giovedì 30 luglio 2009

Estati diverse


Per molti le mezze-estati dei paesi del nord sono l'elemento che compenserebbe in negativo tutte le altre cose pregiudicandone irreversibilmente la qualità della vita.

In Italia per più di tre mesi la temperatura si colloca tra i 30 ed i 40 gradi. Che per carità saranno piacevolissimi per villeggiare a Capri o alle isole Eolie.
Spesso però gran parte dell'estate mi toccava passarla a lavorare in posti come Milano con l'obbligo magari di mettere vestito e cravatta per quella sorta di prima comunione quotidiana che chiamano dressing code. Proprio quando scatta l'orario estivo, con treni di tre vagoni ogni 20 minuti, con la gente stampata contro porte e finestrini. In Italia per 2 mesi all'anno vige la presunzione di vacanza per la quale si suppone che si sia in ferie anche quando non lo si è.
Vittoria facile per la la mezza-estate belga per quanto mi riguarda.

Allora il confronto lo faccio con l'ultima estate lavorativa che ho trascorso dalle mie parti. La mia giornata era così graziosamente configurata: Un terzo lo passavo a marcire sulla linea Potenza-Napoli. Trattasi della linea ferroviaria più meteopatica al mondo. Va letteralemente in tilt in presenza di condizioni metereologiche estreme, dicasi pioggerellina di mezz'ora o incremento della temperatura di due gradi. A quel punto il tragitto diventa un viaggio della speranza, cioè la speranza di arrivare in ufficio prima del tramonto. Quanto al confort fare riferimento a quanto già detto sulla metropolitana milanese.
Dell'intermezzo di circa 9 ore e mezza tra le due traversate non dico nulla per due semplici motivi: 1. Esiste una regola per la quale non si dovrebbe mai parlar male dei datori di lavoro del passato 2. Che per poterne parlare bene mi necessiterebbe un soggiorno forzato di qualche mese al campo Delta a Guantanamo.

Si, però vuoi mettere, nel fine settimana mi attendevano due giorni di mare che tra l'altro intravediamo finanche dal balcone di casa in lontananza sull'orizzonte. Si tratta di una strisciolina lontananissima e sottile, però chiaramente distinguibile, per cui, da un punto di vista strettamente tecnico, abitiamo in un appartamento con vista sul mare.
C'è solo un piccolo inconveniente. Per arrivarci bisogna attraversare la famigerata Statale 18 che collega l'autostrada per Napoli con la costiera cilentana. Attraversarla nei week-ends di luglio ed agosto non è più semplice che passare il confine tra le due Coree.
Arrivati al mare si può optare per quegli autentici immondezzai che sono i venti metri di terra di nessuno tra un lido e l'altro. Si può però decidere di utilizzare i servizi forniti dalle spiagge private, dove di frequente i prezzi non sono esposti e fluttuano come le quotazioni borsistiche, a seconda del clima e dell'affluenza di pubblico. Senza dimenticare che i comuni, così mediterranei nella gestione della pulizia delle spiagge e dei servizi ai turisti, assumono tutto d'un colpo un'inflessibilità teutonica nel sanzionare anche il parcheggio di un'auto con mezza ruota fuori posto.
Si salva dalla multa certa solamente chi lascia le chiavi dell'auto in terza fila al parcheggiatore del lido. In quel caso il vigile ritrova la tolleranza tipica dei popoli latini. Del resto se uno è taccagno e i soldi li vuole tenere per se anziché sostenere l'economia allora merita le randellate.
All'interno dello stabilimento la concentrazione umana non ha nulla da invidiare a quella della curva sud di San Siro il giorno del derby, mentre l'acqua del mare nel corso della giornata assume tonalità differenti, tante quanti sono i colori dell'iride.

Molti dicono che quella costa andrebbe valorizzata meglio, che bisognerebbe attrarre più turisti. Certo che se arrivassero più turisti da fuori, per continuare a rispettare le leggi della fisica, ci dovremmo levare noi. Forse è per quello che ce ne siamo andati: per fare spazio ai turisti. Solo che bisognerebbe avvertirli perché continuano a non venire.

