domenica 11 agosto 2013

Il disingombro

English books on sale

Si discuteva su facebook di ex-sessantottini che sniffano carta e disprezzano gli eBooks.
Vi chiederei di non toccarmi gli ex-sessantottini che sniffano carta.
Se non ci fossero loro a chi sbolognerei tutti i libri cartacei di cui ho la versione digitale?

Inizio a selezionare le vittime del decluttering, i volumi destinati alla vendita.
-No! Alone in Berlin, no! Non l'ho finito!
Attraverso avanzate tecniche di comunicazione visuale (vedi disegno con i pastelli a colori di Ludo), cerco di farle capire che potrà continuare col kindle. Quello nuovo di zecca con foderino incluso, che le ho comprato, prime delle ferie, per evitare le sovrattasse Ryanair.
Spiego con dovizia di argomentazioni che non ha senso ammucchiare libri in perfetto stato. Che venderli è l'ideale, una situazione win-win. Qualcun altro potrebbe trovarli utili  e noi recuperiamo spazio e, magari, qualche soldino,  tenendo a bada la coscienza ambientalista.

Si dice. Una casa senza libri è come un corpo senz'anima. Appunto. Proprio perché  l'anima è immateriale su una chiavetta USB ci va a meraviglia. Del resto i libri contengono idee sotto forma  di sequenze di lettere. Valgono per quello che vi è scritto, non per dove è scritto. Conta il contenuto e non il supporto. Un libro è intrinsecamente digitale.
Certo, per secoli li si è stampati su carta. Ma si è trattato di una soluzione tampone. Perché non si aveva di meglio a disposizione.
-Sai, ho scritto qualcosa. Dove lo metto?
-Per ora fallo stampare. Poi quando inventano l'eBook si ricopia tutto.

Per farla breve, per chi è interessato ecco l'annuncio [vai all'annuncio].

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