martedì 9 agosto 2011

Héros

Oświęcim, Polonia meridionale

Sto accompagnando fALAmena ad Ukkle per un controllo. Il tram è affollatissimo. Sale un signore molto anziano, cammina lentamente, si appoggia a un bastone. Nessuno gli cede il posto. Anche se è distante gli faccio segno. Accetta volentieri e si siede accanto a fALAmena. Nel tragitto verso sud il tram si svuota. Il signore cambia sedile e mi restituisce il posto. Non conosciamo il quartiere, scrutiamo dal finestrino per capire dove scendere.
-Non qui, ci dice l'uomo, Héros è la prossima fermata. Ci sono i lavori, è il capolinea.
Ringraziamo, è la nostra destinazione.
Scende lentamente e ci anticipa sul nostro tragitto. Si ferma ed entra allo stesso numero dove siamo diretti.
-Andate al centro medico? Costeggiate l'aiuola e entrate nella porticina a sinistra.
fALAmena ringrazia. Lui riconosce l'accento all'istante.
-Ah! ma allora lei è polacca!
-Si sono polacca, risponde lei piacevolmente stupita.
-Sa, Io in Polonia ci sono stato. A Cracovia....
fALAmena  s'illumina.
-Ad Auschwitz, a Buchewald, a Dachau, continua.
Adesso è tutto chiaro.
-Eh si..
Ci mostra una spilletta con un simbolo che non conosciamo. Forse una associazione di reduci, forse altro. L'appuntamento col medico incombe. Non possiamo trattenerci oltre.
-Buona giornata! e grazie ancora per il posto!

I campi di concentramento uno se li raffigura nel bianco e nero dei filmati d'epoca, come appartenenti ad un tempo remoto, sperduto nella memoria. Niente di più distante dalla modernità dell'oggi. Eppure dal 45 sono passati 66 anni, solamente. Il niente della storia.
Ripenso a quell'uomo. Certamente doveva avere all'epoca un'età tale che ti permette di ricordare ogni istante vissuto. Sarà stato un ebreo, un oppositore, un membro della resistenza? Chissà come avrà fatto a sopravvivere? Cosa ne sarà stato dei familiari. E quali saranno state le circostanze che gli fanno riconoscere, con vivida ed infallibile precisione, quell'accento che fALAmena gli ha impietosamente ricordato. Sarà stata una voce caritatevole, o quella di qualche solerte membro del personale collaborazionista?

Domande destinate a rimanere inevase. E' la prima volta che mi imbatto di persona in un reduce dei lager e la cosa, devo ammettere, fa un certo effetto.

2 commenti:

  1. è proprio vero, sembrano eventi così lontani eppure 66 anni fa è quasi ieri, sarà che l'accelerazione quotidiana ci fa perdere anche il senso del tempo e della storia e certi eventi ci sembrano lontanissimi. Ottima riflessione.

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  2. E' una riflessione che tra l'altro mi viene in mente quando in Europa qualcuno sale sul pulpito e si mette a dare lezioni di civiltà agli altri, quando si sponsorizzano guerre di religione e scontri di civiltà.
    Bisogna avere la memoria proprio corta.

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