domenica 27 ottobre 2013

Perché a Bruxelles ci si arriva


C'è un paradosso del mercato del lavoro brussellese.
Bruxelles è capitale di un paese il cui PIL procapite è più elevato  di quello di Germania, Francia e Gran Bretagna, che è sede di istituzioni e aziende, ospita più di mezzo milione di posti di lavoro,
e da lavoro sul proprio territorio a più di 600000 persone. 
Il problema è che questi posti sono detenuti da persone che, non appena dispongono di un budget sufficiente, decidono di abbandonare il territorio metropolitano.
250000 pendolari dalle Fiandre, e 150000 dalla Vallonia arrivano a Bruxelles ogni giorno con ogni mezzo. Al tempo stesso nella regione brussellese la disoccupazione è ben oltre il 20% ed il numero di senza lavoro supera abbondantemente le 100000 unità.

Caso unico al mondo a Bruxelles al centro si parla una lingua diversa rispetto alla sua area metropolitana. I benestanti di entrambe le etnie si trasferirscono fuori città appena il salario glielo consente e lasciano il campo a popolazione immigrata, francofona di prima e seconda generazione con tassi di natalità superiori alla media nazionale. Le posizioni più qualificate finiscono per essere occupate da chi non abita a Bruxelles. Lo scenario è descritto in un vecchio post (fuga da Molembeek)

La conseguenza è che manca quel primo gradino che altrove permette ai più giovani di  tentare la fortuna, finanziandosi l'apprendimento della lingua con qualche lavoretto, come ad esempio succede a Londra.  

La presenza di larghe fasce di popolazione francofona, giovane e poco qualificata, presente sul posto rende estremamente difficile trovare lavoro quando non si hanno skills richiesti, quando il CV manca di peso specifico. Discorso cambia e di molto quando si è qualificati, quando si inizia ad avere competenze appetibili sul mercato. In tal caso succede anche che venga perdonata la mancata conoscenza di almeno una lingua nazionale.

4 commenti:

  1. Quello che dici su Londra, vale anche per Dublino. Discorso a parte meriterebbe l'Irlanda rurale.

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    1. Immagino sia cosí.
      Io poi non sono convintissimo della strategia del primo gradino per chi emigra, in generale. Se uno pianifica bene la partenza la lingua la studia prima e arriva 'imparato' o almeno 'parzialmente imparato'.
      Poi ognuno si regola come crede.

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  2. Questo e' interessante, quindi mi chiedo. Un giovane di 20 anni che studia all'universita' viene mantenuto dalla famiglia come succede in Italia? o il discorso vale soltanto per gli stranieri?

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    1. Spesso si. Ci sono prestiti agevolati finanziati dalle varie istituzioni pubbliche, borse di studio.
      Poi chiaro ci sono anche i lavoretti da studenti.
      Le considerazioni del post si riferivano piuttosto ad un italiano che pensa di arrivare senza conoscere la lingua. Lí la vedo dura. Per un giovane del posto, non avendo il problema della lingua, qualche chance in più magari c'è.
      In più si tratta di una situazione specifica della regione brussellese.
      Il resto del Belgio, specie le Fiandre a nord, non hanno la disoccupazione di Bruxelles.

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