domenica 30 giugno 2013

Diamo a Cesare

Prima e dopo
Volendo procedere con la linea cerchiobottista oggi è il turno del colpo alla botte. Quello della lode che ti imbroda.
Il buono di giornata è l’assessore ai trasporti del comune di Schaerbeek che mi offro volontario per portare a spalla in trionfo sulla grand place nel giorno della festa nazionale. Spero non sia sovrappeso.

Se un incrocio è un autoscontro, non c'è niente di meglio che allargare i marciapiedi e restringere la carreggiata. Specie quando lo devo attraversare ogni giorno per portare il bimbo alla creche.

Tra i cattivi resta l’omologo del comune di Etterbeek pei reiterati tentativi di impedirmi di scrivere il terzo episodio della saga (vedi spiaccicarne uno...).

giovedì 27 giugno 2013

Kick the kickers



Per una volta non ho rispettato la sacra regola del scarpe e buoi dei paesi tuoi.
Avevo visto delle Kickers a 100€ che volevo. In negozio la buona notizia è che le trovo in promozione a 70€. Quella cattiva è che la promozione è valida solo se ne compra un altro paio.  Allora ne aggiungo uno per il bambino. In fondo si tratta di 10€ in più per scarpe che a prezzo pieno costerebbero 74€.  A casa purtroppo l'accoglienza non è quella che normalmente si riserva a colui convinto di aver fatto l'affare della vita.
-Il 23!? Allora devi tornare a cambiarle! Avevo detto il 25!
Faccio presente che (a) le scarpe per il bimbo erano un extra non previsto; che (b) a telefono non aveva affatto detto 25; che (c) ricordo averle sentito dire 'va bene tutto quello che supera il 21, il 25 sarebbe l'ideale'; che (d) tra 'minimo sindacale' e 'ideale' il 23 fa media; che (e) potrei contattare i servizi di sicurezza USA, per farle riascoltare la telefonata. Siamo stranieri e l'hanno senz'altro registrata.
Faccio notare altresì che (f) una donna prima di me è stata spernacchiata in malo modo per aver provato a cambiare delle scarpe per bambino.

Di ritorno al negozio una garbatissima addetta mi dice che non me le cambiano né per Dio né per i Santi.
Perché queste sono le regole delle loro promozioni. Chiedo se è legale visto che la legge sul commercio contempla il diritto di recesso. Ovviamente, non ho la più pallida idea di quello che preveda la legge ma il suo colorito, di colpo paonazzo, frammisto allo sguardo carico d'odio mi fa subito pensare d'aver fatto centro.  
Che pezzente, sembra pensare, compra scarpe con lo sconto e se le vuole pure fare cambiare. 
Inizia a turbinare scarpe scatole, coperchio sabatacchiandoli da una parte all'altra. 
-Ecco il suo 25! Adesso non si cambia più!

Tutto è bene quel che finisce bene. Ludo ha le sue scarpe per la crescenza. 
Un non so che mi spingerebbe a scommettere, anche parti corporee di una certa importanza, che se quest'anno sono troppo grandi l'anno prossimo saranno troppo piccole. La speranza, più che fondata, è che colui a cui saranno riciclate non legga il blog.

domenica 23 giugno 2013

Me ne vado a vivere a Varese

Un sindromato come presidente
Parlavo di Bruxelles con una persona che ho recentemente incontrato.
-Sono di Firenze, mi ha detto scrutando il cielo grigio, e accenderei i ceri. Ci torneró quanto prima.

A quanto pare anche Maroni, recentemente in visita a Bruxelles ("Che tristezza la pioggia"), accenderebbe ceri per il fatto di essere di Varese. Del resto i ceri sono oggetti poliedrici, si prestano ad usi molteplici e ognuno ne fa l'impiego che vuole. Maroni ha negato che in Lombardia piova sempre. Ci ho vissuto cinque anni e confermo.

Restano stampati nella memoria, ad esempio, i suggestivi atterraggi a Linate da sud nelle giornate di canicola. La città si scorgeva a distanza racchiusa all'interno di una semisfera giallo pastello da polveri sottili. Graziosa come nelle bomboniere dei turisti con dentro il Duomo in miniatura.
A terra l'azione combinata di solleone e gas ad effetto serra provocava sorprendenti fenomeni di autoliquefazione umana.
Al lavoro erano richieste giacca e cravatta. Si chiama dressing code e stando gli esperti di management è il modo più efficace per spacciare un somaro con la coda per un eccelso professionista. Andare e tornare dall'ufficio in quei mesi era un esperienza ben oltre i limiti del trascendente. Specie quando entrava in vigore l'orario estivo e l'ATM sostituiva i convogli abituali con i trenini dei puffi a due vagoni. Che tempi meravigliosi.
E come dimenticare le zanzare di 200 grammi? Grazie ai più recenti sviluppi della tecnologie gli si potrebbero applicare delle micro telecamerine ed utilizzarle come droni di perlustrazione.

