domenica 27 giugno 2010

Casa o trappola per topi?


Conosco diverse persone che di recente hanno fatto un'offerta d'acquisto per un'abitazione. In tutti i casi l'offerta è sfumata a causa di una contro-offerta al rialzo giunta al venditore. E' evidente che il calo dei valori immobiliari è stato minimo qui a Bruxelles e di breve durata. Va anche detto che essi non avevano mai raggiunto i livelli astronomici delle capitali circostanti. E' ancora possibile trovare casa in prossimità del proprio luogo di lavoro a prezzi non lontani dalla media di mercato.
Quello che mi ha molto colpito è la pesantezza dei mutui a supporto di queste offerte. Tutti al di sopra di 1000€ di rata mensile, per non meno di 20 anni. Una delle coppie arriverà a pagarne 2000 €.
Rimango esterrefatto. E' il modo più facile e sicuro per rovinarsi l'esistenza.

Il convincimento per cui l'acquisto è sempre e comunque preferibile al fitto è duro a morire. La propaganda delle lobby immobiliare finanziarie è stata brava a farlo passare.
Contrarre un mutuo però vuol dire spendere reddito futuro che si deve ancora percepire. E' una scommessa rischiosa. Perché la si vinca tutto deve filare liscio come l'olio per diversi decenni. Nulla deve andare storto. Non si può perdere il lavoro, non ci si può ammalare. Ci si incatena ad una routine dalla quale non si esce più. Non si ipoteca solo un immobile ma un'intera esistenza.

Certo nella maggior parte dei casi non si può evitare di contrarre un mutuo. Ma affinché l'acquisto sia preferibile al fitto la rata non dovrebbe mai superare l'80% del reddito netto dell'appartamento. Al di sotto di quella soglia è una scelta ragionevole, al di sopra è gioco d'azzardo.
Purtroppo una soglia di questo tipo oggigiorno la si ottiene solo anticipando per lo meno la metà del capitale. E' una delle tragedie del nostro tempo.

Pagare 2000€ mensili su un appartamento che si fitta a 800€ è una scelta a dir poco delirante. Si pensa di investire su una proprietà ma si è vittime di un raggiro. Infatti le banche si guardano bene dal far ben comprendere che è soltanto nella seconda parte del prestito che di fatto si restituisce il capitale e che per moltissimi anni il grosso di quei 2000€ sarà composto prevalentemente da interessi. Si tratta cioè di una spesa a fondo perduto ne più ne meno di un fitto. Con una rata così nella fase iniziale gli interessi superano di gran lunga un fitto di mercato!

La scelta è stupida anche nel caso in cui si abbiano entrate di gran lunga superiori (e non è il caso dei miei conoscenti!!). La cosa più logica sarebbe versare in un fondo la differenza tra rata ipotetica e fitto reale allo scopo di costituirsi un buon anticipo per un acquisto futuro.

E poi si sottovaluta la flessibilità che ti da la scelta di fittare. Il giorno che se ne dovesse avere abbastanza del proprio impiego o della città dove ci si trova basterà inviare un preavviso e comprare un biglietto aereo low cost.
Si dice, casomai rivendo. Certo ma tutti costi fissi, notaio, istruttoria, tasse, etc sono perduti in partenza. In più chi ti garantisce, in una fase di prezzi calanti, che i ricavi saranno sufficienti a ripagare il debito?
Una banca non è per dare consigli. Prima ce lo si toglie dalla testa tanto meglio. Il suo fine è venderti cose e fare profitti. Sarebbe il caso di insegnarle a scuola queste cose.

venerdì 18 giugno 2010

La battaglia d'Inghilterra


Oggi vorrei parlare di lingue e non per caso. A giugno, si sa, è tempo di esami.
Il destino mi ha portato a dover fronteggiare una delle mie vecchie bestie nere il Cambridge Certificate of proficiency in English. E' il più alto nella gerarchia dei test d'inglese per stranieri. Un' ora e mezza di reading, un'altra ora e mezza di use of english, 2 ore di writing, 40 minuti di listening, 30 minuti di orale. Non c' è casualità o fortuna che tenga. Il tuo inglese viene scandagliato implacabilmente nei dettagli.

Ci avevo già provato alcuni anni fa senza successo. Altri tempi, altra mentalità.
Sopravvalutai le mie conoscenze. Succede quasi sempre con gli studenti di lingue. Ero convintissimo che il mio inglese fosse più che sufficiente, che nessuna preparazione supplementare fosse necessaria, che ai damerini provenienti da Cambridge non spettasse che prenderne atto e consegnarmi il certificato. Si dice che ogni errore è una lezione che si aveva bisogno di apprendere.

