giovedì 29 agosto 2013

Beggar thy neighbour

Il professor Bagnai si gode il tramonto dell'EURO

Leggevo le dichiarazioni di  Bernd Lucke, leader di AfD,  il nuovo partito euroscettico tedesco.

Non è la Germania che deve lasciare l’euro, ma i paesi del sud Europa, così potranno svalutare le monete nazionali e tornare ad essere competitivi. Nei paesi del sud gli stipendi sono troppo alti rispetto alla produttività del lavoro e le imprese fanno fatica ad esportare.

Alleluia. Alla fine ce l’abbiamo fatta a trovare uno che ammetta che lo scopo della svalutazione è quello di ridurre i salari degli improduttivi lavoratori del Sud.

Non sarebbe così male per la nostra industria esportatrice, continua Lucke, vende nel Sud Europa solo il 15% del totale [Della serie, e ci stiamo ancora a preoccupare di sti morti di fame?]. E un apprezzamento valutario ridurrebbe il conto dell'import a vantaggio dei consumatori e di tutti.
Diventente. I no euro di casa nostra giurano e spergiurano che la moneta unica è un imbroglio che avvantaggia solamente i tedeschi.
A Lucke invece resta solo da decidere se cacciare i PIGS uno alla volta oppure deportarli tutti insieme verso l’Euro dei poveri in un’unica soluzione finale.

Uno spettacolo. Quale che sia la verità i no-euro di tutte le latitudini sono decisissimi. La moneta unica deve finire. I no-euro dei PIGS lo dicono per fottere il nord Europa e quelli del nord Europa per fottere i PIGS.  Il Beggar-thy-neighbour di sempre al massimo del suo splendore.

La cosa più esilarante di tutte è che questi invasati vengono definiti Euroscettici.
Ma il concetto di scetticismo richiama l'idea di buon senso, di ragionevolezza. Evoca punti di vista non preconcetti e comunque aperti a revisione in presenza di argomenti migliori.

Allora finalmente si capisce  qual’è la sfortuna vera dei talebani. Quello di non avere buoni agganci negli ambienti giornalistici della city londinese.
Se no a quest’ora staremmo tutti a chiamarli gli ateo-dubitativi.

domenica 25 agosto 2013

Spiaccicarne uno per educarne cento /3

Maelbeek, là dove Etterbeek incontra Keynes
Si era detto della terribile piaga urbana di chi, con atteggiamento antisociale, si ostina a non volere non solo l’auto ma nemmeno la patente.
Di tanto in tanto ad una di questi esemplari capita un piccolo incidente senza conseguenze. Qualche livido, un paio di grosse sbucciature, una gita in ambulanza al pronto soccorso a scopi precauzionali. Non vorrà mica starla a fare lunga. In genere non va così bene quando si è investiti sulle strisce.
La iscriverò per uno stage a Napoli sul significato autentico del concetto di strisce pedonali.
Né ce la si puó prendere col conducente (nel caso specifico vegliardo anche lui portato via dall'ambulanza per problemi cardiaci). Faceva solo esercizio del sacro diritto belga a non guardare quando si svolta a destra.
E poi come fa uno ad immaginarsi ancora l'esistenza di chi, con ottusa rigidità, continua ad usare le strisce senza nemmeno esser certo dell’assenza di veicoli nel raggio di 200 metri?
Logico che la polizia il test dell’alcol lo faccia a lei, la vittima.
Se poi di tanto in tanto lo facessero anche a chi redige i codici della strada..what a wonderful world it would be.

Se uno pensa che si tratta della sfiga di chi è prevenuto fa parte del gioco. Il San Tommaso di turno continuerà ad attraversare confidando spensieratamente nel senso civico nordico dei conducenti locali.
É la volta buona che torna utile per testare il funzionamento delle infrastutture ortopediche locali.
Non posso che garantire, fin d'ora, piena disponibilità per il Guest post.


[Come è andata a finire]
Si raccontava del comune di Etterbeek che aveva soppresso un passaggio pedonale di fronte ad importante fermata metro. Non deve essere difficile immaginare il diluvio di francesismi piovuto all'indirizzo della persona dell’assessore competente. E per magia il passaggio è stato ricreato, in pieno rispetto della filosofia keynesiana. Scava una buca, ritappa la buca e l’economia riparte. E cosa importa se nel togli-e-metti sono scomparsi gli scivoli per i disabili. Il premio talento belga del 2013 è il suo, di pieno diritto.

