Luoghi della sindrome, Brema |
Rientrare in patria su un aereo proveniente dalla Germania, stracolmo di migranti sconsolati, è esperienza che non ha prezzo.
Un tizio a 40 centimetri da me inizia a raccontare la sua storia, un caso terribile di sindrome in stato avanzato. Lavora per una organizzazione che ha in portafoglio progetti per i prossimi 40 anni. La Ndrangheta, immagino. Il prezzo da pagare per un cosí elevato livello di Job Security è terribile, e si chiama Brema. La recitazione della lista dei mali di Brema dura ben più del tempo necessario a sorvolare le Alpi.
Inquinamento, traffico soffocante, permanente grigiore da straccio lercio, rari e costosi collegamenti aerei. E com'é smorta. Per trovare un po' di vita devi farti 800 chilometri.
Racconta di un'esistenza fatta di giornate passate a lavorare e a contare i giorni mancanti al prossimo rientro, comunque inutile visto che tempo una settimana e sei di nuovo pallido come un cencio. Brema ti sbianca meglio dell'omino bianco e coccolino concentrato a principi attivi unificati.
Arrivo a destinazione col cuore rigonfio di Angst teutonica. Ho quasi le palpitazioni. La sindrome non da scampo e contagia a presa quasi immediata.
Provvidenziali diventano i formidabili servizi di desindromaggio che l'aereoporto di Capodichino mette a disposizione dell'emigrante di rientro. Eccone qualche esempio:
(a) 15 minuti di sceneggiata autenticamente napoletana improvvisata dai baristi a costo zero. Questa volta in onore di mio padre, mezzo sordo, che non ha reagito quando gli hanno chiesto se i caffè erano i suoi.
(b) Folkloristico rituale del pagamento alla macchinetta del parcheggio con intorno claque di scugnizzi che dirigono le operazioni e ne fanno la radiocronaca.
(c ) tratto di tangenziale per l'autostrada che, per quanto breve, ti scarica addosso più adrenalina di una Parigi-Dakar col Piaggio.
Dopo trattamenti di questo tipo il sindromato è completamente ristabilito. Passeggia per i dock di Amburgo convinto di essere ad Ipanema e non scorge più grosse differenze tra il Manneken Pis e un bronzo di Riace.
Mi fermo qua. Credo basti per diventare l'autore del primo blog con un paio di post di sospensione per (auto) discriminazione territoriale.
Lufthansa per Napoli? Ci scrissi un post simile quando sono andato lí a Natale. Io ce ne avevo due proprio dietro di me.
RispondiEliminaMagari sono gli stessi :)
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