Quell'anno nelle tre settimane di ferie, che riuscii ad ottenere solo dopo aver minacciato la venuta di un mio ex cugino cintura nera di Karate, me ne andai in Polonia.

sabato 25 luglio 2009

Una passeggiata atipica


Uno dei luoghi brussellesi che preferisco è rue du midi. Parte da place St Nicolas dietro la borsa.
Dalla zona della Grand Place porta verso la Gare du Midi degradando lentamentamente verso parti della città che normalmente le guide sconsigliano ai turisti.

E' la strada degli Achat-Vente, tanti negozi piccoli e grandi che si occupano di commerci di seconda mano. Acquistano e rivendono oggetti di vario tipo. Generalmente si tratta di francobolli, CD, dischi in vinile, videogiochi, audiovisivi e DVD, e soprattutto libri.

Queste librerie sono posti molto particolari, caotici, disordinati, quasi bohemien, spesso gestiti da topi di biblioteca. Gli scaffali grondano di pubblicazioni di ogni genere, messe alla rinfusa senza un criterio apparente.
Ci si trovano volumi usati e nuovi, classici o scritti più recenti, edizioni economiche o copertinate, guide turistiche di seconda mano ma anche libri fotografici o di arte. Non mancano rivisite di ogni tipo, di storia, natura, arte, spesso vecchissime, date via magari dai proprietari più per ragioni di spazio che per una reale volontà di fare cassa.
Si tratta di commerci di nicchia a basso costo, molto ecoló, agli antipodi rispetto alle grandi catene. Le immense cattedrali devote al culto dell'usa e getta, dal marketing scintillante, dalle offerte civetta, dai grandi spazi espositivi scientificamente concepiti al fine di indurre lo sprovveduto cliente a comprare quante più cose inutili possibili.
In questi posti, invece, non c'è l'ansia del rapido smaltimento, possono passare anni prima che la rara pubblicazione si accoppi al raro compratore.
Li preferisco. Non perché abbia mai venduto un libro. Anzi. Non amo nemmeno prestarli e non amo chiederli in prestito. Devo poter disporre sempre di quanto già letto, è la mia mania. Però non ho la fissa dell'ultima edizione.
Non ho nemmeno un calendario prefissato di letture. Scelgo sempre a caso i libri da leggere, entro in una libreria ci passo un po di tempo, prendo qualche volume in mano, leggo la descrizione sul retro, leggo qualcosa a campione e se mi ispira, zac, acquisto e lettura. Che poi si tratti un testo dell'ottocento o uno pubblicato l'altro ieri mi interessa poco.

Continuando verso la stazione, si arriva a place Rosa Luxembourg li la strada si allarga su Avenue Stalingrad. E' la strada della comunità marocchina, sullo sfondo spuntano le installazioni della Gare du Midi. E' a carreggiata ampia con quattro file di alberi e con un largo marciapiede centrale, contornata da edifici ottocenteschi a tre piani, nemmeno troppo sporca. Non mette paura, ma la zona non gode di buona reputazione. In Italia intorno alle stazioni abbiamo paesaggi peggiori. La peculiarità sono i ristoranti marocchini che preparano pesce. Specialmente l'Ocean.
Mi ci ha portato l'uomo del Marocco, il mio collega Reda, durante una pausa.

-Scusa Reda, ma è sicuro qui? gli chiesi.
-Pas de probleme, non dai retta a nessuno e non succede nulla.

Si entra, il pesce è esposto come in pescheria, scegli quello che vuoi, te lo pesano, ti assegnano un numero, e te lo servono poi al tavolo grigliato. Qualità straordinara e prezzo decisamente basso per Brussels: 37€ per una portata abbondantissima per due persone, insalata, immancabili frites e due bottiglie d'acqua da mezzo litro.
Ci tornerò di sicuro.

lunedì 20 luglio 2009

Gran metro brussels


Ultimamente nelle metropolitane brussellesi è molto in voga una preghiera laica (*il testo in basso), recitata da una graziosa signorina con bell'accento, che non produce alcun effetto ma è molto buona per praticare il francese.

