domenica 28 agosto 2011

"Scurdammuce o passat" economics

Bruxelles - Bourse
Thanks god we are not in the Euro, diceva qualche giorno fa un membro del governo inglese.
Tanto per cominciare, se le decisioni le prende Dio che ce l'hanno a fare il governo? Lo licenzino e risparmino. Diventerebbero il primo fulgido esempio di teocrazia diretta, dove a differenza delle teocrazie rappresantive, quali Iran e Vaticano, l'onnipotente agisce in prima persona senza l'interposizione del clero.
Il bello è che in tal caso il padreterno avrebbe anche dato prova d'incompetenza finanziaria francamente inattesa. La Gran Bretagna, per star fuori dall'Euro, ha dovuto subire una svalutazione della sterlina del 30% e tagli per 80 miliardi. Costoso quanto si vuole, ma che avere la faccia della signora Windsor stampata sulle banconote non abbia prezzo è cosa risaputa. (vedi Il paese più indebitato)

Girano da un po' in rete un paio di superstizioni in rete per le quali il debito pubblico non sarebbe un vero problema. Se un paese è indebitato verso soggetti nazionali il debito non andrebbe considerato. Un debito con se stesso non esiste, dicono. Come dire che se presto del danaro al governo allora il debito scompare dato che siamo tutti italiani. La nuova finanza del chi ha rat ha rat, chi ha avut ha avut.
In più se un paese è proprietario della propria moneta, è la tesi, allora ne stampa quanta ne vuole e il gioco è fatto. Peccato peró che se quel paese dipende da importazioni in valute che non controlla questo produce una forte svalutazione. Una svalutazione non è altro che una perdita indiscriminata di valore dei salari, delle pensioni e dei risparmi che in quella valuta sono espressi. Molto peggio di una tassa patrimoniale, che almeno si puó rendere selettiva. Il bello è che se un governo mette patrimoniali o taglia salari e pensioni si scava politicamente la fossa. Se invece provoca una svalutazione la cosa viene applaudita come scaltra manifestazione di sovranità monetaria. Lo si puó chiedere ai pensionati inglesi in Spagna o agli italiani in Gran Bretagna quanto sia stata piacevole una svalutazione del 30% sull'euro.

La perdita di potere d'acquisto causato dalle svalutazioni della lira dei primi anni 90 non è mai più stata recuperata dai percettori di reddito fisso italiani. Per quanto mi riguarda il fatto che in Italia circoli una valuta non controllata dal governo, specie quello in carica, mi puó fare solo piacere.

giovedì 25 agosto 2011

Tasse belghe /2

Rue de Livourne
Raccontavo dei problemi che ho avuto con il fisco a causa di un indirizzo sbagliato (vedi tasse belghe). L'altro giorno sono riandato con fALAmena allo stesso ufficio. Sbagliato era il mio indirizzo, sbagliato anche il suo. Lei ha avuto peró la fortuna di capitare con la più amabile delle impiegate.
-E' vero, il suo indirizzo è sbagliato. Dipende dall'amministrazione centrale ma non si preoccupi. Mi dia i dati corretti e saró io a comunicarli a chi di dovere.
-Scusi, e io invece mi dovrei fare il giro delle sette chiese? commento.
-Certamente no, signore. Ovviamente provvederó a rettificare anche il suo di indirizzo. Ci mancherebbe.
In mezz'ora ci sistema una miriade di piccole pendenze che avrebbero comportato mesi di sbattimento. Ma beatifichiamola domani mattina!
Quando incontri qualcuno che fa bene il suo lavoro comprendi all'istante quanto facciano mediamente schifo gli altri. Ma in realtà è normale che le amministrazioni dialoghino tra loro. E' assurdo invece usare il cittadino come postino tra un ufficio e l'altro.
Di recente leggevo, su qualche blog, una geremiade sull'importanza di iscriversi all'AIRE, per chi abita all'estero. Ora, mettiamo pure che il non iscriversi sia segno di intollerabile lassismo e di malafede ignobile. Perchè mai le amministrazioni dovrebbero affidarsi alla buona volontà di un cittadino? Supponiamo che io, tal dei tali, proveniente da Canicattí (unione europea),  mi registro alla commune di Bruxelles (unione europea) e non ho il dono dell'ubiquità, cosa per altro facilmente dimostrabile.  C'è una ammistrazione che sa che io non sono più residente in Italia. Basta che lo comunichi al consolato che lo comunicherà a sua volta al comune di Canicattí.
E quando parlo di comunicazioni non intendo mica passaggio di carte tra uffici. Parlo di servers, di transazioni informatiche eseguibili in pochi minuti. Siamo nel 2011 non nel 1800, sono tecnologie che esistono da decenni.  Per non parlare dei risparmi di spesa di personale che si otterrebbero.

