giovedì 9 settembre 2010

Figlio di un cane

viale jenner Milano



Caro [nome maschile di ex coinquilino] di viale Jenner (Milano),

Mi sembrava proprio che fossi tu. Il solito perticone. Più secco e allampanato che mai, a zigzagare dalle parti di Ambiorix, quasi stranito e senza meta, tra pietre e calcinacci, là dove stanno rifacendo i marciapiedi.
-Cazzo quello forse lo conosco. Seguiamolo!
-Siamo usciti per prendere un pezzo di torta, non per fare lo stalking ai passanti! Mi ha risposto chi era con me.

Se ti scrivo da qui è perché all'epoca gettai via il tuo numero e la tua email nel primo cestino virtuale che mi capitò a tiro. Cerca di capirmi.
Non è facile dimenticare la tua richiesta di sloggiare da a tre giorni perché tu avevi trovato casa e il contratto era a nome tuo. Certo più che un appartamento era ormai un centro di prima accoglienza di pugliesi rompipalle in Lombardia. Ma dove speravi che andassimo in tre giorni?
E ricordi di quando dicevi di votare Berlusconi, ma solo per combattere il lavoro precario, bontà tua? Dai, sono passati quasi nove anni. Adesso me lo puoi dire dove ti rifornivi.
Eppure, caro il mio ex amico, riuscivi ad alternare deliri politici e impuntature infantili a momenti di lucidità ai limiti della genialità. Come quando dopo una sola settimana di mirabolanti peripezie milanesi ti fermasti di botto, per strada, e proclamasti:
-Guardate questa è Milano! di gran lunga il meglio del meglio che esista in Italia! E questo ve la dice lunga su come è ridotta l'Italia.
o come quando mi dicesti:
-Non perdere tempo a cercare milanesi, settentrionali, che non serbino in fondo al cuore un pregiudizio antimeridionale. Non ne troverai.
-Dai, come? Nemmeno uno? Come è possibile? ti risposi.
Ho provato in tutti modi per anni a smentire il tuo teorema. Non ci sono riuscito. Sottoponevo le persone ad un test silente. Mica chi puzzava di leghismo un miglio, mica i colleghi in azienda. Figurati. Solo coloro che sembravano avre buone chances di  smentirti. Coloro che ammiravo, gli amici. Li osservavo, come l'etologo fa con le sue bestie. Senza indurre e senza interferire. Ascoltavo. E prima o poi zac...la pantegana antimedionale veniva fuori, implacabile.
-Dannazione, il maledetto ha avuto ragione anche stavolta! pensavo senza dirlo.

Forse a conti fatti dentro quel guscio di cioccolata rattrappita e scura che cioccolata non era, contenevi un cuore di panna. E dico forse, mica è certo.

In breve, se eri veramente tu batti un colpo. Se no salutami la Madunnina.

6 commenti:

  1. > Non ci sono riuscito.

    :(

    p.s. ho scritto anche io una lettera, indirizzata pure a Milano, ma conoscendo la tua fede calcistica mi sa che ti piacerà meno

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  2. Non invece il tuo post è molto azzeccato.
    Al di là dei colori sportivi ODIERNI dei protagonisti.

    Io poi sono milanista pre-berlusconiano. Vorrei che la vendesse la squadra. Ho sempre detestato utilizzo propagandistico, su cui non c'è il minimo dubbio, dei successi della squadra.

    Tra l'altro non credo nemmeno che dal punto di vista tecnico fosse Ibra quello di cui c'era bisogno. Francamente.

    linko il post cosí si capisce di cosa parliamo.

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  3. bha io penso che in tutti noi ci sia un po di cinismo ed una punta di razzismo.
    il punto è riuscirlo a controllarlo.

    ho detto una fesseria?

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  4. Vinz. Voglio un commento sugli arbitri comunisti...

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  5. E che non lo sai.
    Si travestono di nero per depistare. Ma ormai non la danno a bere più a nessuno. Sono solo dei bolscevichi accecati dall'odio e dall'invidia.

    A proposito, non si trovano infermieri comunisti che se lo portano via con la camicia di forza?

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