Tutto prende origine dalla grandiosa riforma della metropolitana che è stata avviata il primo aprile scorso (le poisson d'avril) con gran pompa in presenza del re, della regina, del presidente della regione, e di quello della STIB. C'erano le telecamere, i fotografi ed anche la banda.
Finalmente il collegamento diretto tra la gare du midi e l'Atomium! Strombazzava il marketing. Certo adesso è sparito quello con la gare centrale, ma non si può certo stare a spaccare il capello in quattro.

Adesso vi descrivo l'imponente riforma nella speranza che Moratti ed Alemanno non mi leggano perché questa sicuramente non gli è ancora venuta in mente.
Prima la metropolitana brussellese era composta essenzialmente da due linee. Una più grossa con due biforcazioni, verso Ovest a Beekkant direzione Baudouin/Erasme, verso Est a Merode direzione stokkel/Debroux. Una seconda linea più corta circondava il perimetro del ring interno per tre quarti fino a Delacroix.
Poi è partita la riforma, con qualche stazione ridecorata, tabelloni rifatti, qualche treno nuovo, un po di taglia e cucito. Ed ecco il prodigio! Le linee che prima erano due ora sono diventate sei! Le stazioni sono sempre le stesse ma vuoi mettere quanto è più carina adesso la cartina con tutte quelle linee colorate!

Al centro della rete c'è ora la linea 2/6 che parte da Simonis, fa il periplo del ring interno, ripassa per Simonis e svirgola verso nord, dove abito, direzione Roi Baudouin. Un treno su due fa capolinea a Simonis e riprende il giro dall'altra parte.
Ed è sul concetto di 'riprendere il giro' che casca l'asino belga della metrolitana. Quando infatti arriva un treno alla stazione di Simonis non si capisce mai bene se è quello che continua o quello che si deve fermare. A volte il tabellone luminoso esterno dice una cosa, quello interno ne dice un' altra. In tal caso si verifica un fenomeno molto bello a vedersi, una sorta di ballo di gruppo fuori programma. I passeggeri che sono dentro sono convinti di essere arrivati al capolinea e scendono. I passeggeri che sono fuori sono invece convinti del contrario e salgono. Quelli che erano dentro e ora sono fuori, nel vedere gli altri entrare, si convincono di aver sbagliato e rientrano. Ma anche quelli che ora sono dentro fanno lo stesso ragionamento all'inverso e riscendono. Questo andirivieni sincronizzato produce un bella coreografia che va avanti per altre due o tre iterazioni finché l'omino dell'altoparlante dice la parolina magica 'Terminus'. A quel punto quasi tutti scendono. Quasi tutti. Qualcuno che rimane dentro sempre c'è. In genere si tratta di coppiette sul punto di combinare o di turisti rintronati diretti all'Atomium. Di loro non se ne saprà mai più nulla. Finiranno in una dimensione parallela, magari nel 1400.

Ma non è certo finita qui. La STIB infatti, ma solo per consentire a qualche blogger di raschiare il fondo del barile della bassa dietrologia, ha deciso di riservare i treni nuovi di zecca per le tratte verso sud-est, dove vivono i riccastri, lasciando invece i treni più decrepiti per le rotte verso i quartieri 'chauds' (caldi).
Le suddette carcasse oltre ad avere un servizio sauna incluso nel prezzo, oltre ad emettere degli effluvi che molto ricordano quelli della fogna di Calcutta, oltre a presentare sul lattice dei sedili strati di materiale organico crostificato appartenente a generazioni di passeggeri, hanno un'altra caratteristica assolutamente sorprendente: si scassano di frequente. Si piantano senza andare avanti dietro con la scritta "geen dienst" (non so esattamente cosa voglia dire, credo "pensavo fosse un treno invece era un calesse"** ma non ci metto la mano sul fuoco). Ed è qui che sopraggiunge la su menzionata quanto inutile preghiera.

