domenica 29 dicembre 2013

L'insostenibile pedanteria del postero


-Sai  come doveva essere triste, alla vostra epoca, quando non c'erano internet e smart phones?
Non più di tanto. Ci si metteva più cura nel prendere gli appuntamenti. Si faceva esercizio di puntualità e alla peggio si andava via dopo 30 minuti. Si faceva il possibile per avvertire in presenza di un imprevisto e di solito bastava, dato che nessuno si aspettava di essere aggiornato in presa diretta.
Il resto c'era già. Forse meno tecnologicamente performante, ma c'era.
A conti fatti le tecnologie digitali, il cui impatto è giudicato da molti sopravvalutato, sono servite, per lo più, a rendere più facile l'emigrazione e magari ad aumentare un pochino la disoccupazione.
-Pensa invece a quello che diranno i tuoi di posteri...
Uccidevano gli animali e li mangiavano. Passavano almeno 40 ore a settimana al lavoro e ci mettevano una vita per arrivarci. Producevano montagne di rifiuti di ogni tipo e li sotterravano. Le strade erano tapezzate di mozziconi di sigarette, chewing-gum appiccicati e cacche di cani.
-Ma almeno l'acqua a casa ce l'avevate?
Ce l'avevamo. Siamo nati dopo l'introduzione di quella tecnologia client/server la cui interfaccia utente (vedi foto) e considerata a tutt'oggi una rivoluzione epocale.
E pazienza se qualcuno si è offeso quando gli si diceva 'sei scemo come un cesso'.
Non si puó pensare a nulla di meglio che paragonare qualcuno alla più importate scoperta della storia.

giovedì 26 dicembre 2013

Pensierini e fatterelli natalizi vari



L'altro giorno spaparanzato sul lungomare di Salerno, con un sole quasi estivo ammiravo il Crescent.
Già in televisione fa il suo bell'effetto. Dal vivo ti inebria come un gancio destro di Muhammad Ali. Gli ecomostri qua sono come in un film di Godzilla. Ne distruggi uno e subito ne spunta un altro da un'altra parte. A noi la brussellizzazione ci fa un baffo.

Il traffico impazzito da shopping si dimentica della crisi. Ingorghi per il centro commerciale, ingorghi per l'outlet, ingorghi perfino per la paranza natalizia a negozi chiusi. E, come succede a una donna in cinta che si impunta a notte fonda con la cassata siciliana, anch'io ho sentito un improvviso ed irresistibile desiderio e di shock petrolifero e benzina a 5€.
Non che lo shopping non riservi bei momenti, anzi. C'era un tizio che voleva comprare un piumino per la moglie in un negozio che non accetta restituzioni. Una commessa lo prova per convincerlo. Le risponde che sua moglie è più alta. Lo prova allora un'altra collega più alta.
-Mia moglie è più formosa, commenta quello.
-Non potrebbe magari comprale un'accessorio? Che so, una borsa? le dice una di loro con una gocciolina verdastra su un lato della bocca.
Uscendo gli faccio gli auguri che lui avrà scambiato per natalizi. Non credo sia stato più ritrovato.

Poi c'è la solita bambina che non riesce a decidersi su Babbo Natale (vedi il babbo e la bambina). Sente che c'è qualcosa che non va, che non gliela si conta giusta. Osserva gli adulti, ne controlla i movimenti e prova a coglierli con le mani nel sacco, quello dei regali. Per aiutare chi di dovere a far arrivare i pacchi in sicurezza mi sono visto costretto a rivelare l'efficace tecnica adolescenziare per portar dentro i giornaletti zozzi.
Bastava lasciarli nell'angolo scuro del pianerottolo tra sesto e settimo dove normalmente gli inquilini utilizzano l'ascensore, per poi attendere il momento giusto e recuperali con calma.
Oggi, per giunta, è pure in pensione quel portiere che si mise di traverso in un'occasione quando dopo aver casualmente trovato qualcuna di quelle gloriose pubblicazioni inizió a bussare a tutte le porte per individuarne il proprietario.
Osservare la Signora Segna, gentile vecchina tutta messa e rosario vedersi chiedere se 'Le Ore' era il suo fu uno di quei momenti per cui vale la pena vivere. Io pure dissi che non ne sapevo niente e che non ero certamente il tipo.
-Allora se non sono di nessuno li prendo io, chioso' l'abietto prima di andarsene.  

