sabato 29 gennaio 2011

Accattonaggio molesto...di stato


L'altra sera c'era Napoli-Inter di coppa Italia. La Rai da un po' di tempo cripta le dirette sportive su satellite per fare dispetto a Sky per conto di Mediaset. Il sito poi limita l'accesso allo streaming al solo territorio nazionale. Sono cose che ti fanno venire voglia di entrare nella prima associazione di hackers anonimi. Inizio a cercare il modo di vedere il match in streaming. Su yahoo answers ti spiegano come fare. In realtà yahoo avrebbe censurato la pagina, ma è troppo tardi. La cache di google tiene traccia di tutto. Pubblicare su internet è un'azione quasi irreversibile.
Viene fuori una pagina contenente un widget con i link a tutte le partite possibili di questo porco mondo. C'è anche la coppa Italia, telecronaca Rai. Subito mi rammento del perché di solito non guardo Rai Uno nemmeno se mi prendono a gomitate sulle gengive. Le analogie con le telecronache  iraquene ai tempi di Saddam Hussein non possono sfuggire. A più riprese viene inquadrato un gongolante De Laurentis in compagnia del Ministro della difesa, La Russa. Magari si può ancora considerare servizio pubblico fare si che gli italiani non dimentichino, nemmeno durante le partite, di essere finiti nelle mani della peggiore manovalanza politica pescata tra le terze linee del movimento sociale (La Russa alla BBC, La Russa, The bestOf).
Finito il primo tempo Varriale, slinguazzante come non mai, gli si avvicina per intervistarlo. Il ministro parla dell'entusiasmo del pubblico, menziona una qualche specie di geremiade sull'unità d'Italia che deve essere andata in onda prima della partita.
-Un peccato che il comune non abbia installato un megaschermo.
Guarda caso tra pochi mesi a Napoli ci sono le comunali. Oggigiorno ci si abitua a tutto, anche al fatto che personaggi di questa risma sfruttino un'intervista abusiva nel mezzo di una partita di calcio per fare campagna elettorale. Non che mi stia tanto a cuore la politica napoletana. Si sa che a Napoli il centro sinistra è corrotto, colluso, corporativo e nepotista, mentre a destra per fare prima ci sono direttamente i casalesi. Non è quello il punto.
Quello che sbalordisce è che questi liberali alle vongole si attendano che sia il comune a compragli il maxischermo. Il comune! Come se non parlassimo di Napoli. Come se la città non fosse mai finita di recente sulle pagine dei giornali di tutto il mondo. Fosse per me lo stadio glielo raderei al suolo se la cosa facesse risparmiare 10€ di soldi pubblici, altro che maxi-schermo. Che se lo costruisca De Laurentis con i soldi dei cinepanettoni. Non mi risulta che in Premier League i comuni ci mettano una sola sterlina per gli stadi.
Ritorna la linea allo studio e la Ferrari afferma giuliva che non si puó che essere d'accordo con le parole del ministro. Prima dei supplementari parte uno spot di Vespa per un porta a porta sulla sentenza sul delitto di via Poma.

Ecco. La prossima volta pregherei gli hackers dello streaming di ricriptare intervalli e spots se possibile. Grazie.

martedì 18 gennaio 2011

London calling


Nel mondo IT ci sono entrato una decina di anni fa senza aver mai studiato informatica all'università. Fu possibile grazie alla favorevole situazione di mercato all'epoca. Fui bravo a farmi valere e mi trovai a lavorare in un settore tutto nuovo. Quello che so l'ho appreso al lavoro e facendo corsi serali. In modo disordinato e casuale. Per molto tempo ha funzionato. 
Ma il pezzo di carta in questo brutto mondo ahimè è sempre utile. Per i concorsi comunitari in primo luogo, e per le prospettive di carriera in  generale. All'estero la cosa è vista meno di buon occhio che in Italia (e parlo dell'inizio anni 2000). Così un anno fa decisi di passare il mio personalissimo Rubicone e re-iscrivermi ad un corso di apprendimento a distanza. Scartate le università belghe per la lingua, quelle italiane per la innata idiosincrasia verso il nostro penoso sistema universitario, la scelta non poteva che cadere sull'Inghilterra. In particolare questo corso delle London University sembrava fare per me.
-Per Londra c'è il requisito della lingua. Devi passare il CPE . Se no ti iscrivi in Italia. Affermò Filomena[*].
-Over my dead body! risposi col sorriso sulle labbra.
Non è stato necessario. Il dio delle lingue deve aver deciso che due iscrizioni all'università italiana nella stessa esistenza sono troppe per chiunque.
Passare il CPE è stato il primo passo. Ho poi dovuto recuperare il diploma di Maturità, farne fare una copia autenticata al consolato inglese. Farmi dare le ultime pagelle scolastiche dalla scuola. Documentare adeguate competenze matematiche ed inviare il tutto. La conferma dell'ammissione arriva durante le vacanze. Ho due anni di tempo per iscrivermi. L'ho già fatto.
Se il buon giorno si vede dal mattino la giornata si annuncia ottima. Gli esami consisteranno in prove scritte di tre ore. Significa che le tue conoscenze vengono esaminate a fondo. Sei preparato passi, se no ritenti. Poco spazio per alchimie, congiunzioni astrali, stato d'animo dell'ultimo degli assistenti.
Del resto i test di inglese ne sono la controprova. Un esame spalmato su cinque prove su due giorni puoi passarlo o fallirlo e mi è successo. Ma te la puoi prendere solo con te stesso. Mi è successo anche di passare e fallire l'esame di inglese durante la mia precedente vita universitaria. Ma questa è una storia che mi va di raccontare.
Napoli, facoltà di economia e commercio. Commissione composta da professore, assistente madrelingua, assistente napoletano. Tutti sperano di capitare col napoletano dato che il madrelingua non lo capiscono. Io tifo per il madre lingua. Capito però col napoletano. Ad un certo punto mi scappa la parola distraction. Apriti cielo.
Vedete! Inizia a sbraitare, solita storia. Arrivano qua, non sono preparati e si inventano le parole!
Urla affinché tutti possano sentire. Ascolta anche il professore che sa benissimo che distraction in inglese esiste e come. Non batte ciglio. Alla fine mi danno un 21. Ero già bravo in Inglese e rifiuto con la coda tra le gambe. Vado a casa, controllo sul dizionario, scopro la verità. In preda all'ira ritorno all'università e mi rivolgo al professore. Gli dico che vista la competenza della commissione a questo punto 21 mi sta più che bene. Il professore mi risponde che è troppo tardi e che faccio meglio a andarmene al più presto se non voglio essere espulso dall'università.
Rifaccio l'esame, scritto perfetto. Lui però che ricorda benissimo l'episodio precedente trova un pretesto per farmelo rifare. La terza volta, bontà sua, decide che la punizione è durata troppo a lungo e mi congeda con un mediocre 25, che non posso che accettare.

No. Affinché mi riscriva ad una università italiana mi ci vogliono per lo meno un paio di reincarnazioni.


[*] Nome di donna di tre lettere (omesso a richiesta per ragioni di privacy)  che inizia e finisce con A a cui si è deciso in un post precedente di appioppare un nick napoletanizzato.