Battono l'Algeria 2-1 e festeggiano come se avessero vinto il mondiale, si legge sui post italiani.
Verissimo. Si sa quanto è facile ribaltare il risultato contro una piccola squadra che segna e poi si chiude.
-Ma siamo un piccolo paese di 10 milioni di abitanti non 60, contro-argomenta qualche belga. Mica si può aspettare di sconfiggere il Brasile al Maracanà per fare una sfilata e bere una birretta?
Visto che la vita è adesso, sembrano pensare, tanto vale spassarsela e fregarsene di chi vive di glorie passate. Non solo nello sport.
Merita di essere raccontata la storia della rinascita del calcio belga. Dieci anni fa era praticamente scomparso. Si decise allora per un cambio di strategia. Si smise (a) di dare la minima importanza ai risultati sportivi del settori giovanili, la cui sola funzione esclusiva divenne quella di formare i futuri giocatori. (b) I salti di categoria, dall'under 19 all'under 21 ad esempio, furono resi definitivi e senza eccezioni. Nemmeno per un match importatissimo, nemmeno per una finale. Diventare adulti è per sempre.
Wow. La scuola per formare e non per misurare. Giovani trattati da adulti e non da eterni bambocci. Ha tutta l'aria di essere il segreto della felicità non solo nel calcio.
Nel giro breve giro di un lustro ci ritroviamo con i principali campionati europei infarciti di giovani talenti belgi e con i diavoli rossi all'esordio dei mondiali al quinto posto nei pronostici dei bookmakers.
L'entusiasmo dei belgi è pacifico, colorato divertente e contagioso. Ti mette simpatia. E se si illudono non fa nulla. Festeggeranno comunque. Per loro la vittoria non è una pretesa.
E i quadricampioni? Loro invece si affidano ad eterne promesse di 32 anni al primo mondiale e a statue di talento di 34 anni che peró quando ne avevano 10 di meno e vincevano le Champions Leagues non venivano nemmeno convocate.
19.luglio - Tutto come previsto |
hai mai visto una partita di under 16 di un certo livello? Diciamo prima divisione e seconda divisioni allievi? in Italia?
RispondiEliminaL'Italia ha dichiarato guerra ai giovani e non solo nel calcio
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