Grazie a tutto ció l'apertura dei regali si è svolta senza intoppi. In fondo la bimba all'anziano babbo ci è legata e non le va di farlo sparire dalla sua vita. Tanto che all'apertura del decimo pacco è perfino arrivata ad augurarsi che il ciccione di rosso vestito esita.
-Perché se li avete comprati voi del mutuo non ne rispondo, ha affermato.
Io Babbo Natale invece lo trovo piuttosto pedante di questi tempi. La strenna in denaro è un classico. Ma quest'anno è diverso. Si aspetta che venga utilizzata. E soprattutto non vuole che si spenda su cose il cui acquisto era già in programma.
Ora, si prenda uno che ha appena vissuto l'esperienza trascendentale ai limiti del Karma di un sabato per negozi senza spendere un centesimo. Che è l'impersonificazione della trappola della liquidità Keynesiana. Ovvio che costui preferirebbe un fine settimana a Guantanamo che passare il resto delle festività pascolando per saldi tra shopping centers e outlets.

Resta da sperare in una serrata. Purtroppo non ci sono più i forconi di una volta.

domenica 22 dicembre 2013

Antidoti formidabili

Luoghi della sindrome, Brema

Rientrare in patria su un aereo proveniente dalla Germania, stracolmo di migranti sconsolati, è esperienza che non ha prezzo.
Un tizio a 40 centimetri da me inizia a raccontare la sua storia, un caso terribile di sindrome in stato avanzato. Lavora per una organizzazione che ha in portafoglio progetti per i prossimi 40 anni. La Ndrangheta, immagino. Il prezzo da pagare per un cosí elevato livello di Job Security è terribile, e si chiama Brema. La recitazione della lista dei mali di Brema dura ben più del tempo necessario a sorvolare le Alpi.
Inquinamento, traffico soffocante, permanente grigiore da straccio lercio, rari e costosi collegamenti aerei. E com'é smorta. Per trovare un po' di vita devi farti 800 chilometri.
Racconta di un'esistenza fatta di giornate passate a lavorare e a contare i giorni mancanti al prossimo rientro, comunque inutile visto che tempo una settimana e sei di nuovo pallido come un cencio. Brema ti sbianca meglio dell'omino bianco e coccolino concentrato a principi attivi unificati.
Arrivo a destinazione col cuore rigonfio di Angst teutonica. Ho quasi le palpitazioni. La sindrome non da scampo e contagia a presa quasi immediata.
Provvidenziali diventano i formidabili servizi di desindromaggio che l'aereoporto di Capodichino mette a disposizione dell'emigrante di rientro. Eccone qualche esempio:
(a) 15 minuti di sceneggiata autenticamente napoletana improvvisata dai baristi a costo zero. Questa volta in onore di mio padre, mezzo sordo, che non ha reagito quando gli hanno chiesto se i caffè erano i suoi. 
(b) Folkloristico rituale del pagamento alla macchinetta del parcheggio con intorno claque di scugnizzi che dirigono le operazioni e ne fanno la radiocronaca.
(c ) tratto di tangenziale per l'autostrada che, per quanto breve, ti scarica addosso più adrenalina di una Parigi-Dakar col Piaggio.

Dopo trattamenti di questo tipo il sindromato è completamente ristabilito. Passeggia per i dock di Amburgo convinto di essere ad Ipanema e non scorge più grosse differenze tra il Manneken Pis e un bronzo di Riace.   
Mi fermo qua. Credo basti per diventare l'autore del primo blog con un paio di post di sospensione per (auto) discriminazione territoriale.

giovedì 19 dicembre 2013

Per un pugno di euro


Molto natalizia questa atmosfera da golpe cileno.
In giro per il quartiere c'è la Merkel la protezione delle cui vaste terga richiede imponenti spiegamenti di forze. Ci sono filo spinato, blindati ed elicotteri della polizia ovunque.

Non contenti gli eurocrats, unici responsabili di cotanto sfacelo, non riescono ad inventarsi nulla di meglio che esporre, su un lato di uno dei loro ecomostri, una gigantografia irridente. La vittima di turno è la Lettonia di cui i gongolanti carnefici annunciano l'ingresso nell'Euro a partire da gennaio 2014.

È facile fare ironia sul ratio pesci/paduli presi da chi fa uso eccessivo (ed infecondo) di lettoni. Ma la storia di questo complotto è spaventosa e merita di essere raccontata come monito per il futuro.
Ai tempi del muro la Lettonia era la più prospera delle repubbliche Sovietiche.
L'uomo lettone se la passava benone ed andava in giro compiaciuto con grande soddisfazione sua e delle sue partner. Poi arrivò la fine dell'Unione sovietica e l'entrata nella EU. I maschi lettoni divenuti all'improvviso l'ultima ruota del carro cominciarono a cadere in depressione, a sfasciarsi di alcol e droga e a tirare le cuoia molto più celermente di quanto fosse lecito attendersi. Lasciarono in tal modo schiere di aitanti donzelle irreversibilmente spaiate (tutto vero, parola della BBC).

