giovedì 29 dicembre 2011

Manneken pis


E' un'epoca di grandi cambiamenti. Pannolini, pampers, tutine. Del resto, il piccolo budda italo-polacco é fatto cosí. Quando qualcuno decide di cambiarlo si pone all'istante una domanda tutta sua. Perché mai non cogliere la palla al balzo e fare altre due o tre pipí nel mentre? E si da pure la risposta. La performance dell'altro giorno é stata insuperabile. Si inclina su un lato prima di tirare, poi sull'altro e ritenta. Riesco ad evitare il bombardamento con scaltri movimenti della silhouette.
Per addestrare una ballerina del ventre non ci potrebbe essere di meglio.
Non contento della performance, si abbocca completamente su un fianco per poi smitragliare, con omogenea meticolosità, tutto il tavolo con le pomate, le salviette e i ricambi.

Qualcuno propone di andare in centro a vedere il manneken pis. Come se ce ne fosse bisogno.

Questa specie di annaffiatore portatile un merito peró già ce l'ha. Quello di aver smosso una famiglia da routine natalizie perennemente uguali a se stesse. Certo attraversare il centro nella calca con mandria al seguito non é molto meno arduo che farsi la Parigi-Dakar in triciclo. Ne perdo uno ogni dieci metri. Dalla qual cosa, in epoca di comunicazioni wireless in roaming, il fatturato di wind e vodafone ne ha tratto enormi benefici. Ma ne é valsa la pena dato che un'ambientazione cosí suggestiva é difficile da trovare altrove.

Insomma viva Bruxelles, che nostante tutto, riesce ancora a sorprendere, piccoli urinatori indefessi inclusi.

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