A tal proposito  mi vienne in mente il consolato. Non lo si potrebbe trasferire, ad esempio, da Rue de Livourne, in pieno quartiere fighetto, a Ribacourt ,quartiere marittimo, dove gli immobili costano molto di meno e c'è anche il collegamento metro? La comunità francese (ente pubblico) ha là i suoi uffici, per dirne una (vedi 2011, fuga da Molenbeek). Gli italiani in Belgio avrebbero modo di conoscere zone normalmente trascurate, ci si integrerebbe maggiormente, gli impiegati sarebbero meno disturbati dai rumori della movida e avrebbero anche modo, per riempire le ore morte, di rifornirsi dell'occorrente per tirarsi su sul fiorente mercato locale. Io ci vedo solo vantaggi.
E se no lo possiamo domandare al server se ci vuole andare a Ribacourt.

domenica 21 agosto 2011

Vecchi amici



Mi collego per leggere la posta. Allarme afa, titola il sito in bella evidenza. Fuori si scorgono grosse nuvole scure, basse e minacciose. Pare che la protezione civile sia in allerta. Un giorno forse realizzerò che il meteo dovrei leggerlo su Telebruxelles, e non su Yahoo.it.

Parlavo di questo con un vecchio amico, venuto a farmi visita da Londra. La discussione era su quanto sta avvenendo in Italia. La soluzione migliore, dico, sarebbe infischiarsene bellamente.
-E' vero. Il problema è che non ce la si fa.
Per esempio, come si fa ad appassionarsi alla politica inglese? Lí la maggior parte dei valori sono condivisi, le differenze tra i partiti sono minime. Per non parlare del Belgio. Da anni si discute se allargare o restringere Bruxelles[*]. Ti vai a leggere un articolo al mese e poi puoi andare a fare l'opinionista in TV. No, una cosa va riconosciuta a Berlusconi. Starà pure portando il paese alla rovina ma almeno ci ha tenuto svegli.
Mi chiede se frequento italiani a Bruxelles. Rispondo di no.
-Per scelta? 
-Si per scelta. Per scelta loro intendo, degli altri.
Lui invece a Londra un italiano lo conosce. Se la tira molto e cammina a mezz'aria, dice che Pomigliano d'Arco è il meglio che esiste in Campania e molto probabilmente è anche berlusconiano. Conveniamo che è giusto essere selettivi, che uno non può frequentare cani e porci. E che il suo amico certamente non appartiene a nessuna delle due categorie, ma a qualcosa di ben più raro.

Un pensiero affettuoso è andato poi ai nostri vecchi professori del liceo. Erano incompetenti, noiosi, parziali e razzisti. A parte questo ne conserviamo un tenero ricordo.

Comunque anche io adesso ho iniziato a guardare News at ten su BBC One. Stesse identiche notizie da una settimana a questa parte. Afghanistan, Libia, rivolte e crisi finanziaria.  Ma in Inghilterra prostitute minorenni non ce ne sono?

[*] Per quanto mi riguarda, io Bruxelles la preferisco allungata, magari con un po' di panna e una spruzzata di cacao. Ecco fatto. Ho pure preso posizione sulla disputa istituzionale belga...

venerdì 12 agosto 2011

Il bello della non-estate /2

Lavoro flessibile

E poi ci si lamenta del clima belga. La non-estate non solo ti protegge dalla canicola asfissiante ma ti permette anche di vivere con calma olimpica e salomonico distacco quanto avviene in Italia.

