domenica 25 novembre 2012

Riflessi puerili

cantiere della Salerno - Reggio Calabria
Si parlava di Bruxelles e dei suoi eterni cantieri. 
Il discorso è finito sulla Salerno - Reggio Calabria. Ho ricordato di quando Berlusconi ne annució il completamento per la fine della legislatura con tutto l'emiciclo di Montecitorio che scoppió a ridere. Si ma lí c'è la mafia, é stato commentato. Certo è vero, c'è dovunque. Ma in quelle zone la vedi, la tocchi con mano.

Che fare quando qualcuno afferma qualcosa sull'Italia che sai essere vera?  

Molte persone a questo punto iniziano a inventarsi una qualche difesa nazionalistica.
Sono nato nel posto A  e allora mi sento obbligato a sostenere che il posto A è il meglio che possa esitere, che ha la gente migliore e la cucina la migliore. Anche se il posto A è la discarica di Cerro Maggiore.
Negare l'evidenza fa parte delle regole del gioco.
Il nazionalismo è al tempo stesso un difetto di crescita e una sorta di servitù della gleba dell'intelletto.

Il passo successivo consiste  nell'attaccarsi a un qualche cliché del paese dell'interlocultore e la si butta in caciara. 

Per me è un bel problema quando uno straniero mi riassume in due frasi esattemente quello che penso. Nello specifico, che quelle attraversate dalla SaRc sono società a cultura mafiosa maggioritaria. Basterebbe, del resto, che qualcuno registrasse quanto mi esce dalla bocca quando mi trovo sulla suddetta autostrada.

Il problema sta nella difficoltà a fare conti con la propria marginalità. Con il fatto che si conta di meno di quanto piace pensare.

Se l'Italia vince il mondiale, o ha la cucina migliore del mondo, o i monumenti più apprezzati, l'individuo italiano non dovrebbe avere molti motivi per inorgoglirsi. Per la semplice ragione che non è merito suo. O lo è in proporzione cosí piccola da non meritare menzione.
Lo stesso vale peró quando ti fanno notare che il paese è corrotto e dominato dalle mafie. Anche qui il contributo individuale è talmente irrisorio da sfociare nell'irrilevanza marginale.

Morale. Non contiamo nulla, per cui ci si puó pemettere, in tutta serenità, un grado elevato di onestà intellettuale.

2 commenti:

  1. Non mi era chiaro dove volessi arrivare fino alla morale... :) Che mi trova piuttosto d'accordo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Lo vedi. Ogni tanto fare la morale serve a quelcosa :)

      Elimina