domenica 6 novembre 2011

All'anima del commercio


La visita al supermercato del sabato mattina é un evento catartico. Ingorghi umani all'entrata, carrelli in tripla fila. Mura e pavimenti che sembrano trasudare gente. Per non dire degli addetti al carico e scarico. Bloccano, con aria scocciata, intere corsie proprio nell'ora più affollata del giorno più affollato. Fanno la faccia seccata se qualcuno li intralcia. Dio che rottura, clienti ovunque. sembrano pensare. Come se il supermercato esistesse col solo scopo di dargli un impiego.
Mi chiedo se c'é una relazione diretta tra il quantitativo di merci presenti in un carrello e il livello di frustrazione accumulato dal proprietario durante la settimana.

Ci riflettevo durante l'intervallo di una partita. In onda c'era quello spot dove c'é lei che chiede al fidanzato se gli va di andare al mare, e lui si vede alla guida di un bolide a 200 all'ora su una strada di costiera, ovviamente deserta. Ma guidare a rotta di collo non sarebbe reato? Allora perché non sponsorizzare una rapina in banca?
La pubblicità andrebbe regolamentata. Le aziende dovrebbero essere chiamate a rispondere di quello che promettono. Ad esempio, io compro la tua macchina. Se poi mi dici dove si trova quella costiera così deserta in estate te la pago il 50% in più, altrimenti mi restituisci metà del prezzo.
Posso pure offrire al mio amico genovese il tuo pesto industriale. Se però quello mi toglie il saluto poi mi paghi i danni morali.

Si parla di crisi della democrazia rappresentativa. Si dice che la politica é diventata una estensione del marketing. Del resto fu lo stesso Berlusconi a rivelare il segreto del suo successo parlando dei suoi potenziali elettori. Considerateli alla stregua di bambini di 11 anni nemmeno troppo intelligenti disse ai suoi pubblicitari.  Nessun esponente di sinistra sarebbe mai stato capace di darne una definizione così brillante e azzeccata.
Ora cercare di trarre profitto da un ragazzino con qualche deficit mentale é qualcosa che tutti troverebbero abietta. Ecco perché la pubblicità elettorale andrebbe proibita. Tout court.
Anzi é proprio la campagna elettorare mediatica che bisognerebbe far sparire. Come? Smettendo di eleggere i deputati lo  stesso giorno. Lo si potrebbe fare con tante piccole elezioni locali spalmate a cadenza settimanale. Il parlamento sarebbe comunque completamente rinnovato ogni cinque anni ma non simultaneamente. A quel punto sparirebbero le campagne elettorali generali, i media nazionali non servirebbero più a molto, la politica ritornerebbe sul territorio.
E soprattutto i governi smetterebbero di essere al riparo dal giudizio popolare per cinque lunghi anni.

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