lunedì 10 agosto 2009

La storia non allegra di un ex nostalgico


Qualche giorno fa mi è capitato di commentare con altri le affermazioni fatte da una persona di nostra conoscenza. Si tratta di una donna che non ha superato da molto la trentina. Avendo vinto il concorso in commissione è destinata a rimanere nel luogo comune per diversi decenni. Nonostante ció non ha comunque intenzione di comprare casa. Gli anni della pensione, dice, vuole trascorrerli nel suo paese natale, la Romania. Tutti hanno giudicato molto triste il fatto che una persona prenda decisioni importanti sulla base di quello che spera di fare negli anni grigi.
A me invece è venuta in mente una storia che ho appreso qualche tempo fa. Ve la racconto.

C'era una volta un giovane uomo che viveva nel sud di un paese del sud dove si mangiava la pizza, si suonava il mandolino e si era poveri ma belli. Costui per poter vivere fu costretto ad emigrare, in treno con la valigia di cartone, verso un paese del nord dove si mangiava male ed il clima non era un granché.
Era un giovane di buona volontà e si mise a lavorare duro conservando però sempre in fondo al cuore il sogno di poter ritornare nel suo amato paese una volta giunto all'età della pensione. Passarono i giorni, passarono gli anni e passarono anche i decenni e alla fine giunse il momento cosí tanto atteso. Chiamò un notaio di sua conoscenza e gli chiese di trovargli dei compratori per dei beni immobili di cui era divenuto nel frattempo proprietario. Il notaio, molto serio e scrupoloso, si mise al lavoro e portò a termine il compito che gli era stato assegnato. La vendita fu conclusa senza intoppi. Con in tasca una buona pensione ed un consistente gruzzolo poteva finalmente ritornare a casa felice. Il notaio si congratulò con lui e gli augurò caldamente buona fortuna.
Passarono però sei mesi ed il professionista ricevette una telefonata dall'uomo che adesso si trovava nel suo paese. Il notaio si preoccupò, pensò a qualche complicazione legale.
-No signor notaio, è che volevo solo dirle, disse l'uomo, che nel caso in cui lei dovesse venire a conoscenza di qualche casa in vendita, beh, io ne sarei interessato all'acquisto.

Il notaio non sapeva che a determinare l'inattesa richiesta era stata una situazione prevedibile da lui non prevista. Il suo amato paese continuava ad avere una buona pizza ed un buon clima, ma non un buon sistema sanitario e delle buone cure di cui si ha spesso bisogno negli anni del tramonto. Anche questa volta il notaio fu molto efficiente e gli trovò un venditore.
Così l'uomo si mise nuovamente in viaggio verso quel paese dova la pizza la facevano male ed il mandolino non sapevano nemmeno cosa fosse. Questa volta partì in aereo e con la valigia in pelle pregiata, e soprattutto, senza guardarsi mai più alle spalle.

Morale n. 1: è probabile che il viaggio sia di sola andata.
Morale n. 2: life is now.

6 commenti:

  1. penso che una volta partiti si debba mettere un punto e andare a capo.

    purtroppo non tutti partono per propria scelta, ma tanto vale apprezzare quello che si ha, che si conquista, più che guardarsi nostalgicamente indietro.

    se lasci il tuo paese per trovare lavoro è comunque perché il paese in cui vivi avrà dei pregi ma non può darti da vivere, sembra un controsenso essere così attaccati. Ricorda un po' il tipo di attaccamento che si ha per i genitori.

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  2. Se si è deciso di partire vuol dire una sola cosa: che si sentiva la mancanza di qualcosa che il proprio paese non era in grado di dare.

    E non è detto che una volta venute meno le vecchie ragioni non ne sorgano di nuove.

    Tra l'altro, per me, la mancanza dei genitori è una cosa, la mancanza del proprio paese è un'altra.

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  3. la mancanza della famiglia a me taglia le gambe/ Ma so benissimo che dovro' crearmi un giorno la MIA di famiglia, per cui e' inutile lasciarsi prendere da setimentalismi.

    Bellissimo post, poco da aggiungere......
    Di storie del genre ne ho sentite molte. Anche io punto a tornare a Cava da vecchio.......ma in 30 anni molte cose potranno cambiare...ed io potrei anche non esserci piu',

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  4. Non c'è altra strada. Si devono trovare delle ragioni di soddisfazione nella vita che si fa e nel posto in cui si vive. Se non ci si riesce si deve avere la forza di cambiare.

    Aspettarsi compensazioni future per quello che si pensa di non avere oggi è troppo rischioso.

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  5. C'e una cosa che non indichi in questo post.
    La sceltas di partire e' anche dettata dalla volonta' di vivere in contesto ove si e' maggiormente sollecitati culturalmente.
    Purtroppo il SUD, da dove veniamo io e te, ha ultimamente perso questa caratteristica di luogo di cultura che un tempo aveva.

    Ora, immagina di voler tornare da vecchio. Le sollecitazioni culturali di cui parlo saranno di nuovo vive? beh, forse si, forse no.

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  6. Infatti. La storiella l'ho raccontata in modo volutamente semplificato ma la realtà è che le ragioni per partire sono solo raramente esclusivamente economiche.

    Abbiamo lasciato un sud dove si fa fatica a parlare la lingua nazionale, e non solo tra le persone anziane poco istruite, dove qualunque discorso che non riguardi l'ultima partita del Napoli o l'ultima puntata dell'isola dei famosi è ritenuto noioso e poco interessante.

    La realtà che l'Italia di oggi non è migliorata rispetto a quella di 20 fa. Marcia, corrotta, corporativa e mafiosa era allora. Marcia, corrotta, corporativa e mafiosa è oggi. Questo non fa ben sperare.

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