giovedì 22 agosto 2013

Fiction di stagione

La rentrée

Settimana piena. Senza ponti o sconti. Senza prendi cinque, paghi tre. Settimana di facce scure e musi lunghi. 
Non c'è da sorprendersi. Che la maggior parte dell'umanità detesti quello che fa abitualmente è insito nel concetto stesso di vacanza.
Se a uno piace la propria routine da cosa mai deve vacare?
Chi ad esempio ha a lungo vacato con mio sommo piacere è stata la baby sitter.
-Scherzi? Io invece sentivo proprio il bisogno di uscire e andare a vedere un film!
In tempo di austerità e di spread traballante ne avrei fatto a meno.
E poi perché andare a cinema quando si potrebbe restare comodamente a casa e godersi il blockbuster dell'estate? Quello dove un gangster efferato tiene in ostaggio molta gente. 60 milioni a occhio e croce. 
Mi dicono di no. Che a tutto c'è un limite. Anche la fiction deve mantenere una sua credibilità.

domenica 18 agosto 2013

Ponti estivi

Namur (vai al video) e Maredsous

Prendi uno che ha problemi di deambulazione e si affatica ad andare e tornare dal parco più vicino. Come la risolvi? Fitti un mini van e lo porti in gita in una remota abbazia in una qualche landa nel mezzo della terra del niente ai confini con la Francia (vai al video).

Non ho ragione di lamentarmi. Nonna e zia sono venute per fare babysitting a creche chiusa e una giornata a mo di bonus ricreazionale non la si nega a nessuno.
E poi, quante volte si è detto, che per comprendere veramente il Belgio bisogna fare quello che fanno i belgi. Tipo una bella escursione festiva di 9 ore di cui 4,5 in auto col bamboccio che vomita a fontanella. Un paio di birrette e qualche cubetto di formaggio a prezzi da gioielleria di corso Montenapoleone. Un'ora di coda nella calca per pagare. E poi si torna a casa felici.

Uno potrebbe dire, c'è sempre la costa sul mare del nord. Si dice che quando si va all'estero si deve imparare a ragionare a 360 gradi e liberarsi da pare mentali. Resta quella che rigurada la costa belga.
Faró come a Berlino dove hanno lasciato un pezzo di muro. La conservo per la memoria. 

giovedì 15 agosto 2013

Presenze aliene


Little Susie, la psico vicina del piano di sotto, da il meglio di se quando ci sono ospiti a casa.   
La disoccupata in barca a vela, per sua stessa ammissione, ci prese in antipatia all'inizio a causa di certi lavori che osammo fare, senza previo tour d'espiazione del vicinato col capo cosparso di cenere.
I soliti eurocrati* spocchiosi! ci confessó di aver pensato.

(* Dicasi eurocrate individuo responsabile di grandi quantità di mali. Costui si ostina a non volere apprendere il nobile francese, ed il diffusissimo olandese. Mostra scarso interesse per i dettagli più minuscoli dell'appassionante vicenda del distretto BHV. Continua a non conoscere a memoria la formazione dello Standard e delle Gantoise. E si ostina a non guardare i reality della TV belga per potersi così trovare un varco nel muro impenetrabile delle conversazione dei colleghi belgi).

Per il belgo-belga di eurocrate basta che in famiglia ce ne sia uno perché l'anatema si estenda a congiunti e discendenti. L'eurocrazia è contagiosa. Del resto anche il piccolo Ludo ne mostra i tratti distintivi. Anche lui, ad esempio, fa perdere sistematicamente le staffe a Little Susie. Si mette a saltellare nel soggiorno di domenica pomeriggio, o schiamazzare felice senza nemmeno aver chiesto il permesso ai vicini.
Qualche settimana fa nello stabile qualcuno faceva dei lavori. Per giunta di sera e nei weekend.
Una donna mi ferma e mi dice che che si tratta di un italiano e mi chiede se quell'italiano non sono io.
Il fatto che mi verranno imputati tutti i lavori nel condominio nei secula seculorum, mi aiuta a farmi sentire al centro dell'attenzione.
E poi se questi lavori vengono eseguiti abusivamente in orari non consentiti, non può che essere un italiano.

Si scopre poi che il responsabile è un belga, souche. Non ha avvertito nessuno senza che per altro la soave Little, di padre vallone e di madre fiamminga, battesse ciglio. Al punto che qualcuno potrebbe arrivare a sostenere che oltre ad avere problemi di alcol e di violenza familiare, la gentile Susie sia un tantinello xenofoba.
É piacevole saper di abitare al di sopra di tale concentrato di virtù.

