giovedì 1 luglio 2010

I want to ride my bicycle

Art-loi


L'ho voluta la bicicletta. L'avevo anche annunciato nei propositi di fine anno. Adesso è tempo di pedalare. Aiuta allo scopo la sequenza record di giorni di sole. Niente di meglio per mettere in pista il potente scintillante mezzo. 160€ ai saldi. Destinazione il centro della città.

Per il centro ci sono due rotte. La più corta passa per lo chaussée di Louvain, Lovanio come si dice in italiano. Basta percorrere tre metri dello stradone per ricordarsi di non essere ad Amsterdam. Lo chaussée, che non è già più Bruxelles ma Schaerbeek, infila in entrata ring autostradale, circumvallazione esterna e muore sul vertice nord-est del pentagono che fa da periplo al centro. Vomita auto, furgoni, tir, automezzi a getto continuo. L'aria è irrespirabile, le facciate ingiallite dalla caliggine. Ci saranno di sicuro in città posti più sgradevoli ma finora non ne ho visti.
Dopo Meiser il tragitto si inerpica tra pompe di benzina, magazzini, ricambi auto, expo di mobili fino a raggiungere la vetta della collina a place Dailly, dove entro in scena io con il mio prodigioso strumento.
Da lì inizia una discesa a rotta di collo di un chilometro. Al fondo di questa specie di fossa delle Marianne si trova place St. Josse, quartiere di immigrazione turca. E' il secondo cambio di commune nel giro di poche centinaia di metri. Qui il dedalo di stradine sudice, strette e congestionate da doner places, piccoli alimentari, mercerie, discount d'abbigliamento e furgoni stazionanti si infrange contro il Pacific.
E' un caseggiato di 21 piani. Salendo ai piani alti di edifici del genere ci sente come sospesi a mezz'aria. Il vuoto davanti ed il resto della città appiattito verso il basso.
Il quartiere è mal reputato ma moltissimi tra gli eurocrati di minor fortuna, in genere giovani, contrattuali e stagières, lo scelgono come dimora. I prezzi sono bassi. Le istituzioni europee sono a poche centinaia di metri a sud. Il centro città è dall'altra parte della strada a ovest. E' lo spirito del luogo comune dove tutto si sovrappone in un fazzoletto di terra.
Dopo altri 200 metri di salita tra i tubi di scappamento si rientra a Bruxelles. Immagino che un minimo di spiegazione sia necessaria. La commune di Bruxelles sta alla capitale belga come come l'Olanda sta ai Paesi bassi. E' il pezzo che da il nome al tutto. In realtà la città ne è composta da 19. In passato erano centri diversi. Ciascuno di essi ha un centro, un campanile e un borgomastro. Non esiste infatti un sindaco unico per tutta la città come avviene in Italia. Dal punto di vista amministrativo è un inferno. Il vantaggio sta però nello spezzare il binomio centro-periferia rendendo la vita urbana più o meno omogeneamente distribuita. La stessa famigerata Molembeek, distretto islamico, a nord-ovest non è affatto un quartiere dormitorio. Ha il suo municipio i suoi centri culturali, i suoi teatri, i suoi eventi.

Dal ring interno inizia una nuova discesa a picco verso il centro storico. Sul pavé, giusto quanto basta per dare un'idea, per quanto vaga, di come si potesse sentire Cicciolina a fine giornata.
Al ritorno però la risalita è meno dura del previsto, a condizione di imbroccare i rapporti giusti e di non far uscire la catena sei volte.
Certo il tragico chaussée a senso invertito va evitato come la peste. Conviene invece allungare e, superato il parlamento belga, imbroccare art-loi, una sorta di asse del potere che collega dritto-dritto i palazzi nazionali alle istituzioni comunitarie. E' abbastanza pianeggiante ed è l'unica strada nella zona, ma sarà un caso, ad essere dotata di una vera pista ciclabile.

Esperimento riuscito. Come sempre il diavolo è meno brutto di come lo si dipinge e magari i sali-scendi brussellesi finiranno per essere una buona alternativa al pallosissimo jogging.
E domani si va al mare!

5 commenti:

  1. complimenti!
    Io non ho comprato la bici ma ho fatto l'abbonamento annuale a villo.be, hanno piazzato una stazione di bici proprio nella piazza sotto casa e quindi mi va di lusso, ogni mattina la prendo e arrivo ad Art-Loi, li' lascio la bici e prendo la metro fino al lavoro. Al ritorno da Midi ho provato anche con la bici ad arrivare fino ad Ambriorix qualche volta, duro ma carino come itinerario, altrimenti metro fino a Louise e da li' in bici di nuovo fino a casa. Oramai la prendo ogni giorno e durante il fine settimana con questo tempo non se ne può fare a meno. Domenica mi son fatto Ambiorix - Bois de la Cambre, consiglio di farlo!:)
    E anche la sera oramai evito il taxi, da Flagey ad Ambiorix alle 2 di notte e' tutto un fascino!

    Al di la' della bellezza di riprendere la bici, Bruxelles non e' sicurissima per pedalare, piste ciclabili che spesso si interrompono all'improvviso, spesso non esistono, insomma se pensiamo a cittadine delle Fiandre super attrezzare per bici dove la gente la usa davvero come mezzo primario di trasporto, beh sicuramente Bruxelles sembra localizzata nella regione sbagliata. Ma con un po' d'attenzione ed il giusto buon senso, io devo dire che con la bici mi sto davvero divertendo! Poi vabbe', quando lunedì ho detto al mio collega belga che avevo fatto 12 km in bici la domenica, lui si e' messo a ridere :), ne fa 60 ogni fine settimana, fa parte di un club, lui fiammingo dal capello biondissimo, ho chiarito subito, non voglio nessuna sfiga, i 12 per me sono già tantissimi!

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  2. Sai dove si faranno gli aperos urbains le prossime settimane? A place St. Josse!
    Tutto torna.

    ...e sai cosa arriva all'Atomium domenica? Il tour de France!

    peccato, non ci saró

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  3. @Vinz

    per vedere un po' di piste ciclabili carine, cerca un po' in questo blog:

    http://www.romafaschifo.com/

    Si interrompono in faccia ai cartelloni

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  4. ops.. "nessuna sfida" no "nessun sfiga" :)

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  5. @Andima,
    non me n'ero nemmeno accorto :)

    @Bacco,
    Quello è un blog culto

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