Questo serve a far capire fino a dove i burocrati di Brussels sono capaci di spingersi pur di costringere l'ennesimo paese alla schiavitù dell'Euro. Non solo non esitano un istante (i) ad incrementare il proprio harem di ignare stagiste con la promessa ingannevole di un buon partito, ma arrivano al punto (ii) di occultare alle proprie vittime l'esistenza di scritti illuminati che spiegano come l'Euro stia tramontando.
C'è da giurare che gli eurocrats, avidi come sono, non mancheranno di fare incetta dei nuovi euro di conio lettone per poi rivenderli come cimeli tra qualche lustro.
Per mettere fine a tutto questo mostra il tuo lato solidale in occasione delle prossime festività. Traduci un editoriale della Padania ed invialo ad una vittima dell'euro a tua scelta. 

domenica 15 dicembre 2013

Giornate a tema

I leader del G8 promettono di mettere fine alla tragedia della demenza, The Times prima pagina
Incontro i vicini con la bambina in ascensore. Dico che mi manca già il pianto di un bambino. Mi rispondono dicendo di apprezzare molto il mio sarcasmo.

Avevo pensato di andare a Londra da un amico per celebrare con effetti speciali questo periodo di pace ritrovata ma, come direbbe Kate Windsor, 'I could not be bothered'.
Deve essere questa la vera essenza della vecchiaia. Un'invasiva sensazione di già visto, di già fatto, di ripetutamente ripetuto.
E poi non bisogna andare altrove per vivere momenti straordinari. Lo si puó fare rimanendo dove si è. Ad esempio pensavo di suddividere le due settimane di controllo totale dell'appartamento in una serie di entusiasmanti giornate a tema:
uno (i) scarpe liberation day,
un (ii) borse e borsette liberation day,
un (iii) cosmetici liberation day,
un (iv) junk food liberation day,
un (v) ricette polacche liberation day.

A quel punto il prossimo post-dentro-la-calza avrebbe grosse possibilità di essere l'ultimo episodio della saga.
Mi resterebbe comunque la certezza di essermela spassata un mondo finché è durata.

giovedì 12 dicembre 2013

Solidarietà

Congiunture astrali fanno coincidere pregiudicato all'opposizione e apparizione dei forconi
Non c'è confronto tra le proteste dei tassisti brussellesi a quelle delle corporazioni italiane. É come paragonare parmesan e parmigiano, pizza Margherita e Hawaiana ananas e ketchup. Si rassegnino, la creatività italica non teme confronto.
Se il trasportatore belga blocca le strade per preservarsi il diritto di scroccare due euro in più a qualche allocco, quello italiano è mosso da alti ideali:  

Tutti a casa. Il governo in carica si deve dimettere. L'ala più destra  -  Danilo Calvani leader degli agricoltori della provincia di Latina  -  arriva a immaginare la sostituzione dell'esecutivo Letta con un governo temporaneo dei carabinieri  [Ecco spiegata la solidarietà di polizia e carabinieri. Non la si nega di certo a chi ti vuole a capo del governo] 
..
La caduta del vecchio regime deve essere il prodromo all'uscita dall'euro.
..
Il Comitato spontaneo produttori agricoli (eredi dei Cobas del latte)  -  chiede di uscire dall'Europa per tornare a far sovvenzionare l'agricoltura dal governo italiano
[Stampando banconote e facendole colorare ai bambini, ovviamente].

Io che desidero da sempre Natale ogni mese e tre domeniche per settimana non posso che solidarizzare con i manifestanti. Gli risparmierò così inutili serrate a me indirizzate arrivando già 'comprato' di regali natalizi.

Spettacolo nello spettacolo è, come sempre, Grillo quando esorta gli sbirri a schierarsi dalla parte dei cittadini contro i politici. Quindi se lo incontrassi e iniziassi a gonfiarlo come un canotto lui chiederebbe ai poliziotti di darmi man forte.
Definire allettante l'idea è dire poco.

domenica 8 dicembre 2013

Amici di Vinz. Little Susie


In passato si diceva del servizio militare, che serviva a fortificare il carattere. Oggi per ottenere lo stesso risultato mi basta un tratto in ascensore con Little Susie (psico-vicina del piano di sotto).

Nei trenta secondi di discesa, le spiego che il frastuono infernale-da-impazzire a cui si riferisce era la festa di compleanno del piccolo. Che la mamma giura di averla avvertita anzitempo con una nota (a conti fatti è stato come se il pastore avesse avvertito il lupo dell'arrivo delle pecore).
E che si, è vero che era dalle quattro alle sette ma che in Europa, a differenza della Nuova Zelanda, è pomeriggio. Che le mamme degli amichetti, al primo urlo lancinante proveniente dai bassifondi, si sono congratulate con noi per la piacevolezza della caverna in cui viviamo.
Giunti nell'atrio Little scorge un occasione che non si può lasciare sfuggire.  Inscenare la propria pièce dinanzi a vasto pubblico.