E' poi molto facile sottostimare quanto sia arduo padroneggiare l'inglese a livello più elevato. E' infinitamente più complicato di quanto generalmente si creda.
Chiunque, ad esempio, direbbe che il tedesco è più difficile. Eppure ricordo una delle mie prime insegnanti sostenere l'esatto contrario. Era londinese di madre tedesca. Diceva che il tedesco ha moltissime regole, ma non ha molte eccezioni, che la pronuncia è schematica e leggendo non si salta nulla di quello che è scritto. L'inglese invece ha poche regole ed un'infinità d'eccezioni.

Si prendano i verbi del francese. Saperli coniugare richiede la conoscenza di un vasto ma non infinito numero di casistiche. A conti fatti basta saper coniugare il presente. I verbi irregolari invece sono pochi e per giunta sono i più comuni. Con i verbi inglesi è l'esatto contrario. Le regole di base sono poche ma i verbi irregolari sono migliaia e migliaia.

Poi ci sono le collocazioni ossia combinazioni di termini strettamente associati l'uno all'altro.
Non si tratta più di memorizzare singole parole. Sono intere sequenze di termini a dover essere ricordate. Poi ci sono i famigerati phrasal verbs, poi le espressioni idiomatiche. Cercare di barcamenarsi in questa massa infinita di nozioni è come voler svuotare il mare con un cucchiaino.
Eppure è indispensabile per passare il CPE. L'euroenglish non basta.

Nonostante mi stia cimentando con questa lingua da anni devo confessare che questo esame non è ancora completamente nelle mie corde. Il mio inglese sarà avanzato ma forse non ancora proficient. Questa volta peró niente presunzione. Il test l'ho preparato, eccome. Mi sono procurato tre testi nel tentativo di rafforzare tre aree chiave. English collocations in Use, English phrasal verbs in Use e English idioms in Use.

Rifare questo test è come tornare sul luogo del delitto. E' forse l'ennesimo tentativo di valicare l'invalicabile, di disconoscere i limiti. Ma ma il certificato questa volta mi serve per davvero. Per un corso universitario.

All'esame non c'erano più di venti candidati (pochini per una capitale), nessun italiano, nessun pig. L'orale si fa in coppia. A me è capitata una francese. Siamo più o meno allo stesso livello, mi ha detto uscendo. Ma speriamo di no, ho pensato.
Come è andata? Non saprei. Meglio dell'altra volta di sicuro. Bene reading e use of english, meglio anche listening e colloquio. Poi però è arrivato il writing. Due testi di 300-350 parole da scrivere in due ore. Molti sono convinti sia la prova più facile. In realtà è quasi sempre che di solito casca l'euroasino. Per cui sarà meglio aspettare il risultato. Il re-sit è il 5 dicembre.


2010-08-03 aggiunta successiva: come è andata a finire....

giovedì 10 giugno 2010

E se la Corea del nord vincesse il mondiale?


Ho proposto ad Ala la seguente scommessa:
Se la Corea del nord vince il mondiale ti pago 1000€, se non lo vince tu me ne dai 10€.
Ha accettato con entusiamo convinta di essere sul punto di fare un affare. Non le è passato per la testa che in realtà stavo provando a fregarle 10€. Che vergogna.

Ora che ci sia un abisso tra percezione e realtà non è una novità ma che da essa ci si possa trarre profitto non mi era mai venuto in mente.

Ala non ne capisce di calcio. Ma se per questo nemmeno un salumiere ne sa molto di calcolo delle probabilità. Se uno gli si propone una scommessa di un euro in cambio di 60 milioni a patto di indovinare 6 numeri su 90 quello pensa di aver ricevuto una proposta vantaggiosa. La lotteria è la forma più complessa di sfruttamento commerciale dello scarto tra razionale ed emotivo.
Il percepito è che 60 milioni potenziali valgano molto di più di un euro. La realtà è che un euro è più di 0 euro.
Poi qualcuno la lotteria la vince per davvero. Ma se costui moltiplicasse la speranza matematica della vincita per la posta puntata scoprirebbe che avrebbe dovuto ricevere 3 miliardi invece di 50 milioni. Il vincitore del super enalotto dovrebbe incatenarsi per protesta ai cancelli del ministero delle finanze invece di festeggiare al bar.

Ai 10€ di Ala ci rinuncio, era un esperimento. Ma se la Corea del nord dovesse vincere il mondiale i 1000€ sono suoi lo stesso. Lo giuro.


28.07.2010 - Come è andata a finire ......
Incredidile episodio in Corea del Nord, disfatta ai modiali, giocatori alla gogna [repubblica]

domenica 6 giugno 2010

Italiani in Belgio



La festa della repubblica italiana non è passata del tutto inosservata qui in Belgio. Il 2 giugno uno dei principali canali radiofonici, Vivacité, ha dedicato l'intera programmazione giornaliera all'evento. Si parlava degli Italiani del Belgio, di come essi si relazionano con il paese d'origine, e di come l'Italia oggi sia percepita dai belgi in generale.

