giovedì 30 ottobre 2014

E vissero infelici e scontenti


Lei, una vita in giro per la Francia al seguito del marito militare.
Una tenuta ereditata dal nonno giù in Salento sperduta tra aranceti, muretti a secco e ulivi secolari a perdita d'occhio. Immersa nel buio nero-pece della notte salentina. Senza tracce di vita apparenti e senza luci, eccetto quelle delle stelle nelle sere di cielo sereno.
A due passi da paesaggi da cartolina e città d'arte.
Racconta che non sono rientrati da molto, due anni appena.
Gli chiediamo se è veramente il sogno che si realizza, la tanto agognata destinazione finale.
Manco per niente.
Spiega che ne ha già abbastanza, del contesto, dell'inaffidabilità della gente, dell'inderminatezza e dei muri di gomma, delle pastoie. Di sforzi massimi per risultati minimi.

-Non sono più abituata. Mi sa che ce ne andiamo.
Magari venderanno, magari daranno in gestione. Forse cambieranno idea.
Quello che è certo è che gli idilli esistono nelle fotografie dei turisti e nelle nostalgie manipolate di chi emigra. 

domenica 26 ottobre 2014

Il suo grosso grasso matrimonio pugliese


Puó capitare a qualunque matrimonio che, in chiesa, un qualche nanerottolo si metta, alla fine delle promesse, a gridare a squarciagola: "Moi aussi!!!" (anch'io!).
Basta trasformagli i mesi in anni ed ottieni quasi l'età giusta, a detta degli esperti, per congolare a giuste nozze.

Se poi quello stesso individuo pochi minuti dopo esclama, ad acustica amplificata, "pipi'!" e si abassa i pantaloni con l'intento di farla sul posto, il minimo che si potrà attendere è essere preso di peso e portato fuori.
La differenza, rispetto a quando i conti si fanno in anni e non in mesi, è che ridono tutti.

Ci tengo a dire che questa trasferta pugliese mi sta mettendo di buonissimo umore, che saltare da agriturismo in masseria solleva e non poco lo spirito, che non ho alcuna intenzione di parlare di occasionali buzzurri che ti si mettono davanti in una fila come se fossi trasparente, né di SUV casualmente parcheggiati sulle strisce, né di segnaletica. Niente di niente, solo positività.
In effetti avrei trovato una proprietà con trullo ristrutturato, piscina e qualche ettaro di uliveto. Vorrei trasferici la residenza, ma anche domani mattina. L'unica cosa è il prezzo.
I 250000 richiesti preferirei pagarli in vecchie lire.
Ecco, colgo l'occasione per chiedervi di sbrigarvi ad uscire dall'Euro.

giovedì 23 ottobre 2014

Me, Bruxelles and I


Capo-redattore Finacial Times su expat magazine

A proposito del FT, la sua linea sull'EU è conosciuta. Avversa ma senza dare troppo nell'occhio, una sorta di antieuropeismo ineffabile.
l-EU-è-un-po'-cosí, l-EU-è-un-po'-colà, l-EU-si-ma, l-EU-si-peró.
E vari altri contorcimenti quotidiani di questo tipo per non farsi scambiare per Farage.
E qual'è il giornale che ogni eurocrate di rango non rinuncia mai a ricevere quotidianamente, costi quel che costi (e costa un veramente un sacco)?
Il Financial Times, of course.
Non c'è dubbio, il commissario europeo gode molto a sentirsi dire ogni mattina che fa schifetto.

domenica 19 ottobre 2014

Liberismo col culo degli altri /2

Eroi del liberismo

Sono passati cinque mesi dalle elezioni.
Non solo il Belgio stavolta il governo ce l'ha già, ma è pure di destra.
Quando si dice la fretta...
La chiamano la svedese, ma con Victoria Silvstedt ha poco a che fare. La sommatoria cromatica dei simboli dei partiti della coalizione produce qualcosa di molto simile alla bandiera svedese.
-Che vogliono fare? chiedo.
Ridurre le imposte sui profitti delle società dal 33% al 27%, è la risposta. Mi viene spiegato che questo rilancerà investimenti, crescita, occupazione e tutto andrà meglio.
- E se l'imprenditore lo sgravio se lo mette in saccoccia e se ne va alle Cayman?
Nel mondo fantastico dell'ideologia liberale non c'è posto per una domanda del genere. É l'equivalente di quando i bambini chiedono "Ma allora Dio chi l'ha creato?".