Leggevo dei provvedimenti del governo. Flessibilità, cancellazione di festività, pensioni tagliate e posticipate. Dovendo decidere tra solidaririzzare con le vittime o fregarmene allegramente, sono andato a fare una ricerca sui flussi elettorali alle ultime elezioni del 2008.
Niente male quello che ne è venuto fuori. Prendiamo i giovani lavoratori. 46 su cento votarono per la destra, 24 per l'opposizione. Insomma loro, i precari, quelli senza diritti, quelli con laurea e due lingue a 700€ al call center, quelli della lamentazio di sempre. Ebbene questi genialodi (non tutti lo so), quando si vota, si catapultano al seggio per votare Berlusconi, Bossi e Tremonti. Cosa a cui farei fatica a credere se non avessi conosciuto in carne ed ossa uno di questi esemplari ai tempi della bell'epoque milanese.
Con i dipendenti pubblici va meglio, 39-36 per la destra. E invece gli operai, i mitici colletti blu, tradizionale zoccolo duro della sinistra?  39-31 sempre per il nano.
Ecco, se gli flessibilizzano anche il posteriore la mia solidarietà continueró comunque ad esprimergliela. Ci mancherebbe.


martedì 9 agosto 2011

Héros

Oświęcim, Polonia meridionale

Sto accompagnando fALAmena ad Ukkle per un controllo. Il tram è affollatissimo. Sale un signore molto anziano, cammina lentamente, si appoggia a un bastone. Nessuno gli cede il posto. Anche se è distante gli faccio segno. Accetta volentieri e si siede accanto a fALAmena. Nel tragitto verso sud il tram si svuota. Il signore cambia sedile e mi restituisce il posto. Non conosciamo il quartiere, scrutiamo dal finestrino per capire dove scendere.
-Non qui, ci dice l'uomo, Héros è la prossima fermata. Ci sono i lavori, è il capolinea.
Ringraziamo, è la nostra destinazione.
Scende lentamente e ci anticipa sul nostro tragitto. Si ferma ed entra allo stesso numero dove siamo diretti.
-Andate al centro medico? Costeggiate l'aiuola e entrate nella porticina a sinistra.
fALAmena ringrazia. Lui riconosce l'accento all'istante.
-Ah! ma allora lei è polacca!
-Si sono polacca, risponde lei piacevolmente stupita.
-Sa, Io in Polonia ci sono stato. A Cracovia....
fALAmena  s'illumina.
-Ad Auschwitz, a Buchewald, a Dachau, continua.
Adesso è tutto chiaro.
-Eh si..
Ci mostra una spilletta con un simbolo che non conosciamo. Forse una associazione di reduci, forse altro. L'appuntamento col medico incombe. Non possiamo trattenerci oltre.
-Buona giornata! e grazie ancora per il posto!

I campi di concentramento uno se li raffigura nel bianco e nero dei filmati d'epoca, come appartenenti ad un tempo remoto, sperduto nella memoria. Niente di più distante dalla modernità dell'oggi. Eppure dal 45 sono passati 66 anni, solamente. Il niente della storia.
Ripenso a quell'uomo. Certamente doveva avere all'epoca un'età tale che ti permette di ricordare ogni istante vissuto. Sarà stato un ebreo, un oppositore, un membro della resistenza? Chissà come avrà fatto a sopravvivere? Cosa ne sarà stato dei familiari. E quali saranno state le circostanze che gli fanno riconoscere, con vivida ed infallibile precisione, quell'accento che fALAmena gli ha impietosamente ricordato. Sarà stata una voce caritatevole, o quella di qualche solerte membro del personale collaborazionista?

