giovedì 26 gennaio 2012

Ultimo giorno


L'aula del corso è quella che da sulla strada. Il suo finestrone illuminato è l'unica attrattiva di rue Strassart. I passanti annoiati dalla tetraggine da retrobotteaga della viuzza non  resistono quasi mai alla  tentazione di buttarci un occhiata. Ai ritardatari del corso viene offerta una preview della lezione iniziata in loro assenza.
L'altra volta sono arrivato alle sette passate. C'era solo Jose al cospetto dell'insegnate essendo giorno di esame orale. Ognuno fa la sua esposizione a porte chiuse ad un orario prestabilito. Jose sembrava  procedere, deferente e compito, come se davvero stesse al cospetto dell'imperatore del Giappone. Ha presentato Stupeur et tremblements di Amélie Nothomb.  Lettura facile facile, amata dagli adoescenti.
Io invece ho scelto un capolavoro della letteratura del novecento. L'étranger di Camus. Jose, nella pausa, mi ha chiesto del perché di questa scelta. Gli ho risponsto che era corto abbastanza per poter essere letto nel weekend e che comunque sapevo che l'insegnate l'adorava. Lui si è dichiarato colpito per la profondità delle mie ragioni.
L'insegnate mi ha chiesto come mai non l'avessi già  letto in italiano dato che si tratta dell'opera in francese, la più tradotta in altre lingue. Le ho risposto di no, che non l'avevo letto prima al contrario di Stupeur et Tremblements che invece conoscevo.
Per la verità avevo scelto in una sessione di acquisti casuali qualcosa di Marc Levy alla Fnac. In classe le ho chiesto se potevo presentarlo per l'esame. Lei mi ha risposto che certamente potevo dato che quello che contava è che fosse un testo concepito in francese. Mi ha detto che il genere è quello di un best seller all'americana ma che in questo caso non aveva importanza. Le ho risposto che sarei ripassato in libreria per cambiarlo.

Ho iniziato con la mia esposizione. Ho parlato dello stile da diario personale che sto cercando di imitare in questo post. Ho raccontato delle descrizioni minuziose, della sequenza pedante di presenti e di come la banalità del dettaglio si è tradotta nella complessità  dell'insieme. Le ho spiegato di come a mio avviso l'autore ha costruito il romanzo col proposito ultimo di mettere il suo straniero al cospetto di un prete pedante che cercava di convertirlo alla fede prima dell'esecuzione. "Non ero sicuro di quello che mi interessava realmente ma ero assolutampente sicuro di quello che non mi interessava. E, appunto, quello di cui mi parlava [Dio] non mi interessava".
Lei mi ha interrotto. Ha affermato che era già tardi  e che il modo in cui parlo in francese lo conosceva già. Mi ha detto che cerco di dire molte cose in poco tempo e che do più importanza a quello che voglio dire rispetto a come lo dico. Ci siamo dati appuntamento per l'ultimo giorno quando vengono comunicati i risultati  , si va al bar e si salutano gli altri.
Si è chiusa cosí l'era gloriosa dei corsi di francese.

6 commenti:

  1. Direi decisamente più formale del mio esame! Comunque complimenti, sono sicuro che sarà un successo! Poi non preoccuparti se i corsi sono finiti: adesso mi sa che avrai altre priorità! :)

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    1. L'esame finale lo rendono eccessivamente formale. in realtà l'insegnate conosce già gli studenti e raramente ci sono sorprese.
      Sul cambio nella gerarchia delle mie priorità non ci sono dubbi, temo :)

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  2. Ah come la vorrei chiudere anch'io l'era dei corsi di francese! Bravo vinz!
    Io ho appena finito gli esami del livello 5, passati, e tra due settimane si inizia con il 6 fino a giugno. Poi non lo so, la prof dice di continuare almeno fino al livello 8, ma son già 2 anni e mezzo che vado a corsi serali e avevo quasi la tentazione di fermarmi a giugno.. vedremo. Forza e coraggio.

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    1. Lo so. E' il dilemma di ogni fine corso. Hai sempre l'impressione che la diminuzione della 'non-conoscenza' non vada di pari passo all'aumentare dei livelli.
      Peró sono contento di aver resistito. I corsi di livello più alto sono generalmente più coinvolgenti rispetto a quelli di livello intermedio. Quest'ultimo poi è stato eccellente.

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    2. Infatti, vedo che mi capisci benissimo, è un dilemma classico e la voglia di avere più tempo libero si fa sentire, visto che da quando vivo in Belgio la mia settimana ha 2 giorni in meno, praticamente.
      La prof ci ha detto che con il livello 6 arriveremo finalmente a coprire tutte le forme verbali ma non tutta la grammatica e (ovviamente) le espressioni, che saranno proprio la parte principale dei prossimi livelli, cioè come mescolare tutto quello imparato nei livelli precedenti in modo da migliorare il nostro modo di parlare.
      Io sono contentissimo dei progressi fatti finora e sono motivato per il prossimo livello, poi non so. Quando però mi rispondi così mi fai venir voglia di andare avanti.

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    3. Come sempre è questione di valutare i pro e i contro. Perché faticoso é faticoso.
      La cosa peggiore secondo me è fare un semestre si, uno no. Si disperdono troppo le energie.

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