domenica 28 luglio 2013

Considerazioni aggiuntive sul bamboccismo


C'è un paradosso.
Chiami uno 'bambino', si sente offeso perché gli stai dando dell'immaturo.
Chiami uno 'ragazzo', è contento perché gli stai dicendo che è giovane.

Mi viene in mente una frase:
I giovani pensano che i vecchi siano degli sciocchi, i vecchi sanno che i giovani sono degli sciocchi.
Pare che sia di Shakespeare

Se chiami ‘ragazzo’ uno che non lo è, quello che gli stai realmente dicendo è che lo trovi meno evoluto di quando dovrebbe essere. Del resto se a 40 anni non si fa più quello che si faceva a 20 un po' è perché si invecchiati, un po' perché si andati oltre.

Caso ancora peggiore è quando l’etichetta ce la si auto attribuisce. Quando ti auto-definisci ragazzo ti stai auto-escludendo dalle cose che richiedono per complessità un percorso minimo di crescita. Stai dicendo che fare il manager, il professore, il sindaco, il ministro non è per te.
In breve, stai confessando che il tuo posto è lo stage, il Mc Donald o il call center.

Non c'è dubbio,  la gerontocrazia è il lato B del bamboccismo.

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