Dunque si era detto di Bruxelles che è luogo comune. Perché è tale la molteplicità umana che alla fine nessuno ne è veramente padrone e nessuno si sente realmente fuori posto.
-Si, ma questo succede solo a Bruxelles, ci diceva un'altra vicina, nata e vissuta a Bruxelles, peraltro francofona. Il resto del Belgio è di un provincialismo soffocante.
Leggevo di Anversa e Liegi collocate nella top 10 tra le città xenofobe del continente.
E quindi i conti non tornano troppo. Come fa  Bruxelles a restare un porto franco nostante Little Susie e compagnia cantante?
Ci dovrà essere un qualche fattore esterno.
I rettiliani?

domenica 11 agosto 2013

Il disingombro

English books on sale

Si discuteva su facebook di ex-sessantottini che sniffano carta e disprezzano gli eBooks.
Vi chiederei di non toccarmi gli ex-sessantottini che sniffano carta.
Se non ci fossero loro a chi sbolognerei tutti i libri cartacei di cui ho la versione digitale?

Inizio a selezionare le vittime del decluttering, i volumi destinati alla vendita.
-No! Alone in Berlin, no! Non l'ho finito!
Attraverso avanzate tecniche di comunicazione visuale (vedi disegno con i pastelli a colori di Ludo), cerco di farle capire che potrà continuare col kindle. Quello nuovo di zecca con foderino incluso, che le ho comprato, prime delle ferie, per evitare le sovrattasse Ryanair.
Spiego con dovizia di argomentazioni che non ha senso ammucchiare libri in perfetto stato. Che venderli è l'ideale, una situazione win-win. Qualcun altro potrebbe trovarli utili  e noi recuperiamo spazio e, magari, qualche soldino,  tenendo a bada la coscienza ambientalista.

Si dice. Una casa senza libri è come un corpo senz'anima. Appunto. Proprio perché  l'anima è immateriale su una chiavetta USB ci va a meraviglia. Del resto i libri contengono idee sotto forma  di sequenze di lettere. Valgono per quello che vi è scritto, non per dove è scritto. Conta il contenuto e non il supporto. Un libro è intrinsecamente digitale.
Certo, per secoli li si è stampati su carta. Ma si è trattato di una soluzione tampone. Perché non si aveva di meglio a disposizione.
-Sai, ho scritto qualcosa. Dove lo metto?
-Per ora fallo stampare. Poi quando inventano l'eBook si ricopia tutto.

Per farla breve, per chi è interessato ecco l'annuncio [vai all'annuncio].

giovedì 8 agosto 2013

Agosto urbano



Dicono che restare in città ad agosto non è male, che ci si gode la calma della città. Quello che è indiscutibile è la riduzioni degli effettivi in negozi e uffici per effetto della solita men che dimostrata presunzione di vacanza.

Manco il tempo di rientrare e subito mi è stato appioppato il marmacchio, dalla madre in missione per cinque giorni a creche chiusa. In compenso sono arrivate madre e zia dalla Polonia. Chi sa se sono riuscite a salutarsi dai rispettivi oblò. É sempre bello trovare il modo di comunicare con chi è intimamente convinto che la sola lingua che parla non può non essere compresa al volo dal resto dall'umanità.

Questa full-immersion polo-polacca sta stupendo con effetti speciali. Tipo:
(a) Incontenibile desiderio  di pioggia incessante, gelida e trasversale. Avevo infatti intimato di non uscire in mia assenza col bamboccio i cui skills motori  sono già più che sufficienti a disseminare a piacimento le pachidermiche congiunte. Invano. Non resta che sperare negli agenti atmosferici.
(b) Perdita (temporanea) della qualifica di specialista della cacca, la qual cosa mi ha provocato notevoli patimenti interiori. Il mancato utilizzo nel lavaggio di sapone e acqua, come ortodossia polacca impone, lascia l'infante costantemente permeato di piacevole aroma da pamper scacazziato.
(c) Istantanea sparizione di fragole, uva e frutta varia. Contestuale apparizione di junk food assortito (eg. zeppole fritte ricoperte di zucchero) che solleva lo spirito nelle giornate di canicola.

Insomma a parte la lavatrice rotta che rovina l'idillio direi che tutto fila liscio. Del resto per settembre mancano solo 22 giorni.
 

 

domenica 4 agosto 2013

Todos caballeros /2

La gioa sguaiata degli anti-berlusconiani
In occasione della recente sentenza che ha definitivamente condannato Berlusconi sono stati rilanciati in grande scala alcuni luoghi comuni cari alle differenti categorie di berlusconiani. Quelli che vanno in piazza a cantare meno male che Silvio c'è e quelli che preferiscono il segreto dell'urna.


#1. Non si gioisce per una sentenza.
E perché no? Un condannato è uno che, essendosi renso colpevole di un delitto, ha arrecato danno alla collettività. Perché non ci si deve rallegrare quando arriva la sanzione? Perché non si puó essere soddisfatti quando un assassino viene messo nelle condizioni di non uccidere, ed un ladro di non rubare?
Nel caso specifico, si parla di qualcuno che ha fatto sprofondare un paese nell'illegalità più assuluta a botta di condoni, leggi della vergogna e riforme della giustizia pro-crimine. Certo, le colpe non sono mai di una persona sola, ma qui si parla di uno che ha creato un monopolio televisivo completamente abusivo, con modalità che definire oscure è riduttivo e che ha sistematicamente usato in modo violento e criminale.
Forse è consentito rallegrarsi solo per le condanne dei ladri di polli.


