martedì 28 dicembre 2010

Natale in casa Sobieski, a volte tornano


Come un anno fa  il primo segmento di feste l'ho passato in Polonia. Rispetto ad un anno fa Darius si lamenta un po' meno ma solo perché si e' fidanzato e, come dire,  è sessualmente appagato, per usare un linguaggio più consono al buonismo del periodo. In compenso papà Sobieski è rimasto uguale a se stesso. Ad essere ospitale però ci prova;  l'altro giorno si è sintonizzato, in mio onore, su TV - Radio Deejay, che per un mistero metafisico di difficile soluzione, è l'unico canale straniero che si riceve via cavo.
Più che un canale musicale sembra in realtà una hotline telefonica con donnine seminude che si dimenano in tanga.
Facciamo zapping. Adesso sotto l'insegna Fiat Auto Poland sfila un interminabile corteo di 600. Avranno deciso di chiamarla così, penso, per meglio esprimere il valore economico della vettura. In lire. In compenso, se a Marchionne venisse in mente di dotarla di telecomando, potrebbe sempre essere utilizzata per fare concorrenza, con ottime possibilita' di successo, alle macchinine cinesi radiocomandate del TOYnTOYS.
-Come fa Fiat a produrre vetture così? mi domando.
-E' proprio quello che stanno dicendo. Levano mano, mi spiegano.

Comunque tutto fila liscio. I preparativi per il pranzo natalizio vanno per le lunghe con livelli di complessità degni del Congresso di Vienna, ma con un più elevato tasso di litigiosità. Come dovunque la tre giorni 24-25-26 è una ingozzatoria unica senza soluzione di continuità.

 All'improvviso Darius dalla sua stanza mette a tutto volume un tormentone tecno molto in voga in Polonia.
"Jesteśmy w mediolanie!". Quanto sbraitato cioe' dalla vincitrice di un reality show per top models all'arrivo nella sua destinazione premio; l'Eldorado milanese della moda . 
Jesteśmy w mediolanie! Siamo a Milano! Grida come un'invasata subito dopo l'atterraggio. Si troverebbe, in realta', ancora a Malpensa in provincia di Varese (video) ma in TV suona male. E poi dicono che in Italia non siamo piu' capaci di importare cervelli...

Si esce poco ma solo perche' nessuno è mai riuscito a risolvere il complicato dilemma esistenziale di sempre; Dove cazzo vai? E comunque a -10 non c'e' trippa per gatti. Così si resta tappati in casa ma gli appartamenti restano quelli piccoli e spartani di un tempo. In compenso oggi ci si accumula dentro ogni tipo di merce per effetto del ritrovato benessere capitalistico. Ergo, di spazio per gli esseri umani ne rimane pochino, ragion per cui in Polonia si comprende meglio che altrove l'importanza di procedere a politiche di riduzione della popolazione.
-E' sempre bello ritornare nella casa paterna. Ma solo per pochi giorni sia chiaro, conclude [*] che si sara' capito continua a non leggere il blog.

Quanto al capodanno, accendo un cero al dio degli aereoporti. Veramente. Sono disposto anche a considerare sacrifici umani se necessario. Mi avanzano certe cugine.....

[*] Nome di donna di tre lettere (omesso a richiesta per ragioni di privacy)  che inizia e finisce con A e che costituisce al tempo stesso.........a questo proposito, al fine di evitare ogni volta 'sta tititera, stavo pensando di appiopparle un nick napoletanizzato. Pensavo a Cira, o che so, Gennara. Accetto suggerimenti.

sabato 25 dicembre 2010

Quasi, quasi quest'anno il natale me lo faccio pagano


L'istituzione della festa liturgica del Natale, come ricorrenza della nascita di Gesù, e la sua collocazione al 25 dicembre è tardiva (IV secolo). Dal punto di vista storico non ci sono certezze ne' sul giorno e nemmeno sull'anno della sua nascita.
Non sono riportati esplicitamente nei vangeli. Assumendo la storicità delle narrazioni, alcune indicazioni evangeliche indirette sono esaminate dagli studiosi, ma non sembrano comunque portare a conclusioni univoche e condivise. Il mancato interesse degli evangelisti nel datare la nascita di Gesù contraddistinse anche i cristiani nei primi secoli. [wiki]