-Il problema è il bimbo che corre nel corridoio, sbraita paonazza.

E il fatto che non calzi scarpe non è una giustificazione. Nei nostri paesi sarà diverso, ma in Belgio, i bambini volteggiano leggiadri come un alito di vento.
Anch'io ci metto il mio e non riesco a resistere alla tentazione di suggerirle di andarsene a vivere in una foresta. Come se anche lì non ci fossero cerbiatti che ruttano e scoiattoli che scorreggiano. Tutti sanno quanto possono essere moleste queste bestiole.

-Voi uscite alle 8.30 e io devo adeguarmi ai vostri orari! conclude devastata dall'ira.

Insomma siamo alle solite, l'arroganza della casta di quelli che lavorano, che col meschino pretesto di finanziare il welfare, si consentono comportamenti ostili verso le vittime del sistema. Persone costrette alla disoccupazione da complotti di varia natura. E questi non contenti, decidono di infierire disturbandone la quiete con comportamenti odiosi. Tipo camminare o respirare a prima mattina.

In breve, Little Susie ci prova a far venire fuori il tatcheriano che c'è in me. Magari fa parte dello staff di Renzi.

giovedì 5 dicembre 2013

Amici di Bruxelles. I postini


Un giorno quando i cieli saranno solcati da sgorbi di metallo che trasportano a destra e a manca paccottiglia made in china chiuderó gli occhi e penseró, col cuore traboccantre di nostalgia, a loro, ai postini.
Mi ricorderó del tempo che fu, di quei momenti di puro folklore che non mi hanno mai fatto mancare in questi cinque anni brussellesi.

Come quella volta (i) quando ci consegnarono un pacco squarciato su un lato da est ad ovest, fischiettando, come se nulla fosse. Viene dalla  Polonia, si giustificarono, e in Polonia notoriamente mangiano carne umana e squarciano i pacchi prima di spedirli.
Indimenticabili (ii) i contorcimenti sincronizzati di un intero ufficio postale per giusticare un altro pacco arrivato aperto. Roba da far cadere in depressione il contorsionista du Cirque du Soleil
E che dire di quando (iii), a gennaio di quest’anno, trovai l'entrata del palazzo tapezzata di buste del consolato contenenti schede elettorali? Semplicemente geniale. Permettere al primo che si alza di votare per tutto il condominio snellisce il processo democratico e favorisce la governabilità.

Certo che ne sentiró la mancanza.  E poi siamo scuri che questi storpi mostriciattoli svolazzanti non emettano la benché minima scia chimica?
Sempre a bersi la versione ufficiale, eh?

domenica 1 dicembre 2013

La settimana che è venuta


Arriva quel francese che non si nega mai il sottile piacere di prendere il prossimo per i fondelli e chiede un minuto di silenzio in solidarietà per il decaduto.
-Ma come? Non siete tristi?
Segue una delle domande più scontate dagli stranieri.
Non so come ho fatto a non ricordamene nell'altro post (la settimana che verrà).

#Come mai tutti gli italiani all'estero odiano Berlusconi?
Hanno da sempre il desiderio di trovare un esemplare di berlusconiano. Per parlargli, per fotografarlo, per esaminarlo. Come fa un etologo con la sua bestia rara. Come fa un escursionista quando gli compare davanti un Panda.
Non ci riescono e pur vivono in posti dove gli italiani se non fai attenzione te li ritrovi pure nell'armadio.
Risponde il mio collega. Il Messi delle risposte alle domande petulanti degli stranieri. Secco, paretiano, fulminante.
-É per quello che si trovano all'estero, gli spiega.
Questo tipo di risposta ha molte probabilità di essere ritenuta appagante. Eccezionalmente, quando l'interlocutore estero è particolarmente molesto, puó far seguito, come effetto collaterale, una ulteriore fastidiosissima domandina.

#Ma allora nessun italiano all'estero è berlusconiano?
Sono il 15% circa. Lo tengono per se. Come un segreto inconfessabile, come una perversione ingnominosa.
Ci si metta nei loro panni. Come ci fai a ragionare con gente disinformata che non riceve la TV italiana? Che non solo non legge Libero o il Giornale, ma nemmeno gli editoriali del Corriere della Sera, o di un qualunque altro house organ terzista.
Ride bene chi ride ultimo. Quando i cavalli cosacchi saranno alla fontanella del Manneken Pis gli passerà la voglia di fare ironia disinformata.