domenica 23 giugno 2013

Me ne vado a vivere a Varese

Un sindromato come presidente
Parlavo di Bruxelles con una persona che ho recentemente incontrato.
-Sono di Firenze, mi ha detto scrutando il cielo grigio, e accenderei i ceri. Ci torneró quanto prima.

A quanto pare anche Maroni, recentemente in visita a Bruxelles ("Che tristezza la pioggia"), accenderebbe ceri per il fatto di essere di Varese. Del resto i ceri sono oggetti poliedrici, si prestano ad usi molteplici e ognuno ne fa l'impiego che vuole. Maroni ha negato che in Lombardia piova sempre. Ci ho vissuto cinque anni e confermo.

Restano stampati nella memoria, ad esempio, i suggestivi atterraggi a Linate da sud nelle giornate di canicola. La città si scorgeva a distanza racchiusa all'interno di una semisfera giallo pastello da polveri sottili. Graziosa come nelle bomboniere dei turisti con dentro il Duomo in miniatura.
A terra l'azione combinata di solleone e gas ad effetto serra provocava sorprendenti fenomeni di autoliquefazione umana.
Al lavoro erano richieste giacca e cravatta. Si chiama dressing code e stando gli esperti di management è il modo più efficace per spacciare un somaro con la coda per un eccelso professionista. Andare e tornare dall'ufficio in quei mesi era un esperienza ben oltre i limiti del trascendente. Specie quando entrava in vigore l'orario estivo e l'ATM sostituiva i convogli abituali con i trenini dei puffi a due vagoni. Che tempi meravigliosi.
E come dimenticare le zanzare di 200 grammi? Grazie ai più recenti sviluppi della tecnologie gli si potrebbero applicare delle micro telecamerine ed utilizzarle come droni di perlustrazione.

In breve, in Lombardia Maroni è presidente e non piove tanto.
Riformulo il concetto per rendere meglio l'idea.
A Bruxelles piove un po' in più ma il presidente NON É Maroni.

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