giovedì 15 ottobre 2009

Blog action day '09: il cambio climatico


Blog Action Day è l'evento annuale che unisce bloggers di tutto il mondo. Ognuno posta sullo stesso tema lo stesso giorno sul proprio blog allo scopo di far nascere una discussione su argomenti di rilievo globale. Si può ancora aderire per tutta la giornata del 15 ottobre.

Molti si sono lamentati qui a Bruxelles dell'ultima settimana di pioggia dimenticando che per ben due mesi non ha piovuto. Le precipitazioni sono state a carattere torrenziale. Come avviene in Campania, nel sud Italia in generale. Per il Belgio è una novità. Le estati ultra torride un tempo erano l'eccezione ora si susseguono con più frequenza.
Fino a una quindicina d'anni fa in Belgio il termometro faceva segnare -10° per almeno tre settimane all'anno. Ora tutto ciò è un ricordo. Il freddo può non far piacere ma era parte di indispensabili alternanze metereologiche ora scomparse. L'agricoltura in molti paesi è in ginocchio a causa della siccità. Emblematico quanto di recente è avvenuto in Argentina.
I negazionisti parlano di cicli geologici naturali. Ma il fenomeno avviene con tale rapidità che le responsabilità umane diventano lampanti.

L'evidenza scientifica è abbondante. Le particelle di anidride carbonica nell' atmosfera prima della rivoluzione industriale erano 280 su un milione. Che negli anni 50 erano già a 350 e che ora siamo vicini alla soglia di non ritorno di 450 (Carbon's new math).

Una parte dei gas ad effetto serra è utile per mantenere il pianeta sufficientemente caldo. Il loro eccesso, dovuto ai combustibili fossili, è invece la causa principale del riscaldamento globale con tutte le sue gravi conseguenze. Fenomeni metereologici estremi. Scioglimento di ghiacciai e ghiacci del mare artico. Diffusione crescente di malattie tropicali. Distruzione delle barriere coralline.

Alla recente crisi economica è stata data una lettura banalizzata, in chiave esclusivamente finanziaria. Alcuni paesi-continente, Cina, India, Brasile, hanno dato segno di voler partecipare più assiduamente al banchetto dei ricchi. Si è subito prodotta una pressione su prezzi di energia e materie prima. La speculazione ha annusato l'odore del sangue è ha spinto in alto inflazione e tassi di interessi. E così il castello di carte del mercato immobiliare è venuto giù.
Ma non è una crisi finanziaria, è una crisi ecologica. Se tutta l'umanità iniziasse a consumare come quel 20% che accaparra l'80% delle risorse non basterebbero 5 pianeti terra per far fronte. Qualcuno inizia ad averne abbastanza di 'prestare' le proprie risorse ai ricchi. Questa è la vera essenza del credit crunch.
Si può sempre stampare moneta per rimettere in sesto qualche banca. La dilapidazione di foreste, territorio, ozono, risorse idriche e materie prime invece non potrà essere azzerata da nessun artificio.

La crisi avrebbe dovuto condurre ad un ripensamento dei modelli di sviluppo, del modo stesso in cui si misura la performance economica. Avrebbe dovuto portare ad una ridefinizione del significato che si attribuisce ai termini benessere e felicità (tema di un vecchio post: 'el calientamiento global' ed i maiali di Carlos). Avrebbe dovuto accentuare gli sforzi per ripristinare, magari grazie alla ricerca e alla tecnologia, la logica naturale dei cicli aperti, basati sul riutilizzo, anziché quella dei cicli chiusi che producono rifiuti.

Ed invece niente. L'unica reazione consiste nel tentare di restaurare la normalità il più presto possibile come se nulla fosse. Soldi alle banche. Aiuti alle case automobilistiche. Vendere meno auto diviene la peggiore tragedia che possa capitare all'umanità. E giù con incentivi all'acquisto di nuove vetture in tutti i paesi a prescindere da latitudine e colore dei governi. Leggevo di un piano per dimezzare le emissioni del traffico aereo per il 2050. Le compagnie aeree se ne sono lamentate, troppo ambizioso.
Solita storia. Sporchiamo adesso, pulirà chi verrà. Intanto il prezzo del petrolio è di nuovo a 73$. Basterà una mini ripresina per fargli risuperare i 100$. A quel punto ricomincerà la giostra dei crolli. Questa volta però a fallire non saranno le banche ma i governi stessi.
Brutta gatta da pelare la crisi ecologica. Qualcuno addirittura sostiene che sia già troppo tardi. Il capitalismo liberale basato sul consumismo ha consumato se stesso. E' ora di prenderne atto. Adesso e non nel 2050.

6 commenti:

  1. Ah, non lo sapevo e sono arrivato tardi!

    In Italia ho lavorato nelle energie rinnovabili e l'argomento mi sta a cuore.

    Non sapevo del traguardo del 2050, io ero rimasto al 2020: riduzione del 20% delle riduzioni di CO2 e aumento del 20% delle energie da fonti rinnovabili entro il 2020.

    Gia' su questo siamo in ritardo. Portiamo tutto dunque al 2050???

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  2. Ma non devi fare per forza il mega-post. Secondo me fai ancora a tempo.

    2050 si riferiva al traffico aereo. Peró è indicativo dell'approccio.

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  3. Giusto, butto giu' qualche idea poi la pubblico.

    Avevo capito che si trattava del traffico aereo, ma mi lasciava perplesso.

    Tra l'altro: nel 2020 -20% di emissioni, nel 2050 -50% di traffico aereo.....nel 2100 avremo raggiunto la perfezione???
    :-D

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  4. ragazzi ma voi che idea avete del global warming? Ho letto molti articoli da una parte e dall'altra, ho visto il film su youtube, Home, davvero molto bello, ho letto molto sulle possibili cospirazioni, insomma le tesi sono due: causato dall'uomo o evento naturale che si ripete ogni x mille anni ed e' normale evoluzione del pianeta. Ogni tesi ha diverse firme di scienziati da una parte e dall'altra. Ecco io penso piu' che la verita' possa essere nel mezzo, nel senso: e' un effetto naturale ciclico della terra ma l'uomo lo sta accelerando.

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  5. "Ecco io penso piu' che la verita' possa essere nel mezzo, nel senso: e' un effetto naturale ciclico della terra ma l'uomo lo sta accelerando."

    La penso esattamente allo stesso modo

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  6. Esatto.
    Una volta un amico se ne usci' dicendo che la Terra ha gia' sofferto glaciazioni, cambiamenti climatici ed altre calamita'. Ma quando sono causate dalla Natura/Sorte/Dio e' un conto, se le creiamo noi un altro!

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