giovedì 15 dicembre 2011

Il mio nemico ha la carta visa


Ero l'altro giorno al centro commerciale di Woluve. C'era una ragazza italiana che parlava al cellulare. Diceva di aver speso 200€ alla Prenatal per suo figlio, e di averne spesi altrettanti in giro per negozi. 400€ di acquisti d'impulso, non preventivati. Magari un giorno la vedremo sfilare in un qualche corteo contro le banche che opprimono la gente per mezzo del debito.

Quanto a noi questi livelli non li abbiamo raggiunti però il nostro bel contributo l'abbiamo comunque dato. 150€ di spesa. Chiaro, tutte cose utilissime, indispensabili. Indispensabili le pentole. Dovreste vedere come eravamo deperiti senza. Indispensabili i nuovi bicchieri. Finora bevevamo raccogliendo il liquido nell'incavo della mano per poi aspirarlo a mo di gargarismo. Lo so, é brutto a dirsi. Per non dire dell'imprescindibile tartine du pecheur a 8€ e dell'irrinunciabilissima creme espresso a 3€. Phiuh, ancora pochi minuti e poi sarebbe stato troppo tardi, si leggeva nello sguardo dell'addetta.

In realtà non è colpa nostra. Le luci, gli arredi, le vetrine, le offerte, il marketing, le promozioni trasformano questi shopping centers in moderni santuari dove non si può e non si deve resistere. Andarci e non comprare nulla è come andare in chiesa e non fare l'offerta. E' come prendere la comunione senza aver fatto il segno della croce. La religione ufficiale ti castiga con l'inferno delle anime. Quella del consumo ti schiaffa nel girone dei perdenti, popolato da chi non spende e ostenta.

Si dice che l'assassino nel giallo della crisi globale sarebbe la finanza. Non mi convince. La finanza magari è il complice, magari l'avvoltoio che profitta di una situazione creata da altri. Ma il vero colpevole é l'apparato culturale che spinge gli individui, gli stati e l'umanità intera a vivere al di sopra delle loro possibilità.
Il mio nemico è la pubblicità.

3 commenti: