domenica 11 settembre 2011
Beata innocenza
Scendo per lo jogging e incontro nel portone la vicina francese del piano di sotto con la figlia di quattro mesi.
-Salut, comment ça va? Dico sorridendo alla bimba.
-Parlale pure in italiano, mi risponde la madre. Il padre infatti è calabrese. Riformulo la domanda nella lingua di Dante. A quel punto la bimba si illumina, letteralmente. Ride col viso e con gli occhi. Arriva in quel momento una delle veterane dello stabile. E' inviperita per le, non poche, nefandezze dei condomini.
Venite! dovete vedere con i vostri occhi! Ci conduce negli scantinati. Lo spettacolo non è bellissimo. Bidoni della differenziata non svuotati, incombranti lasciati nei posti sbagliati. Ha ormai il colorito del grande puffo. Manca il portiere una settimana e guardate che indecenza!
A quel punto si verifica una sorta di meccanismo emozionale simile ai vasi comunicanti. Più la vegliarda si contorce per l'ira, più la poppante irradia felicità da tutti i pori. E questo per aver udito 'ciao come stai?' nella lingua del padre.
Li saluto e ripenso all'episodio durante la corsa. Belgio, Francia e Italia. Ben tre paesi tra cui optare. E quella che ti sceglie? l'Italia. Come si dirà ritenta sarai più fortunata in lingua neonatale?
E lasciamo stare i 30000€ di debito pubblico in testa ad ogni nuovo nato. Troppo difficile da capire. E poi se uno vuole appartenere al paese di Leonardo e Michelangelo non starà mica a contare i centesimi. Fuori i quattrini e poche storie.
Io però, al posto suo, il mio tempo per rifletterci me lo prenderei lo stesso. Magari tra vent'anni l'Italia sarà un paese modello (campa cavallo). Ma or ora, in questo preciso momento,...per riformulare l'idea in una forma facile a comprendere per una mocciosa, l'Italia è un po', come dire, nella puh, puh.
Lattante avvertita...
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