giovedì 18 ottobre 2012

I conti senza l'oste dell'emigrante



Quando si parla di emigrazione manca spesso qualunque riferimento al paese di destinazione e ai suoi datori di lavoro. Come se si trattasse di soggetti passivi in attesa di vedersi notificata una decisione.
In un commento su facebook, ad esempio, si esortava una persona titubante a dargliela una possibilità a Bruxelles.
Riassumendo. Abbiamo il nostro stagista medio che è
(1) Appena uscito dal più stravagante dei corsi di laurea. 
(2) Straconvinto che il suddetto corso sia stato istituito dopo attenta analisi degli sbocchi occupazionali e non per distribuire cattedre e finanziamenti.
(3) Ingaggiato in una feroce guerra personale, senza esclusione di colpi, con la grammatica italiana.

Un amico gli ha appena detto che una certa Minetta o Minotta, insomma quella lì, otterrà una pensione a 27 anni. Sopraffatto dalla rabbia e dall'indignazione inizia a prendere in considerazione l'idea di espatriare, senza per altro sapere bene dove. 
E si prefigura, mentre decide, folle trepidanti ammassate nelle principali piazze delle città estere nell'attesa del fatidico 'THE WINNER IS....'.

Magari un giorno qualche anima buona si prenderà la briga di spiegargli che sono loro a dargli un opportunità e non viceversa. Che non avendogli chiesto di venire non è detto che gli chiedano di restare. Che gli verrà domandato di parlare in modo fluente un paio di lingue straniere e di provare una per una tutte le competenze dichiarate nel CV. Che un profilo accettabile in Italia, paese tecnologicamente declinante, ha ottime probabilità di essere giudicato scadente altrove.

O forse no. Non è mai bello fare la parte di quello che rivela a un bambino di 8 anni la vera identità di Babbo Natale.

3 commenti:

  1. eh ma purtroppo ne potrei elencare di controesempi, di chi si siede, per esempio, come consulente informatico in Commissione, a Bruxelles, e non fa una beata mazza tutto il giorno, non dovendo confermare nessuno skill dichiarato sul cv e parlando un inglese che definire scadente sarebbe un complimento, disdegnando di imparare il francese e vivendo benissimo, tra feste di expats e comunità italiana, con il sorriso. E, voglio dire, quando penso che oggi ho fatto due ore di corso di francese avanzato in azienda e 3 ore di olandese di corso serale e adesso sto in vpn a fissare una build rotta da un junior di cui sono responsabile, beh alla fine chiamali fessi, a quei controesempi... Lo so, il futuro ci dirà tutto, nel futuro ci sarà giustizia, forse.. vero?

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    1. p.s. lo so, "fissare" è bruttissimo, dovevo dire riparare o qualcosa del genere.. :)

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    2. Per esperienza diretta mi sento di poter dire che al livello di colloqui per aziende private il livello dell'asticella è più elevato e vanno preparati come esami universitari.
      La commissione, concordo, effettivamente è cosa a se e va paragonata più a un ministero che a un'azienda.
      Eccezioni e controesempi ci sono sempre, non c'è dubbio.
      Ma il concetto di fondo rimane.
      Andare all'estero non è una passeggiata nel parco come sembrebbe da certe discussioni.

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