domenica 23 marzo 2014
Regalaci un sorriso
All'epoca delle primarie diedi una scorsa al documento congressuale a sostegno di Renzi . Mi serviva un pretesto per non votarlo. E la perla, grossa come una pallina da ping-pong, contornata di ostrica non tardò a manifestarsi in tutto il suo splendore (pagina 16).
Il 3% deriva matematicamente da un obiettivo (stabilizzare il debito alla media Ue dell’epoca, il 60%) e da un’ipotesi/speranza (che il Pil crescesse in media del 3% l’anno). Entrambe le cose nel 1992 erano vere e realistiche. E ora non lo sono più: la media del debito nell’area euro è il 90%, e il tasso di crescita medio è molto più basso del 3%.
Logica a prova di bomba, no? De resto, si sa, limitarsi col cibo va bene quando si pesa 60 chili, a 90 si deve poter mangiare liberamente. Perché mai, a quarant'anni, imporre sacrifici al proprio stomaco quando a vent'anni si poteva mangiare un bue senza ingrassare? (concetto spiegato bene qui)
Prendi un cardiologo creativo, di quelli che disdegnano le rigidità burocratiche della propria professione. Cosa fa al cospetto di un paziente con le vene ostruite, sopravvissuto per miracolo ad una crisi cardiaca? Gli prescrive di mangiare per un mese a colazione, pranzo e cena da Mc Donald's, come nel cult Oversize me.
Nel frattempo Matteo ha fatto carriera, da candidato alla segreteria PD è diventato premier.
Così finalmente dopo tre lunghi anni torniamo ad avere un primo ministro che sa come regalare un sorriso quando va all'estero.
Certo, arrivare a far sganassare Merkel e Sarkozy è facile. Per contro, strappare un sorriso a Barroso e Van Rompuy è come riuscire a far ballare la Macarena ai bronzi di Riace. Ma la cosa che nessuno ha notato è il giornalista francese che ha snocciolato ai due la domanda sulla politica fiscale di Renzi come se stesse raccontando l'ultima sui carabinieri.
Per farla breve, continuo a ripromettermi di non parlare di politica italiana. Putroppo non ci posso fare nulla se mi insegue fino a dentro il cesso.
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