*La circulation est rallentie sur les lignes 2 et 6. Nous mettons tout en ouvre pour rétablir la situation normale au plus vite. Amen.

**Chi non dovesse essere convinto della qualità della traduzione puó fare riferimento al commento di BelGuglielmo

domenica 12 luglio 2009

Il governo del crimine


Vergognamoci per loro visto che non sono in grado di farlo da soli.

tre anni per aver rubato un pacchetto di wafer :
Il giudice, in base alle norme sulla recidiva della Cirielli, che non consente in questi casi di concedere le attenuanti (generiche e danno lieve) prevalenti, gli ha inflitto tre anni di reclusione, il minimo consentito dalla legge)


nuovo scudo fiscale:
La sanatoria prevede, per chi aderisce, l'"esclusione di punibilità" per una nutrita serie di reati penali di carattere economico: dal falso in bilancio, alla bancarotta fraudolenta, dall'emissione di fatture false a tutti i reati tributari. Per chi ha costituito fondi nero all'estero c'è l'opportunità di farla franca. Colpo di spugna anche sui reati societari, a partire dal celebre 2621 del Codice civile, che riguarda proprio il falso il bilancio, reato depotenziato, il colpo si spugna si estende anche ai reati della legge fallimentare, bancarotta fraudolenta inclusa.

Questo post l'avevo scritto qualche giorno fa. Poi era arrivata la smentita
di questi accattoni e lo avevo messo da parte. Poi peró è arrivata come al solito la smentita alla smentita, ossia la conferma.

E l'opposizione? Hanno in animo di fare qualcosa, questi esseri inutili, o intendono continuare con la tregua richiesta da Napolitano a stampa ed opposizione nelle polemiche contro il governo?

venerdì 10 luglio 2009

Il padano canterino



Se Repubblica, Scalfari, Mauro non avessero chiesto le dimissioni di Matteo Salvini per un coretto, oggi avrebbe optato per Montecitorio e non rischierei d'incontrarlo in qualunque momento alla mensa dell'Europarlamento.

Già mi prefiguro la scena. Lui al centro del gigantesco androne nel parlamento ad intonare implacabile come una medaglia olimpica di tiro al piattello, il simpatico motivetto a tutti i passanti 'in odore' (infatti è dall'odore che ci riconosce) d'esser nati in luoghi non troppo distanti da Napoli:
"Senti che puzza scappano anche i cani, stanno arrivando i napoletani,
o colerosi, terremotati, con il sapone non vi siete mai lavati.."


Certo, potrei sempre dirgli:
"Scusi signor Salvini, se proprio vogliamo spaccare il capello in quattro, io in realtà verrei dalla provincia di Salerno...".
Si. Bella argomentazione del cavolo. Come se Salerno stesse al di sopra del Po. Sta ancora più a sud! e poi se uno dice:
"Senti che puzza scappano anche i cani stanno arrivando i salernitani...." suona bene lo stesso.

Gli posso dire allora che sono di Eboli. Lo saprà dove si trova Eboli? Forse si. Levi ci ha nominato. Certo i concetti di lettura, romanzo e Salvini fanno a cazzotti. Però Levi ci ha menzionato solo nel titolo. Per capire il titolo basta anche la terza elementare. E comunque non risolve. Il coro funziona anche con ebolitani.
Gli dico allora che sono di Battipaglia, che farà schifo quanto si vuole ma di sicuro Matteo non ha la più pallida idea di dove si trovi. Decisamente la rima con Battipagliesi non è farina del suo sacco.