Domande destinate a rimanere inevase. E' la prima volta che mi imbatto di persona in un reduce dei lager e la cosa, devo ammettere, fa un certo effetto.

domenica 7 agosto 2011

Pizza-bonds


L'Arcadi è un bar molto popolare a Bruxelles. Si trova appena fuori la galleria della Reine, in pieno centro. Ci fanno un ottimo Quiche. L'altra sera pioveva e siamo entrati all'interno. I tavolini sono raggruppati e di fatto la distanza con gli altri non esiste.
Una amica spagnola tira fuori l'argomento dei recenti crolli finanziari. Del resto sono proprio Spagna e Italia al centro della bufera. Mi chiede cosa ne penso.
C'è una differenza tra noi e voi, commento. Da voi la crisi ha un origine esclusivamente finanziaria, le banche hanno prestato indiscriminatamente, alimentando illusione che chiunque potesse comprare qualunque cosa. La politica c'entra di meno e magari la vera colpa che ha è di non aver cercato di fermare la giostra in tempo.
E in Italia? In Italia invece no, la crisi è quasi del tutto di derivazione politica. Le famiglie non sono indebitate come da voi. Però abbiamo un premier che di recente ha pubblicamente giustificato gli evasori fiscali, che ancora un mese fa parlava di ridurre le tasse per recuperare voti. Sono anni che vengono approvate riforme non per combattere la corruzione e il crimine, ma per favorirli. Ancora la settimana scorsa il senato ha approvato una legge che allunga i processi. Siamo in pieno armageddon finanziario eppure il parlamento si è concesso ferie fino a metà settembre.
Parlo a voce bassa, senza concitazione, in francese. Eppure tutti quelli intorno hanno interrotto le loro conversazioni.
Continuo. Chi evade le tasse sa di poterlo fare in tutta sicurezza. Mediamente ogni 4 o 5 anni viene approvato un condono. Berlusconi ne avrà approvati una ventina. Gli scandali sessuali? Sono la cosa meno grave che ha fatto, e questo dice tutto.

Insomma è sempre bello mettere in buona luce il proprio paese. A pensaci bene l'unica nazione che finora ha fatto ufficialmente default è l'Argentina dove metà della popolazione è di origine italiana. Adesso anche l'Italia è di fatto in bancarotta (strano che su internet la cosa, eccetto Grillo, stia passando quasi inosservata). Con gli interessi che si stanno determinando in questi giorni sui pizza-bonds e con gli attuali tassi di crescita si è superata quella soglia oltre la quale non si può uscire dalla spirale del debito senza aiuti esterni.

Ma non c'è motivo di buttarsi giù. In Italia infatti facciamo storicamente un grave errore. Quello di confrontarci all'Europa. Se invece ci paragonassimo come di dovere  al Nord Africa allora si che ancora troveremmo ragioni di soddisfazione. Lì siamo ancora il paese migliore.

martedì 2 agosto 2011

Leggi razziali


Lo ius sanguinis in vigore in Italia, e in molti paesi europei, per l'attribuzione della cittadinanza andrebbe considerato a tutti gli effetti alla stregua di una legge razziale.

Si concede la cittadinanza a chi ha un bisnonno emigrato un secolo fa, che magari la lingua la parla male e che il paese lo trova a fatica sulla carta geografica.
Non  la si concede invece, o la si concede con enormi difficoltà, a chi nel paese ci è nato e vissuto, ci ha studiato, parla con accento locale, e dove ha sviluppato interessi e relazioni sociali.
Si subordina cosí l'esercizio di un diritto fondamentale a fattori quali la discendenza, al diritto ereditario, ai cromosomi, al sangue. I tratti distintintivi cioé di una legislazione di tipo razziale, ne più ne meno.
Ma uno che non è cittadino, è svantaggiato nell'accesso ai servizi, non ha diritti politici. Puó essere teoricamente rimandato al paese dei genitori in qualunque momento. Paese che magari nemmeno conosce, che è poco più di un ricordo di vacanza, di un racconto nostalgico, di un mito lontano di cui sa poco.

Proprio ieri leggevo un articolo sulla legislazione belga in materia, che trovo a mala pena passabile. I genitori non belgi di un bambino nato in Belgio possono domandare la cittadinaza a condizione che abbiano abitato legalmente nel paese nei dieci anni precedenti la richiesta. Questa dichiarazione va fatta comunque prima del compimento del dodicesimo anno di età. In sostanza dipende dalla situazione dei genitori più che dallo stato oggettivo dell'individuo.
Solo appena meglio della legislazione italiana. Ma noi, si sa, in quanto a leggi razziali siamo imbattibili.