giovedì 12 luglio 2012

Destinazione Calabrong



Nel post precedente si è visto come i terrorristi siano tradizionalmente avezzi a presentarsi in aereoporto con lattanti in fasce al seguito.
Adesso si scopre che anche gli ndranghetisti non sono certo da meno durante le loro scorribande notturne sulle autostrade scure della Calabria.
-Il nome della signora me lo dia lei, non c'è bisogno del passaporto. Mi dice l'agente al posto di blocco nel tentativo di esser cortese.
-Si ma 'j' come lo scrive? 'gei'? E quando dice doppia 'v' intende 'sc'?
Alla fini il passaporto se lo fa dare. Il caso poi di un bebé di sette mesi, con cognome italiano e passaporto polacco, nato in Belgio, in viaggio su una vettura intestata ad un suo omonimo è veramente degno di Hercule Poirot.
-Ma questo Uccle? Dov'é?
Gli spiego che è meno difficile di quanto sembri e che in realtà si troverebbe in provincia di Bruxelles, la cui subitanea invenzione sembra di colpo facilitare la vita a tutti.

Per il resto, so far so good.
Il bebé, avezzo alla fresca pioggerellina della suddetta provincia, da qualche giorno ha l'espressione di chi pensa:
-Ma vi rendete conto di dove mi avete portato? E poi vi lamentate se vi considero malfidati.
In effetti il vento africano che batte lo Ionio è piacevole come un asciugacapelli sparato in faccia.
Da quando gli abbiamo preso la tinozza gonfiabile dal cinese sembra comunque meno incazzato col mondo.

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