domenica 27 maggio 2012

Benvenuti al nord


Un amico in visita mi chiede di accompagnarlo ad Anversa dove non era mai stato prima. Lo accontento volentieri. Del resto, non capita a tutti di vivere in un paese come il Belgio. Se abiti nella capitale, ti tocca fare sforzi inauditi per apprenderne la lingua. Poi però ti basta uno spostamento venti chilometri per arrivare là dove il segreto della felicità è proprio fare finta di non averla nemmeno sentita nominare quella lingua.

I sondaggi danno i sentimenti separatisti in ascesa nelle Fiandre. Certo, ad Anversa di tricolore non se ne vede esposto nemmeno uno. Una criminale speculazione (di Goldman Sachs?) su stoffa gialla, nera e rossa verrebbe esclusa da chi crede sempre e comunque alla versione ufficiale.
Pulsioni autarchiche sono riscontrabili anche nei menu dei ristoranti, tutti rigidamente in olandese[*]. Decido di facilitarmi la vita. In effetti cosa sia una Omelet kaas spek lo avrebbe capito anche Ludo. Colpisce invece la gioviale cordialità del cameriere quando gli chiediamo se c'è cipolla nel quiche.
Per reazione, elaboro all'istante un progetto di ristorante high tech dove gli ordini si raccolgono con un touch pad incorporato nel tavolo e le pietanze vengono servite da carrelli robot.
E' bello constatare che l'iscrizione a Goldsmiths inizia a dare risultati....

[*] Sempre che non dipenda da una cinica speculazione sugli Oxford dictionary.

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