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Più controverso è il caso di pensa che se il suo paese d'origine è una chiavica conclamata, non è affatto detto che non possa esserlo anche quello di destinazione. Agli esperti stabilire se ricade nell'ortodossia della sindrome.
Di tanto in tanto, normalmente dopo Pasqua, una qualche amministrazione belga fa qualcosa che risveglia il sindromato che c'è in te. La sorpresa nell'uovo stavolta è stata una raccomandata che il ministero delle finanze si palleggiava da un paio di mesi con l'ufficio postale.
Come in tutta la corrispondenza, dal cambio di residenza a questa parte, nell'indirizzo era indicato il civico ma non scala e appartamento.
I reiterati tentativi per far correggere l'errore sono stati un'esperienza molto formativa. Cosa c'è di meglio che essere inviati dall'ufficio A al B, e poi dal B al C e dal C all'A per capire il funzionamento dell'amministrazione del paese che ti ospita?
Sfortunatamente, imbroccare un indirizzo gli viene più difficile che centrare un terno sulla ruota di Pescara. Già me lo immagino un ipotetico corso per funzionari.
Un piccolo sforzo e ce la fate. Civico-scala-appartamento. Non è difficile.
Due su tre? No, ci vogliono tutti. E no, non si possono mischiare...
Stavolta però si sono spinti verso frontiere inesplorate. Anche le vocali del cognome sono arrivate tutte belle mischiate come per opera di un qualche algoritmo di randomizzazione.
Nella missiva mi si notifica una multa per un cavillo, per la modica cifra di 2500€. Ora, dire che questo basterebbe a sindromare i sassi e le querce è facile. Ma lo stato belga li deve trovare da qualche parte i soldi per finanziare le gite in barca a vela di Little Susie (vedi meritocrazia)?
La causa è una data sbagliata, del 2010, immessa nel sistema da uno di questi creativi. E non c'è da escludere lo zampino del contabile 'inzallah' di Antwerpen, visto che la creatività belga si spalma omogeneamente come la nutella sul pane e travalica qualunque frontiera linguistica.
Un tasso minimo di sindrome è fisiologico per chiunque e diventa pericoloso solo quando, come il colesterolo nel sangue, supera una soglia di guardia. Da oggi 'Noble Belgique' è l'etichetta che contrassegna i post dove succede.
Quante risse su quel blog. E quanti cialtroni.
RispondiEliminaPerché ha avuto 'la colpa' di mettere un nome ad una sequenza di stati d'animo che realmente si verifica e con notevole frequenza.
EliminaHai voglia. Basta leggere i commenti. Il bello fu quando arrivo' una psicologa da Barcellona, che disse che la sindrome non solo esisteva, ma che aveva un nome ben definito nella psicologia. E la cosa grandiosa fu che la prima clinica per sindromati e' stata aperta proprio a Barcellona, e per italiani. Il che sarebbe contradditorio se si pensa che la vicinanza culturale della Spagna all'Italia,di fatto, dovrebbe garantire l'immunita'.
EliminaComunque,a parte un paio di cialtroni e dorotei, dopo quella visita della psicologa sul blog, molti sparirono perche' di fatto erano stati distrutti da in punto di vista intellettuale da quel post.
Tornando a te, puoi sempre aprire un nuovo blog e scrivere i tuoi pensierini su Bruxelles...
Non mi dire. Il commento della psicologa me lo ero perso. Quindi, clamoroso al Cibali, c'è l'ufficialità della scienza.
EliminaQuanto ai pensierini su Bruxelles, se vedi bene, non mancano (vedi i 18 post di Noble Belgigue"). Devo un po' classificare e integrare il materiale esistente.
Quanto blog nuovo, su argomenti nuovi, in un altra lingua...da pensarci.
Eccola qua:
Eliminahttp://thelyndonsyndrome.wordpress.com/2010/10/15/patologie-reali-per-un-male-immaginario