In questa specie di realtà virtuale, esonerata dalla prova dei fatti, la disoccupazione non esiste. Il disoccupato, specie se straniero, è solo uno che non ha voglia di lavorare. Gli tagli il sussidio, si da una mossa e il lavoro viene fuori.
Del resto, anche gli attentatori suicidi sono convinti che ad attenderli ci siano sette vergini. Cercare di convincerli del contrario è pratica da sempre sconsigliata nella letteratura.
  -E io comunque odio i rossi...
Oltre a odiare i rossi, preminenza tra le sue attività occupa il conto alla rovescia verso la ricca pensione di funzionario europeo a 70% del salario. Dentro dall'epoca in cui le istituzioni imbarcavano cani e porci, come tutti i pensionati della generazione del Baby Boom ha versato in contributi una frazione di quanto riceverà.
Da liberale vero che odia i rossi si sarà reso certamente conto che la differenza andrebbe considerata alla stregua di un sussidio. O forse peggio di un sussidio visto che viene elarigito a chi, in teoria, un reddito lo ha già avuto e continuerebbe ad averlo.
Ecco, dovesse cominciare a battersi per finanziare lo sgravio alle imprese con la soppressione di questo surplus.
Questo si che sarebbe il primo vero innovativo esperimento di liberismo col culo proprio.

giovedì 16 ottobre 2014

Cantieristica meravigliosa


Un centinaio di metri a perpendicolo sotto le terga di Barroso e quelle della Merkel quando è qui
Straordinario esempio di simbiosi tra passeggero e cantiere.
Certo quelli bravi a trovare il pelo nell'uovo parleranno di canalizzazioni interrate, pannelli di copertura etc.
Se poi gli eurocrati avranno gioco facile a farci passare dentro, nel segreto più totale, scie chimiche, sensori, o una qualsiasi di quelle diavolerie che tanto amano...a quel punto non ci si lamenti.

domenica 12 ottobre 2014

Liberismo col culo degli altri


Etoniani fuori, partenopei dentro
Visto che in in fondo non sono mica cosí rigidi questi cattivoni di eurocrati.
La commissione europea ha appena dato via libera alla costruzione della nuova centrale atomica inglese senza battere ciglio. Dieci contro cinque.
In fondo si tratta solo di 20 mld euro di sussidi pubblici; di appena 11 centesimi di euro in più a kilowattora dell'elettricitá prodotta oggi dai grandi impianti fotovoltaici o dai parchi eolici;
del ritorno dell’investimento, garantito per 35 anni con l’acquisto dell’elettricità generata a un prezzo stabile predeterminato; della garanzia pubblica per le obbligazioni che saranno emesse per finanziare il progetto; della società costruttrice protetta da qualsiasi modifica legislativa, politica, regolamentare o fiscale in caso si cambio di governo.

Non si puó sempre stare lí a rinfacciare ogni minuzia agli inglesi.
Sarà anche vero che li sente spesso predicare cose tipo lo-stato-è-il-problema-non-la-soluzione ma nella vita si deve imparare a essere flessibili. 
Tutti sanno che l'ideologia liberista fa la settimana corta, che il principio si applica per i sussidi di disoccupazione, specie per gli stranieri, e per le cure mediche nei giorni feriali. Poi arrivano i weekends e i Bank holidays e ci si concede qualche libertà in più. E se capita di poter essere casualmente generosi con qualche lobby miliardaria qua e là non si sta a spaccare il capello in quattro.

Fa comunque piacere constatare come il chiagne-e-fotti europeo degli inglesi funzioni sempre alla meraviglia.

giovedì 9 ottobre 2014

Con l'auto anche al cesso /4


Dopo una carriolata di post sul traffico urbano (1,2 e 3) ecco una bella trascrizione come ai vecchi tempi, o quasi, da France 2

-Se pensate che Parigi, New York o Bombay sono le città più imbottigliate ricredetevi.
I belgi ci battono nettamente.

È una particolarità belga. Quando vedete una strada con delle vetture, come quella dietro di me, una grossa parte di queste vetture non sono personali ma sono vetture di funzione. Perché? Perché qua le tasse sui salari sono particolarmente elevate. Si dice spesso che il Belgio è un paradiso fiscale. Non è vero per i salari. Le tasse sono importanti e quindi i datori di lavoro danno un complemento di salario che è l'auto. Potreste essere una segretaria contabile o un assistente, non andrete mai presso i clienti, non avete assolutamente bisogno dell'auto di funzionamento. Ciononostante il vostro datore di lavoro ve la paga e vi paga anche la benzina.
Significa che il parco macchine belga è relativamente recente, si tratta di belle auto tedesche. Io con la mia auto francese con 180.000 km rovino un po' il paesaggio

-Il Belgio è un piccolo paese, si può immaginare che il trasporto pubblico sia ben sviluppato. E invece non sembra essere il caso. Vero?

