lunedì 12 ottobre 2009

Il sole del nord


Lilla, pizzeria italiana

Sabato scorso sono stato con degli amici all'outlet di Roubaix, cittadina all'estremo nord della Francia nei pressi di Lilla. Dista un'ora da Bruxelles. E' la destinazione di moltissimi brussellesi interessati a risparmiare il 15-20% sulle loro compere. Se si seleziona con accortezza si riescono a fare buoni affari.

Questa escursione oltre frontiera mi ha permesso, in modo del tutto casuale, di venire a saperne di più sui movimenti intercorrenti tra questo lembo estremo di Francia ed il paese confinante.
A Lilla non si perde occasione per farsi vanto della propria nordicità. Le theatre du nord, la voix du nord, le credit du nord, la librairie du nord e persino una brasserie le soleil du nord (il sole del nord). Abbiamo trovato il titolo tanto audace da meritare un premio e vi ci siamo fermati per una crepe ed un cioccolato. All'interno del bar era disponibile una copia di un quotidiano locale, Nord éclair. Il giornale si chiedeva in modo eloquente: è il Belgio il nuovo eldorado del lavoro?

All'interno si parlava dei lavoratori frontalieri. Quelli che sebbene residenti in Francia si recano quotidianamente in Belgio per lavoro. Sono 35.000 contro solo 5.000 belgi che fanno il contrario. La loro condizione è vantaggiosissima. Godono di un trattamento del tutto particolare grazie ad una convenzione tra i due paesi. Pagano i contributi sociali, più economici, in Belgio. Le tasse invece le pagano in Francia dove sono più basse che in Belgio. Vengono poi forniti alcuni dati sull'economia belga. La disoccupazione è al 4.5% nelle Fiandre, e al 9.5% in Vallonia.
L'articolo parla di una imminente penuria di forza lavoro nelle nelle Fiandre. Molti lavoratori qualificati con 50 anni di anzianità sarebbero ormai prossimi alla pensione.
I datori di lavoro fiamminghi cercherebbero lavoratori con conoscenze tecniche in informatica, settore elettrico, agroalimentare e così via.
Questa situazione va a beneficio di tutti. Dei datori di lavoro che si trovano a disporre di manodopera più motivata e meno sindacalizzata. Dei lavoratori che oltre ai vantaggi fiscali godono di un salario superiore in media del 30% rispetto a quello francese.
Un'altro articolo da molta enfasi allo studio dell'olandese il cui apprendimento non sarebbe, a conti fatti, tanto più ostico di quello dell'Inglese.

La cosa però più divertente è che il giornale tratta il Belgio alla stregua del buco con la menta intorno della vecchia pubblicità della polo, dove la menta intorno sono Fiandre e Vallonia ed il buco invece è la regione brussellese. Su quest'ultima nemmeno una riga.
Quando poi si vanno a spulciare i dati sulla disoccupazione se ne comprende il motivo. L'area urbana di Bruxelles ha fatto registrare di recente un picco di 100.000 disoccupati. Su un bacino di un milione di abitanti viene facile immaginare quale possa essere la percentuale finale: più del 20%.

Non ho informazioni sulle ragioni alla base di uno scarto così ampio con i territori confinanti. E' un dato, tra l'altro, in conflitto con la mia esperienza personale. Se qualcuno ne sa di più è il benvenuto.
La mia impressione è che si tratti di un problema più qualitativo che quantitativo. Il lavoro non mancherebbe ma quello che le imprese e le istituzioni europee cercano sono profili qualificati. Quello che il mercato offre è invece forza lavoro poco istruita e difficilmente impiegabile. Il grosso è incapace a causa della barriera linguistica di spostarsi di neppure dieci chilometri per cercare lavoro. Sembrebbe, a prima vista, una questione di immigrazione ed integrazione gestite male. Prometto di approfondire la questione.

Sul versante francese invece c'è Lilla. Chi dovesse preferire un po' di pendolarismo all'esosità del fisco belga e fosse attratto dall'atmosfera tanto ricercata quanto rilassata di una città di taglia media del nord della Francia un pensierino potrebbe farcelo. Conosco qualcuno che già lo fa.

4 commenti:

  1. Adoro le fiandre...

    Cercano informatici?
    DOve? Come? Quando?

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  2. I siti per cercare lavoro sono quelli classici
    http://www.theitjobboard.com/,
    http://english.monster.be/,
    http://www.stepstone.be

    Anche se poi molti fiamminghi dell'IT vengono a Brussels a lavorare. Mi sa che il lavoro IT non ha la stessa distribuzione del resto del mercato.
    Ti faró sapere meglio.

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  3. Le percentuali relative a Bruxelles sono impressionanti!
    concordo con la tua analisi sugli skills e sulle difficolta' linguistiche, se trovo approfondimenti a riguardo, li posto qui;)

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  4. Oggi ho chiesto un po' in giro ed in effetti mi hanno confermato le impressioni del post. Il dato dipenderebbe dai seguenti motivi

    -Il territorio è totalmente urbana senza agricoltura e manifatturiero, che assorbono altrove forza lavoro meno istruita.
    -Mancanza di qualifiche in rapporto al tipo di lavoro disponibile.
    -Barriere linguistiche.

    Non credo esista altra città al mondo circondata da territori dove si parla una lingua diversa (per ricollegarsi al tuo post).

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