domenica 15 maggio 2011

Dell'astensionismo


Giorno di elezioni. Mi viene in mente una discussione sull'astensionismo in una recente lezione di francese sulle convinzioni. C'era da commentare un testo in cui si esortavano i giovani a non rinunciare al voto trattandosi di un diritto acquisito a caro prezzo.
Qualcuno ha commentato che astenersi può comunque essere utile, a patto che lo facciano  tutti. Funzionerebbe come messaggio alla politica.
Ho contestato l'argomento. Uno, perché qualcuno che vota ci sarà sempre. Due, se anche dovesse capitare sarebbe un regalo alla politica, non un dispetto. Per assurdo ad un candidato basterebbero i voti di parenti e conoscenti per ottenere il seggio.
Si parla, ad esempio, di voti comprati. Ora, chi compra i voti alle elezioni deve solo augurasi che il quorom sia basso. Il numero di voti da acquistare diminuisce in valore assoluto e il seggio costa meno.
Del resto, può capitare che un cittadino si dimentichi delle elezioni. Mafie, lobbies, corporazioni ed interessi costituiti non lo faranno di sicuro. Quelli a votare, state sicuri, ci vanno e ci fanno andare.

Ecco perché l'idea diffusa per cui non votando si fa un dispetto alla politica è una delle castronerie più grosse della storia dell'umanità.
Certo, è anche vero che in realtà un messaggio comunque lo si lancia. Il suo testo è di una chiarezza cristallina.
Per quanto mi riguarda, siete un po' più liberi di fare quello che vi pare.
Questo è il vero e solo segnale che si trasmette.

1 commento:

  1. concordo e spero, con l'iscrizione all'AIRE, di poter contribuire con il mio voto anche dall'estero, anche se giugno si avvicina e le carte che dovevano arrivare in non più di 3 settimane.. beh dopo quasi 2 mesi son chissà dove o ancora su quale scrivania a prender polvere..

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