Si fa notare come ancora sentimenti anti-italiani non siano del tutto sopiti. In molti dei commenti arrivati in studio si parla dell'Italia come un paese di mafiosi e di imbroglioni. Si banalizza. Italia uguale mafia. Senza sfumature.
La relazione è di amore odio. I giudizi sono estremi anche da parte di chi ha opinioni diverse. Va in onda la chiamata di una donna che ha sposato un italiano e che ha vissuto per anni a Cesena. Se potesse in Italia ci ritornerebbe domani mattina, dice. Ma come non c'è xenofobia? le chiedono, non è la terra dei piccoli imbrogli, della corruzione? E gli italiani, non sono ostili verso gli stranieri? Sono luoghi comuni! risponde la italoentusianta. Gli italiani sono apertissimi, il clima è magnifico, il cibo delizioso, c'è gioia di vivere, etc. Dello stesso tenore la chiamata di un'altra belga. Dice di aver vissuto un po' di tempo in Italia, con salario belga però. Un idillio a suo dire.

I colpi più duri al mito del belpaese arrivano però da due donne nate e vissute in Belgio con genitori italiani. La prima, una certa Claudia, dice che si è vero l'Italia è magnifica. Ma solo in vacanza. Abitarci è tutta un'altra storia. Lei ci si trasferì per un po', al sud. On galère, afferma, si fa la botta. E' difficilissimo trovare impiego. Quando lo si trova le condizioni sono opprimenti, i datori di lavoro fanno il bello ed il cattivo tempo, gli straordinari non vengono pagati. Il suo salario a malapena raggiungeva i 700€, quando lo pagavano. Eppure veniva considerata fortunata. Da straniera aveva ottenuto quanto molti italiano non riuscivano a raggiungere.
E gli italiani? chiede il conduttore, non protestano? No, non possono. O questo, o niente.
Ancora più dura è la seconda delle due 'italiane'. Stavolta si parla degli italiani in Belgio. Sono insopportabili, dice. Non fanno altro che esaltare la cultura italiana e denigrare quella belga. Per loro in Italia è tutto buono. E poi sono maschilisti. L'uomo deve sempre avere l'ultima parola. Ma non è forse un cliché? chiede il conduttore. Macché sono di origini italiane, li frequento, so che non è un luogo comune. Tuttora. E gli italiani in Italia? Meno, le donne oggi sono più assertive, ci si ride su. Gli italiani del Belgio invece hanno perso del tutto il lato ludico del maschilismo.
Viene riportato poi il commento di uno spagnolo. Piove sul bagnato. Per lui gli Italiani del Belgio credono di essere i migliori del mondo, tutto quello che non è italiano per loro non è buono.

Si inizia a discutere di cinema. Ospite un critico. Parla di due film italiani appena passati a Cannes. Draquila della Guzzanti, divertente documentario alla Moore con forti venature satiriche, dice il critico. Spiega il gioco di parole del titolo a simboleggiare la vampirizzazione del terremoto da parte di Berlusconi al fine di distogliere l'attenzione dagli scandali sessuali che lo stavano travolgendo.
L'altro film in discussione è Nostra vita di Lucchini. Si occupa della crisi attuale italiana però stavolta l'asse del film è più orientato verso la dimensione familiare della storia. Entrambi i film saranno passati nelle sale cinematografiche belghe.
Ma che fine ha fatto il cinema comico? Per anni attori quali Sordi hanno fatto la storia del cinema. Tutto finito, risponde il critico. La causa è stata l'avvento della tv commerciale. Ci sono molti comici resi popolari dalla tv ma sconosciuti all'estero. Le commedie italiane di oggi sono inesportabili.
Il conduttore si domanda come mai tutte queste storie di controemigrazione si siano tradotte in un fiasco. Fallimento dell'Italia o successo del Belgio? La risposta forse è nell'intervento di un italiano, d'Italia mi è sembrato, tale Salvatore. L'Italia di oggi non ha più morale, dice. Berlusconi è diventato ormai un esempio. La maggior parte degli italiani in Belgio gli è contro ma in Italia riscuote ancora molto successo. Se lo ha fatto lui allora lo posso fare anch'io, questo ormai è il pensiero dominante. Ma quando questa perdita di moralità ha avuto luogo? gli chiede il giornalista. In seguito alla caduta di Craxi quando l'avvento del Berlusconismo ha affossato mani pulite.

Questo è quanto. Il link non sono riuscito a trovarlo ma spero di aver riprodotto il più fedelmente possibile quanto ascoltato.