Comunque basta dare addosso a Salvini. Ha ragione lui. Quel coro esiste da più di vent'anni. Non facciamo finta di cadere dal pero. Anzi c'era anche una seconda parte, quella bella, quella su Maradona. Altri vent'anni, ne sono certo, e impara anche quella.
Il coro esiste sin dai tempi in cui al San Paolo si sfidavano il Napoli stellare di Maradona e Careca ed il super Milan di Arrigo Sacchi. Lo confermo, ero presente.
Li ricordo gli ultras del Milan stipati nella tribuna laterale a cantare l'ironica canzoncina. Gli va riconosciuto, che per essere circondati da 80mila partenopei, di fegato ce ne voleva parecchio. Ma si sa, i napoletani non si arrabbiano, prendono le cose alla leggera, non portano rancore. E anche volendo non se ne potevano nemmeno accorgere essendo tutti e 80mila, sindaco, vice-sindaco, e assessore ai trasporti inclusi, impegnati per 90 minuti a fare il verso della scimmia a Ruud Gullit.

Che bella che era quell'Italia dei tempi andati dove si potevano fare scherzosi ululati razzisti, invocare eruzioni di vulcani, inneggiare ad alluvioni e frane, osannare terremoti. Poi, finita la partita, amici come prima e "scurdammuce o passat". La domenica sportiva, i titoloni della gazzetta, "ma che bella partita, che bel sole, che bel pubblico".
Adesso invece subito spunta un video su youtube, un gruppo su facebook, c'è chi chiede la sospensione delle partite, chi la squalifica del campo. Con questa cavolo di internet basta un niente e scoppia il finimondo. In attesa che Alfano metta un freno a tutto ciò che qualcuno si prenda la briga di avvertire Salvini.

Costo della vita, la nuova classifica


LE VIF, rivista francofona - 4€

E' stata aggiornata la classifica di Mecer delle città sulla base del costo della vita . Rispetto al 2008 un po di cose sono cambiate. Alcune città hanno perduto diverse posizioni per effetto della crisi ecomomica: in particolare Dublino, cosa tra l'altro ampiamente confermata dai blogger 'irlandesi' e Londra per effetto della svalutazione della sterlina. Milano si conferma piuttosto cara mentre il luogo comune rimane collocato verso il fondo della classifica risultando più economica di quasi il 20% rispetto a new York e più del 15% rispetto a Milano. Le città più economiche restano quelle tedesche.

Classifiche di questo tipo vanno sempre prese con le pinze. Mecer dice ad esempio di aver preso in considerazione il costo di 200 servizi senza dire quali. Di sicuro Lussemburgo è più costosa di quanto dicano. Secondo loro Beirut è più cara di Francoforte e Teheran è più cara di San Francisco. Quasi quasi mi ci trasferisco, a San Francisco intendo.

Che peró Brussels sia meno cara di Milano è cosa che vi posso confermare per esperienza diretta avendo abitato nelle due città.

Segue lista di prezzi brussellesi assolutamente allungabile ed emendabile:
quotidiano 1€
1 corsa metro 1.23€
Abbonamento mensile trasporti (senza limiti) 44€
pizza margherita 10€ circa
spremuta d'arancia 2.5€ circa
Benzina senza piombo 1lt 1.24€
Diesel 1lt 0.92€
Taxi aeroporto-centro 40€ (da evitare, il treno che parte ogni 15 minuti costa 3€)
Pasto medio ristorante 25-30€
Pasta barilla mezzo chilo 1.3€
Latte a lunga conservazione 1lt 0.73€

Spesa e servizi non sono economicissimi. Quello che gioca a favore di Brussels è il costo dell'alloggio. Il fitto di un appartamento di 70 mq si aggira sui 700€ spese comprese, un monolocale sui 450-500€. Certamente non prezzi da saldo ma comunque ben più bassi rispetto alle capitali che la circondano (Parigi, Londra, Amsterdam). Anche i prezzi di vendita sono inferiori a quelli milanesi.
La ragione giace nella conformazione del paese che favorisce il pendolarismo. A Brussels ci si arriva in massimo due ore da qualunque parte. Quasi tutti i miei colleghi sono belgi, equamente suddivisi tra le due etnie, e nessuno di loro abita a Brussels. La rete autostradale è buona e gratuita, i trasporti ferroviari sono cadenzati e puntuali. Niente treni che viaggiano a mezz'aria a 300 all'ora, niente effetti speciali ma certezza pressoché assoluta sull'orario di partenza e su quello d'arrivo. Inoltre le società, d'IT e non, spessissimo forniscono l'auto, carburante incluso, ai propri dipendenti, come forma di retribuzione parallela per aggirare le asprezze del fisco belga. Questo riduce la domanda di case. Per contro la presenza massiccia di funzionari comunitari determina una tendenza di segno opposto.

