La prossima volta voglio un salario.
E per chi resta, buona continuazione di non-estate.

[*] Sarebbe luglio ma qua non starei a spaccare il capello in quattro.

giovedì 4 luglio 2013

Il nuovo che avanza


Calcolavo la perfomance mozzafiato di una polizza sottoscritta nel 2000 presso nota assicurazione italiana: 11%. In 13 anni. Mi resta solo da scegliere l'isola caraibica su cui trascorrere gli anni grigi.
Decido di liquidare tutto e scrivo per farmi spiegare come fare.

Risposta #1:
La preghiamo di inoltrarci una sua richiesta scritta e da lei firmata , alla quale sia allegata copia di un documento di identità in corso di validità , con la firma leggibile e copia del suo codice fiscale. 
[..] indirizzata a [AssicurazioneX] [Indirizzo Y], 20122 Milano. 
Il nostro Ufficio Liquidazioni una volta ricevuta la sua richiesta avrà cura di informarla su quali ulteriori documenti sono eventualmente necessari.

Mi chedo di quali documenti ulteriori possano ancora aver bisogno. Forse, l'attestato che mio nonno non era un flipper, per mezzo di piccione viaggiatore a/r. Chiedo il recapito dell'ufficio liquidazioni, per far prima.

Risposta #2:
Rispondiamo alla sua email e Le significhiamo quanto segue :
Può contattare il nostro Ufficio Liquidazioni al numero di fax 02 XXXX XXXX

Evito di inviare la replica che avevo preparato d'istinto. Il fatto che ti chiedano di usare cimeli che altrove troveresti al museo del modernariato non è un buon motivo per mandare risposte acide. Penserebbero che gli invidi il clima (e l'aria buona).
Basterà invece inviare una cortese letterina, correttamente redatta, con qualche casuale parolina magica gettata qua e là (tipo, esposto all'IVASS). Possono contorcersi quanto vogliono ma non hanno scampo.

Concludo con una nota di ottimismo. Da soddisfazione sapere che i governi ad ogni latitudine elargiscano fior di sgravi fiscali per incentivare tutto questo a scapito dei sistemi pensionistici pubblici.