Nel post precedente si è visto come i
terrorristi siano tradizionalmente avezzi a presentarsi in aereoporto
con lattanti in fasce al seguito.
Adesso si scopre che anche gli
ndranghetisti non sono certo da meno durante le loro scorribande
notturne sulle autostrade scure della Calabria.
-Il nome della signora me lo dia lei,
non c'è bisogno del passaporto. Mi dice l'agente al posto di blocco nel tentativo di esser cortese.
-Si ma 'j' come lo scrive? 'gei'? E
quando dice doppia 'v' intende 'sc'?
Alla fini il passaporto se lo fa dare.
Il caso poi di un bebé di sette mesi, con cognome italiano e
passaporto polacco, nato in Belgio, in viaggio su una vettura
intestata ad un suo omonimo è veramente
degno di Hercule Poirot.
-Ma questo Uccle? Dov'é?
Gli spiego che è meno difficile di
quanto sembri e che in realtà si troverebbe in provincia di
Bruxelles, la cui subitanea invenzione sembra di colpo facilitare la
vita a tutti.
Per il resto, so far so good.
Il bebé, avezzo alla fresca
pioggerellina della suddetta provincia, da qualche giorno
ha l'espressione di chi pensa:
-Ma vi rendete conto di dove mi
avete portato? E poi vi lamentate se vi considero malfidati.
In effetti il vento africano che batte
lo Ionio è piacevole come un asciugacapelli sparato in faccia.
Da quando gli abbiamo preso la tinozza
gonfiabile dal cinese sembra comunque meno incazzato col mondo.
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