In breve, in Lombardia Maroni è presidente e non piove tanto.
Riformulo il concetto per rendere meglio l'idea.
A Bruxelles piove un po' in più ma il presidente NON É Maroni.

giovedì 20 giugno 2013

Vatti a fidare


Buon vecchio Dumb phone

Si parla spesso sui vari mum blogs dell'inaffidabilità dei padri che tradizionalmente ne combinano di tutti i colori e a cui non si può fare minimamente affidamento. 
Si vede che chi di dovere non li legge visto che ha ritenuto più che normale sbolognarmi il bamboccio per i tre giorni della sua missione all'estero. Mi domando cosa avró fatto per meritarmi cotanta fiducia. Fa specie vedere anni di paziente lavorio per crearsi una reputazioni gettati dalla finestra con tanta nonchalance. Comunque, tutto è filato liscio a parte un paio di piccoli incidenti di percorso dovuti a due situazioni inattese.
 
#1. Albe soleggiate. L'ultimo problema che un progettista di appartamenti si pone, in Belgio, è quello di contenere la luce. Il che rende complicato a volte convincere un infante che sono comunque le cinque di mattina e che lo splendere del sole non è una buona ragione per dedicarsi ad attività finalizzate ad apportare miglioramenti alle relazioni con la vicina del piano di sotto.

#2. Smarphones. Si sa, sono degli autentici prodigi della tecnologia. Ci fai le cose più impensate, tipo scrivere un email, postare su twitter, ascoltare la musica e guardare video, leggere riviste online, etc. Ovvio che non ti metti a spaccare il capello in quattro se capita che devi essere raggiungibile e la batteria è scarica.

Quisquiglie di cui non è necessario parlare in giro e comunque, a ben dire, non mi pare proprio di ricordare la madre restare sola con lui per più di 24 ore. Sono stati un paio di volte in Polonia ma non conta. Lì c'era l'esercito della salvezza a supporto. Certo, mi farebbe comodo poterglielo  lasciare di tanto in tanto. Purtroppo non so se posso fidarmi. Non credo.

domenica 16 giugno 2013

Incontri ravvicinati


La partenza per il calabrong si avvicina.
[dicasi Calabrong ridente comprensorio sulla costa ionica dove la gente è dedita alla pesca (a strascico) e alla degustazione delle prelibatezze locali (link)]
Come lo studente che si fa prendere dal panico a dieci giorni dall'esame decido che è venuto il momento di scrollami di dosso l'eterno inverno brussellese.
Per buona sorte gli standard di Corigliano, quanto a forma fisica, non sono esattamente quelli di Palm Beach.

Al parco durante la corsa si profila in lontanaza una jogger dalla silhouette sinuosa ed allungata. Correva nella direzione opposta alla mia, leggera e veloce come animata dalla soave brezza della non-estate belga, con i capelli biondi a coda di cavallo che oscillavano a destra e sinistra in armonia con il ritmo della corsa. Cosí perfetta che sembra essersi materializzata dallo spot della maratona di Bruxelles.
Il mio passo di bradipo ritarda fatalmente il momento dell'incrocio, attimo in cui mi investe in pieno una zaffata forte e violenta, gentile souvenir dei cavalli della  pattuglia di polizia che perlustra il parco. Certo (forse) lei non c'entra, ma la poesia è perduta per sempre. Tanto più che nello stesso istante dalla radio mi perviene lamentosa nelle cuffie la nenia straziante di tale Nicolle Croisille. Tu étais gai comme un italien. Quand il sait qu'il aura de l'amour et du vin (Tu eri gaio come un italiano quando sa che ci sarà amore e vino).

Ci terrei a far sapere alla signora, che sarei astemio e che comunque che l'avanzata degli anni combinata a situazioni di questo tipo contribuisce ad abbassare e di non poco i livelli di libido.

giovedì 13 giugno 2013

Spiaccicarne uno per educarne cento /2


Ci si metta nei panni degli amministratori che (#1) per decenni ti hanno fatto abbattere quartieri e palazzi storici per far posto a garage multipiano (fenomeno meglio conosciuto come brussellizzazione). Che (#2) Hanno reso più conveniente per le aziende remunerare i dipendenti in automobili e carte benzina che in denaro. Che (#3) Hanno convinto l'UE a dare ad ogni neoassunto, come primo pensiero d'amore, il rimborso dell'IVA sull'acquisto di una nuova vettuta entro i primi due anni. Che (#4) hanno iniziato a sopprimere strisce e di testare le duracell col rosso dei semafori pedonali.

Cosa devono provare nel constare che tutt'ora ci sono persone che mosse dal rancore e dall'invidia sociale indugiano in comportamenti dannosi per l'economia e insistono nel volersi spostare a piedi?  

E vada che la persuasione gentile serve a poco. E passi che la comunicazione subliminale entra da un orecchio ed esce dall'altro. Va bene tutto. Basta che non ci si lamenti se poi si è costretti a passare alle maniere forti.

domenica 9 giugno 2013

Spiaccicarne uno per educarne cento

Bruxelles da scoprire- Metro Maelbeek, quartiere europeo
Il comune si Etterbeek, elimando gli attraversamenti pedonali in prossimità della stazione di Maelbeek, ha cercato di far fronte ad una gravissima piaga della città. Mi riferisco allo scempio quotidiano di Suv e BMW costretti ad arrestare ripetutamente la loro marcia a ridosso delle strisce pedonali. Ci si metta nei panni di uno al volante di una vettura degna del proprio euro-salario, che si deve fermare in continuazione per lasciar passare il primo sfigato di turno con pretesti puerili, tipo che piove a dirotto, grandina o fa -10C.