Niente affatto. Il Belgio non è molto grande, ma ci vogliono diverse ore per fare giusto un centinaio di chilometri. Non ci sono TGV, c'è il Thalys. Peró ci sono moltissime autostrade che sono gratute, non sempre in buono stato, ma gratuite. Perciò la gente le prende molto.
Poi c'è un altro fattore. È che i belgi hanno quello che si chiame "un mattone nel ventre". Significa che amano la loro casa, amano essere proprietari, amano fare dei lavori e vogliono un piccolo giardino. Per avere un giardino spesso bisogna andare molto lontano dal centro città. Conosco persone che lavorano qui a Bruxelles e che abitano sulle Ardenne. È a 150 km da Bruxelles. Di conseguenza la mattina ci sono ingorghi incredibili....

Quanto al resto del video provate a fare uno sforzo di comprensione. Con l'eccezione di questa piccola perla:
"Non ci sono che i peggiori a Bruxelles, non ci sono i migliori. La gente è molto nervosa. È un circolo vizioso. Più ci sono file più la gente si innervosisce, più la gente si innervosisce più ci sono file. Questa è la caratteristica del guidatore belga" [Serge Godefroid, RTBF, tv pubblica francofona].


Che strano, non l'avrei mai detto [vedi serie "spiaccicarne uno per educarne cento 1, 2, 3 , 4 e 5"].
E per finire:

A meno di rivoluzioni, e questo paese è un regno e non ci sono mai rivoluzioni, questo paese resterà ancora per molto il paradiso delle auto e l'inferno degli automobilisti.
-I lavori dietro di lei? Sono sempre là?
Sempre, sono sei anni che sono là e ce n'è ancora per una quindicina d'anni.  

domenica 5 ottobre 2014

oneteen, twoteen....tenteen


-Massimo mezz'ora al giorno di TV non di più. Lo affermano gli esperti.

Me lo sono andato a leggere quello che di dicono gli esperti. Si riferiscono alla TV, quella vera in diretta dalla discarica.
Fiction orride, bombe, esplosioni, uccisioni e squartamenti, talk show abietti, pubblicità  e pornazzi,
video del bimbominkia che parla inglese, videocassette del pregiudicato con la calza sull'obiettivo.
Roba per stomaci forti. A quello si riferiscono gli espetti.
Non ai video educazionali con forme geometriche, numeri e lettere, colori e bestiole.

Adesso si è innamorato di un video di un'ora con tutte le filastrocche classiche rielaborate con sound più moderni, rock, hip-hop, blues. Non sempre tutto fila per il verso giusto. Si è convinto che, in inglese  per ottenere i numeri da 11 a 20 è sufficiente aggiungere 'teen' all'equivalente da 1 a 10. Non puo' sapere che le cose della vita non sono sempre cosí lineari.

Dicevano sul giornale che bisognerebbe imparare a detestare di meno i ragni, che ai tropici possono essere pericolosi per l'uomo, di sicuro non in Belgio, che giocano un ruolo chiave negli equilibri naturali.
Come quell' Itcy Bitcy spider delle filastrocche, che cerca di risalire il tubo di scolo dell'acqua piovana. E sistematicamente viene lavato via dalla pioggia. Nella nuova versione della canzoncina lo si vede studiare la guida "Come risalire nei tubi di scolo". E cosi' riesce ad arrivare sul tetto anche nei giorni di pioggia. E quando arriva di nuovo il getto d'acqua  Il "not this time" quasi subliminale che si sente in sottofondo ti insegna ad imparare dalle proprie sventure. 
 
Da qualche tempo mi accarezza la testa e dice "Oval". Visto che funzionano questi video, very educational indeed.

giovedì 2 ottobre 2014

Cose normali


Tutto normale da quando ha iniziato nella nuova classe.
A parte l'ora quodiana di tarantella a notte fonda per convincerlo a tornare a letto.
A parte casuali incubi.
A parte l'espressione di terrore quando capita di farsela addosso.
A parte che si rosicchia un paio di dita [se ne rosicchia due è la prova che non si rosicchia le altre otto, ci è stato spiegato].
A parte che fa uso di tutte le tecniche del manuale di resistenza passiva, come un no global coi celerini, quando si avvicina l'ora di andare all'asilo.
Tutto normale. 
Siamo i soliti genitori che si fanno sempre gli sceneggiati a colori, ci ha fatto capire la psicologa.
E solo perché una delle maestre sembra la sorella acida di Erode? Solo perché l'altra è amorevole con i bimbi come le sorellastre di biancaneve?
Che ci aspettavamo, Claudia Shiffer?