mercoledì 7 ottobre 2009

La piccola Italia


Solo ora mi rendo conto di quello che potrebbe essere un difetto di Bruxelles. O meglio qualcosa che per qualcuno potrebbe essere un pregio ma che io giudico un difetto.

C'è stato l'altro giorno il dibattito sulla libertà di stampa in Italia al circolo Palombella con Antonio di Pietro. Sono riuscito a trascinarmi dietro Ala e ci sono andato.
Lo scopo qui non è raccontare la discussione. Per chi fosse interessato è riassunta brevemente in un commento al post.

Comunque la sala era gremitissima, i posti a sedere tutti occupati, molti erano in piedi, altri accovacciati a ridosso delle pareti. Si parlava di questioni italiane, di fronte ad una platea italiana, con politici italiani, moderatori italiani in un circolo gestito da italiani. Bisognava sforzarsi parecchio per non dimenticare di essere in un altro paese.
Certo le comunità italiane sono presenti ovunque ma qui c'è un salto di qualità. Qua c'è l'Europa, ci sono le sue istituzioni, ci sono 80 parlamentari con i rispettivi codazzi al seguito. Ci sono commissari, funzionari, rappresentaze di istituzioni locali, sedi distaccate di partiti, sindacati. Ci sono associazioni. Ci sono persino compagnie teatrali 'italofone'. Molta gente lavora in uffici con soli colleghi italiani e capi italiani. Basti pensare che il prossimo evento che il circolo organizza è la presentazione del libro "Eurocasta" sugli italiani delle istituzioni europee.
Si trovano agevolmente giornali italiani, si riceve la tv. E' facile reperire i prodotti alimentari nazionali. Ci sono 4 o 5 ristoranti italiani nel raggio di 500 metri da dove abito. Non è difficile trovare cinema che danno film in italiano.
A Brussels chi vuole può restare in Italia pur essendo, solo fisicamente, lontano.

Me ne rendo conto appieno solamente ora per una serie di motivi. Sono arrivato qui venendo dalla Spagna. Sono approdato forse nell'unico ufficio comunitario privo di italiani e popolato quasi esclusivamente da belgi. Ho preso casa in una zona considerata fuori mano dagli expats. Lo abbiamo fatto perché qui avevamo trovato un alloggio provvisorio su internet e perché il giorno dopo una signora alla fermata dell'autobus ci disse che in effetti era una buona zona. Mi sono a lungo sentito tagliato fuori e me ne sono pentito. Ora inizio a pentirmi del pentimento.
Perché questa little Italy potrà andar bene per lenire la nostalgia là dove se ne soffra (a riguardo mi viene in mente un articolo di ItalianiInFuga). Ma può al tempo stesso trasformarsi in un arma a doppio taglio che come effetto indesiderato appiattisce l'esperienza della partenza e ne svilisce la portata. La trasforma in una scelta materiale dettata dalla materialità. Il paese ospite diventa un'entità distante di cui si comprendono a mala pena i cliché.

In più c'è l'aggravante della situazione italiana. Spesso si parte per sfuggire anche ai miasmi di fogna che ti soffocano. Ma è un'illusione. Ti seguono e, come in un film horror, ti riacciuffano. Senza accorgertene ti ritrovi immerso nelle stesse tensioni, angoscie e frustrazioni che speravi di aver lasciato alle spalle. Dieci anni fa nei dibattiti con Di Pietro si ascoltavano esattamente le stesse cose di oggi. Dire che anche tra dieci anni si continuerà a sentirle, al momento, significa fare spensierata professione di ottimismo.
Venire a Bruxelles significa lasciare l'Italia ma soltanto in modiche quantità.

Quanto ad Ala è rimasta contentissima d'essere venuta. Si è divertita come un bambino al circo equestre. Per chi la vede da fuori la situazione italiana è più spassosa di una commedia dell'arte.

4 commenti:

  1. Breve resoconto della discussione:

    C'era Elisabetta Gardini che prima se l'è presa con gli organizzatori rei di non averle affiancato un leghista sparigliando, a suo dire, il tradizionale 2 contro 2 dei talk show televisivi. Poi ha minacciato di andarsene a causa dell'ostilità della platea. Per continuare sciorinando la solita solfa del 'meno-male-che-Silvio-c'è' condita da tante belle arrampicate sui vetri. Presenza inutile.
    C'era Sassoli acuto nelle argomentazioni ma imbarazzatissimo per le ambiguità del suo partito, il PD (vedi assenze nel voto sullo scudo fiscale).
    Poi Di Pietro. Parla in modo sferzante. Usa un linguaggio diretto ed efficace. Scalda la platea. Certo non sarà di sinistra. Su molte materie avrà posizioni discutibili: inceneritori, nucleare, ponte di Messina etc. Però è sulle questioni che definirei prepolitiche, sulle urgenze della situazione italiana, che sfonda. Questione morale, lotta alla corruzione, sostegno alla magistratura, conflitto d'interesse, anti-trust. Bollare tutto questo come demagogia, populismo e antipolitica è il modo che la sinistra ufficiale ha trovato per scavarsi la fossa.

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  2. mi sarebbe piaciuto esser li', per farmi un'idea o per rafforzarne alcune che gia' ho.

    sulla piccola Italia, mi trovi d'accordo su molte riflessioni, ma io son qui da appena 5 mesi, eppure tante cose si capiscono subito anche se per ora non le sento come in un film horror!:)

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  3. Ovviamente il paragone con un film horror non va riferito ai tanti italiani a Bruxelles. Ognuno ha il diritto di venire e di andarsene, di farsi le opinini che ritiene giuste. Ognuno ha la propria storia, non siamo tutti uguali. Qualcuno sarà qui grazie ad apparteneze di casta, altri tramite canali clientelari, moltissimi stanno facendo valere i propri meriti. Niente da dire.
    Tra l'altro gli italiani residenti a Bruxelles hanno dimostrato, negli eventi a cui ho assistito, di pensarla diversamente dagli italiani residenti in Italia.
    L'espressione 'miasmi di fogna' si riferiva alla situazione politica italiana, al progetto di regime in fase avanzata di realizzazione. Esclusivamente a quello.

    C'è anche da dire che si parla molto della situazione italiana anche perchè ultimamente i media stranieri ne parlano molto. L'altro giorno la cancellazione del lodo Alfano era prima notizia su 'metro' sia nell'edizione in francese si in quella in olandese.
    Non abbiamo proprio scampo :)

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  4. Ciao Vinz, grazie del resoconto, alla fine non son potuto andare all'iniziativa (anche vincendo l'istintiva repulsione vedendo il nome della signora del PdL partecipante: ricorderete, era quella della polemica dei bagni in Parlamento con Luxuria...).
    Vari pensieri dei tuoi nel post li condivido, sarà perché anch'io vengo dalla Spagna (da Sevilla in particolare, e tu?)...
    Insomma, l'Italia e le italianate sembra proprio che non cambino mai, ma almeno dall'estero si ha quella prospettiva di vedere le cose più nel loro giusto contesto relativo... e si respira un po' meglio. Anche se è inevitabile continuare a mangiarsi il fegato.

    Approfitto per segnalare un'iniziativa dell'Associazione Gramsci di cui faccio parte: sabato 17 ottobre, la proiezione del film-documentario "U stisso sangu - Storie più a sud di Tunisi", anche in occasione della manifestazione nazionale antirazzista dello stesso giorno a Roma. All'Espace Marx dalle 18. Tutti i dettagli su http://gramscibxl.tripod.com

    Grazie, cari saluti, Mario

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