D'ora in avanti se uno è avaro e vuole continuare ad usare la metro è liberissimo di farlo. Vuol dire che si farà l'equivalente del periplo del Peloponneso prima di poter attraversare la strada antistante. Certo, può sempre provare ad attraversare abusivante.
Sappia peró che adesso il pieno diritto a spiaccicarlo è accordato a tutti, fosse pure la prima studentessa che passa con la saxo.

Stavolta il comune ha voluto ragionare in grande ed ha eliminato anche l'antiestetica chiazza verde (vedi riquadro), composta da fastidiosissimi fili corti ed umidicci, tra le due carreggiate, così brutta a vedersi.
La nuova pavimentazione in conglomerato cementizio non solo è molto più in tinta con l'ambiente circostante, ma non infastidisce la vista dei guidatori dei suddenti importanti autoveicoli.

giovedì 6 giugno 2013

Riflessioni rassicuranti


Leggevo della tragedia di quel padre che è andato al lavoro dimenticandosi il  figlio piccolo nell'auto al sole.  
Hai voglia a autoconsolarti dicendoti che se la notizia è sui giornali è perché succede di rado. Che te li voglio i giornali a pubblicare l'elenco di quelli che portano i figli all'asilo senza errori. Che chiunque può avere un figlio, anche chi beve e si droga.
Ma il retro-pensiero resta lí a lavorare come una zanzara molesta: può capitare, si che puó capitare. 
Siamo automi, facciamo tutti i giorni le stesse cose, puó succedere di attribuire un ricordo giusto al giorno sbagliato e convincersi di aver fatto qualcosa che non si è fatto.

Ci ho ragionato un po' e sono arrivato alla conclusione che Ludo non corre rischi. E No. Non perché è la madre che lo porta al nido.
Mettiamo che una mattina uscendo di casa col passeggino svoltassi invece che a sinistra verso l'asilo a destra verso l'ufficio. (1) i 20 minuti per arrivarci sono il limite temporale massimo prima che il bamboccio inizi a sc…ehm...a lamentarsi. Poi c'è (2) la sicurezza all'entrata. Vedendo uno che prova ad entrare con un passeggino in linea massima qualche domanda dovrebbero porsela. Ho spiegato più volte che non tutti i belgi sono tonti e non tutte le guardie sono belghe. E comunque(3) restano da fare le rampe di scale per arrivare al piano. Dovrei a quel punto rendermi conto che per una qualche strana ragione quel giorno è un tot più complicato del solito. Quanto ai (4) colleghi valgono le medesime considerazioni fatte al punto 2. E poi siamo sempre in (5) Belgio. È mai morto nessuno di caldo qui? 
E (6) non ho la macchina. Il non avercela è considerata dagli esperti una delle migliori precauzioni per evitare di dimenticarcisi il figlio dentro. Sapevo che resistere ad anni di 'non ci posso credere' sarebbe tornato utile un giorno.

domenica 2 giugno 2013

Argomentazioni inoppugnabili


L'arguzia logica degli anti-Euro ti colpisce sempre come un pugno in faccia. Come ad esempio l'equazione per la quale se il paese A è nell'Euro e il paese A è in crisi allora la crisi del paese A è colpa dell'Euro. Finlandia e Paesi Bassi entrano in recessione? Quale prova migliore che l'Euro non funziona?

L'altra sera a Servizio Pubblico hanno intervistato Bagnai. Da quando lo hanno scoperto i sostenitori dell'uscita dall'euro lo portano in giro da trasmissione in convegno come la statua della Madonna Pellegrina. La tesi di fondo è che uscendo dalla moneta unica si potrebbe poi svalutare e svalutando si rilancerebbero esportazioni ed economia. Dalla Valle in studio dice di non essere d'accordo, l'unica conseguenza della svalutazione, per lui che esporta, sarebbe l'incremento del prezzo delle materie prime. La reazione dei sostenitori di Bagnai su twitter non si lascia attendere.
Dalla Valle farebbe meglio a tacere, dicevano. É vestito come un clown.
É sempre difficile resistere quando ti trovi di fronte interlocutori che fanno sfoggio di tale potenza argomentativa.
   
C'è poi il caso Giappone. Il paese del sol levante ha il 240% di debito pubblico sul PIL. Questo per alcuni è la prova che il debito pubblico non è un problema. Il nuovo premier ha deciso, per rilanciare la crescita, di dare un'accellerazione alla spesa pubblica, facendo iniettare liquidità dalla banca centrale. Risultato? Da qualche settimana la borsa Giapponese, per un qualche orrido complotto, è sull'ottovolate. In molti temono che la bolla del debito possa alla fine esplodere.
Non è che il Giappone ha fatto domanda per entrare nell'Euro senza dirlo a nessuno?