#2. Berlusconi va sconfitto politicamente.
Un mantra esilarante come lo definisce Scalzi sul fatto.
Esilarante perché Berlusconi É stato sconfitto politicamente ripetutamente. Nel  (a) 1996 quando la premiata ditta Bertinotti-D'Alema preferí far fuori Prodi e non lui. (b) Nel 2006 quando ci pensarono i senatori bagascia ad abbattere un governo democraticamente eletto. Ai (c) referendum del 2011 quando 25 milioni si presentarono a fine giugno alle urne per cancellare 4 leggi vergogna. Alle politiche del (d) 2013 dove il 70% gli ha votato contro e a favore 30%. Al mio paese questa si chiama sconfitta politica. Il massimo che si puó sperare in paese cattolico, retrogrado, antropologicamente reazionario e  teledipendente contro un tizio che controlla le TV.
Poi, essendoci la democrazia rappresentativa succede che i rappesentanti non rispondono più ai comandi. Magari uno con fette di prosciutto non troppo spesse sugli occhi ce la riesce a vedere una connessione tra quanto appena sanzionato dal tribunale e questa lunga sequenza di 'sconfitte politiche' senza effetti.

#3 L'antiberlusconismo è l'equivalente del berlusconismo.
Poi ci sono quelli algidi, i terzisti, quelli che rifuggono le contrapposizione frontali, tra berlusconiani e anti-berlusconiani, tra scippati e scippatori, tra pedofili e anti-pedofili, per usare una metafora cara a Travaglio. Quelli del todos caballeros,  per i quali tutti i gatti sono grigi e per cui tutti sono ugualmente responsabili senza distinzioni.
La realtà è che quando sei cittadino di un paese ostaggio di un personaggio di tale risma opporglisi è un dovere civico.
Non è solo giusto ma anche utilissimo. Se qualche giudice onesto è ancora in condizione di applicare la costituzione, se la costituzione del 47 è ancora in vigore, se è ancora possibile, a differenza dei modelli politici ai quali Berlusconi si ispira (Russia, Bielorussia, Libia di Geddafi,Turchia, etc) scrivere un post senza ricevere la visita di una qualche polizia politica questo è stato dovuto alla resistenza, irriducibile, che ha incontrato. A livello di società civile, non di nomenklatura di centrosinistra. In Ungheria non sono stati cosí fortunati.

giovedì 1 agosto 2013

Sindromi estive


Guardando le foto degli altri sui social network scopro di dover essere affetto da una qualche strana sindrome estiva. La qual sindome mi porta a scorgere scarichi abusivi, ecomostri e pescatori di frodo dove altri vedono promontori fioriti che si stagliano su sfondi marini argentati in controluce. Spero non sia grave.  
Servirebbe una pillola effetto photoshop, che ti abbellisce la realtà in tempo reale.

Il fatto di aver rigorosamente evitato giornali ha fatto si che ne sapessi meno sulle cose italiane di quando sto in Belgio. Non esistono invece telecomandi per ridurre il volume della lamentazio italica da spiaggia.
Si sa,  l'Italia è stata invasa da ultracorpi, rettiliani, presenze extra-terrestri di vario tipo che, per giunta, ne combinano di cotte e di crude.
'Non fanno niente per il lavoro', 'Non sanno valorizzare il turismo', 'Se ne fregano dei giovani', 'Sono tutti ladri'. Che gentaglia questi alieni. Comunque, ascoltare l'abusivista edilizio lamentarsi della qualità del mare non ha prezzo.

Ci ha pensato il tassista tunisino al gare du Midi a riportarmi alla realtà.
-Incredibile sto Berlusconi. Finisce ad Hammamet come Craxi.
Magari, mi sa che stavolta è lui che ci manda tutti gli altri ad Hammamet.

Per il resto, ordinaria amministrazione da ritorno. La non-estate, mi dicono, è stata finora molto meno non-estate del previsto. Quasi una non non-estate. Ancora una volta viene confermata  la sbalorditiva capacità delle amministrazioni belghe di far trovare corpose richieste di pagamento al ritorno da un qualunque periodo d'assenza. Sempre e sistematicamente.
Il fatto che si trattava di un pagamento dovuto, già budgetato ed inviato all'indirizzo corretto, contribuisce  per questa volta a farmi tenere a freno la tastiera.