Ma se i costi sono leggermente al di sotto delle grandi città italiane, i redditi sono nettamente superiori. Del resto il Belgio è un paese nord Europeo con PIL pro-capite più alto di Francia, Germania e Gran Bretagna ed un elevato livello di ricchezza delle famiglie. Dal punto di vista della qualità della vita non c'è partita.

lunedì 6 luglio 2009

Il fisco belga


L'appuntamento con il contabile per la dichiarazione dei redditi è un momento poco felice per chi abita in Belgio, il cui fisco è il più esoso d'Europa (Taxation in Belgium). Lavoro come indipendente con partita iva, non per scelta, ma perché questo mi fu offerto e non ho ancora cambiato. Il mio reddito nel 2008 è stato assolutamente nella norma per chi lavora nell'IT. Si consideri anche che ogni euro di netto sopra i 32.270 è tassato al 50%.

Federalismo fiscale. Dunque, per esemplificare, fatto 110 il mio lordo, 10 le spese deducibili, 100 è il reddito tassabile che diviene 80 dopo i contributi sociali e poi 50 dopo le tasse federali. Ma non è finita qui! Ve li ricordate tutti quei discorsi sul luogo comune, sull'ambiente europeo e multiculturale, sulla vicinanza all'Europa e bla, bla? Ecco, perché sono io e sono simpatico, tutto compreso, fa un'altro 7%. Sono i tributi che spettano alla commune Brussels 1000. In Italia lo chiamano federalismo fiscale.
Una cosa deve essere chiara a quelli che ne esaltano le virtù: si aggiunge, non si sostituisce, a tutto il resto. Questa è la bicicletta che volete, e questa è la bicicletta che vi toccherà pedalare.

Bisogna anche dire che il sistema belga preferisce la tassazione diretta a quella indiretta. Ad esempio, non c'è canone TV, né pedaggi autostradali, né bolli sui conti correnti ed altro. Lo stato sociale è generosissimo, gli aiuti alla maternità sono imponenti. Fare figli quasi conviene ed infatti il tasso di natalità è tra i più elevati in Europa. E' l'unico paese rimasto dove i salari sono indicizzati all'inflazione. Non mi aggiungo alla banale retorica anti-tasse. Se fossero state un terzo di meno (40%?) non avrei avuto nulla da ridire. Più del 50%, e ripeto si parla di redditi normali, è da estorsione.

Ma quello che è veramente da camicia di forza è il sistema degli sgravi. Le spese di un veicolo sono parzialmente deducibili, il fitto no. Quindi abitare in periferia e venire al lavoro in auto è più conveniente che affittare un appartamento più caro in centro e andare al lavoro in bici. E non è finita. Se mangi pane e mortadella a mensa, allora no! Non te lo deduci. Se si è pezzenti, si è pezzenti. Ma se invece pasteggi a ostriche e champagne allo Sheraton quello si che te lo puoi dedurre!
E non ne parliamo di quanto siano favorite le banche con la scusa della previdenza integrativa. Se uno i suoi risparmi per la vecchiaia li vuole investire in monete d'oro e metterle in cassaforte, si fotta e ci paghi le tasse. Ma se li da alla banca che li farà sparire con la prossima bolla speculativa, allora si è comportato bene e merita lo sgravio.
Se poi uno decide di comprare casa senza mutuo perché ha risparmiato i soldi prima, allora veramente merita tutto il disprezzo del mondo, altro che sgravio! Lo sgravio tocca solo a chi si indebita vita natural durante con le banche.

Temo che funzioni così non solo in Belgio. Il fisco premia chi consuma, inquina, fa debiti e spreca. Massacra invece chi prova a essere parsimonioso e a non usare l'auto. Il resto è retorica. Dispiace ma è così.