giovedì 14 novembre 2013

Alla pugna!


Restare-per-combattere, non-tradire-il-proprio-paese, non-abbandonare-la-barca-che-affonda.
Sono mantra diffusissimi quando si parla di emigrazione.
Una giovane ha raccontato a Servizio Pubblico di essere partita ma solo dopo lunghi tormenti interiori.
Una rifessione sorge spontanea. Se qualcuno al termine del tormentone decide comunque di partire deve  gioco forza esserci un numero altrettanto corposo di persone che invece opta per il restare-per-combattere.
Viene allora naturale domandarsi in quali combattimenti sono ingaggiati questi irriducibili eroi. Si puó azzardare qualche ipotesi:
-Contro i draghi [in attesa che qualcuno ne provi definitivamente l'esistenza].
-Contro Draghi (e l'Euro).
-Contro i complotti nel mondo.
-Contro la nonna che ogni domenica gli fa trangugiare litri di ragù con l’imbuto.
-Contro il regime di Pino Chet.
-Contro le sirene il cui canto ammaliatore traforma individui raziocinanti in Bimbominkia.
Certo, quando poi arrivano le elezioni, sono completamente svuotati e finiscono per recarsi al seggio contro voglia come se facessero un favore all’umanità. Ma nessuno vorrà lamentarsene.
Che si pretende di più dopo cotanta ardimentosa lotta?

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