domenica 15 novembre 2009

Lo sgombero


La settimana scorsa, mentre mi divertivo a cogliere olive nella quiete delle colline, a valle avveniva qualcosa che ha avuto una certa eco anche sui media nazionali, lo sgombero del «ghetto» nell'area di San Nicola Varco di Eboli, ad opera di polizia, carabinieri e guardia di finanza.
Per anni più di mille lavoratori immigrati nordafricani, per lo più marocchini ci hanno vissuto in condizioni disumane.
Con il paradosso che la vita di quegli africani, se possibile, è scivolata ancora più in fondo. Più ai margini. Espulsi da un’ex area mercatale occupata abusivamente. Ma poi
identificati e quasi dispersi per i campi (repubblica - edizione nazionale).

Siamo nella piana del Sele, in provincia di Salerno, pianura a forma di cuneo conficcata tra Costiera Amalfitana e Cilento. Tagliata in due dal Sele, fiume quasi integro, ospita i templi di Paestum. Zona di mozzarelle di bufala, che sebbene conosciutissime fuori come prodotto tipico dell'Italia, appartengono quasi esclusivamente a questo triangolo di pianura, oltre che alle terre di Gomorra a nord di Napoli.
I terreni, un tempo paludosi e collocati su falde acquifere gigantesche, sono fertilissimi. Vi si coltiva di tutto per 12 mesi all'anno. Le aziende agricole della zona esportano per milioni e milioni di euro. Questo idillio però richiede ancora sacrifici umani. Continua l'articolo:
...L’ipotesi avanzata dalla Cgil è che [gli immigrati] siano stati “graziati” perché «i grandi imprenditori ortofrutticoli della zona - come spiega Michele Gravano, segretario regionale della Cgil - dovrebbero chiudere senza quella forza lavoro». Tutti fuori. Regolari e clandestini accomunati da un’unica sorte: essere sfruttati per 22 euro al giorno, dopo 14 ore di lavoro quotidiane. D’estate, a raccogliere fragole e pesche. Oggi, piegati su finocchi e carciofi. E il resto dell’anno nelle serre...

Eccola qua la faccia inconfessabile della tolleranza zero, delle ipocrisie indegne del law and order. Il non detto che tutti conoscono. L'immigrazione clandestina esiterà sempre perché fa comodo poter disporre di gente ricattabile e senza diritti. Che non può iscriversi ad un sindacato, che non può appellarsi ad un giudice, che può essere denunciata in qualunque momento (vedere a tal proposito il reportage dell'espresso di qualche anno fa, io schiavo in puglia).
Ora immaginiamoceli 1000 immigrati ancora lì, non espulsi, non identificati, ancora a disposizione dei caporali. Semplicemente privati del loro alloggio di fortuna. Dispersi all'addiaccio nei campi. Per la mitologia in Campania c'è sempre il sole ma la settimana scorsa ha piovuto ininterrottamente per 4 giorni di fila.

Qualcuno si è comunque mobilitato per offrire aiuto, vestiario, coperte, vettovaglie. Sbagliatissimo a detta dei ben pensanti. Questa gente non va aiutata. Si deve far in modo che se ne vadano. Niente di più.
Mia madre mi riportava questi commenti ieri al bar dell'aereoporto, proprio mentre al tavolo accanto una giovane donna straniera con un bambino, chiedeva l'elemosina ad un signore molto distinto e ben vestito. Sarà stato un parlamentare o un eurocrate dato che poi l'ho rivisto sull'aereo.
-Se ne vada! le ha urlato platealmente, Non vede che sto mangiando!?

Il problema è proprio quello, che lo vede.

2 commenti:

  1. Vinz, magari alzarti e ficcargli la testa nel piatto dove stava mangiando no?
    Lo so, sono sempre rissoso, ma qualcuno deve pur esserlo a questo mondo.

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  2. Bisognerebbe trovare a volte il coraggio di farlo.

    Purtroppo è ormai la maggioranza che ragiona cosí. Sono pessimista.

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