Guardo ai risultati delle elezioni tedesche con sentimenti contrapposti.
Da una parte come italiano c'è il senso di ammirazione stupefatta verso quel paese che è stato capace di costruire sulle ceneri della propria storia la migliore democrazia del pianeta. Tanto spaventosa è stata la dittatura, tanto elevata è la qualità della democrazia che è nata da essa.
Certo oggi la Germania vira a destra. Ma il pragmatismo democratico ed europeista della Merkel è fuori discussione. L'estrema destra è ai minimi termini e non va in parlamento. I liberali sostituiscono i socialdemocratici nella coalizione di governo. Il loro giovane leader carismatico, Guido Westerwelle, è un intellettuale gay ultra-europeista collocato su posizioni molto avanzate in tema di diritti civili. Con una destra così si potrebbe dire chi ha bisogno della sinistra. Venendo da quell'autentico pozzo nero della democrazia che è l'Italia di oggi non si può che provare invidia verso i cittadini di quel paese che hanno saputo così bene fare i conti con il loro passato, ed oggi hanno la certezza di non doverlo rivivere.
Se poi dismetto i panni dell'italiano frustrato ed indosso quelli dell'europeo che non vive gli appuntamenti elettorali come un giorno del giudizio allora subentra la tristezza.
E' andato in scena infatti l'ennesimo psicodramma della sinistra europea la cui crisi oggi sembra senza ritorno.
Gli attori ed i palcoscenici cambiano ma la recita è la stessa. Il protagonista principale del campo progressista, in questo caso, la SPD subisce un'emorragia di voti. La base disorientata accentua la tendenza alla diaspora e alla frammentazione. I verdi, la linke, adesso i pirati. Molti hanno optato per l'astensionismo, altri sono stati attratti da Westerwelle.
Per cui una vittoria numericamente possibile si è tramutata nell'ennesimo successo liberale. Proprio nel momento in cui le idee di quest'ultimi sono la causa della peggiore crisi ecomomica del dopoguerra. I conservatori anziché venire sonoramente puniti per i loro errori continuano ad inanellare vittorie paese dopo paese.
Questo apparente paradosso si spiega con il suicidio dei grandi partiti di sinistra. Recepiscono le idee liberali anche quando è evidente che non funzionano. Contribuiscono allo smantellamento dello stato sociale, e della precarizzazione del lavoro. Inseguono il voto moderato che non arriva. Se uno deve votate a destra tanto vale farlo per l'originale. Fanno il contrario rispetto a quello che il mondo che li circonda vorrebbe da loro. In passato è avvenuto in Francia ed Italia, oggi in Germania, tra pochi mesi avverrà in Gran Bretagna.
Sulle ragioni di questo comportamento schizofrenico ci sarebbero molte considerazioni da fare. Ma servirebbe un post a parte.