E' molto probabile invece che si sia scelto proprio il 25 dicembre per cristianizzare una celebrazione che era comune a moltissimi culti e che gia' allora si svolgeva in quella parte dell'anno il sol invictus, ossia la festa del solstizio d'inverno.
Il sole viene a trovarsi alla sua minima declinazione nel punto più meridionale dell’orizzonte e facendo registrare il giorno più corto dell’anno, riprende, da questo momento, il suo cammino ascendente.
Per saperne di piu' sul suo significato astronomico e simbolico  basterà seguire questo link

Sull'origine non Cristiana del Natale ci sono ben pochi dubbi. 
E questo risolve un po' di problemi.
-Innanzitutto sbroglia uno dei miei personalissimi conflitti di interesse. Come mai ti dichiari non credente e poi festeggi il Natale?
-Mi permette di dare una valida risposta a quell'amico che contesta la sedicente laicità di Belgio e Francia (L'Italia non ci proverebbe nessuno a definirla laica, farebbe ridere le galline) chiedendosi come mai da musulmano è costretto a fare ferie a Natale. In generale non sarebbe male trovare accoppiare  a tutte le feste cattoliche (anche) una motivazione piu' laica.
-Fornisce un buon pretesto ai Giapponesi che invece il Natale vogliono festeggiarlo per ragioni consumistiche. La festa del sole invitto nel paese del sol levante. Fila liscio come l'olio 
-Infine abolisce quella che dicono essere l'aberrazione del Natale australiano in un clima surreale con solleone e termometro sopra i trenta gradi. Succede sempre se si festeggia il Natale quando NON E' Natale. La data giusta sarebbe in verita' il (gloriosissimo) 25 giugno, in prossimita' del solstizio d'inverno australe.

Vedete come tutto torna.

Mi ha fatto poi sorridere quanto dichiarato dal vescovo di Terni fondatore della comunita' S.Edigidio che tra l'altro implicitamente conferma l'origine non cristiana della festività. Quando gli hanno chiesto del vero significato del Natale cristiano ha risposto:
È  l’incarnazione di Dio in un bambino, povero e indifeso, in una delle periferie più remote dell’impero romano, la Palestina, non in un palazzo imperiale, ma in una grotta.
Un Dio che si è manifestato nella povertà e che pero' non disdegna di farsi rappresentare in terra da due millenni da una chiesa il cui scopo principale e' stato da sempre l'accumulazione di beni materiali.
E non mi riferisco all'Italia di oggi dove  ad esempio un quarto degli appartamenti dati in fitto appartiene ad enti religiosi e dove Comunione e Liberazione controlla regioni intere e mezzo governo (vedi La lobby di Dio).  Mi riferisco propri all'inizio, inizio.

Ne parla Oddifreddi in un post recente (IOR, da Pietro ai suoi successori) di riporto alcuni frammenti e di cui comunque suggerisco la lettura integrale:

Certo i problemi finanziari della Chiesa hanno una venerabile storia, lunga quanto la sua. Come raccontano gli Atti degli Apostoli, risalgono infatti a uno dei primi “miracoli” di Pietro, quando il primo Papa fece cadere stecchiti i due coniugi Anania e Saffira, rei di non aver versato alla comunità l’intero ricavato della vendita di un loro podere, così che “un grande timore si diffuse in tutta la Chiesa e in quanti venivano a sapere queste cose”.
Un edificante episodio, questo, a proposito del quale l’Edizione Ufficiale C.E.I. ha da dire soltanto che “per la prima volta la comunità cristiana è chiamata Chiesa”. E non, invece, che esso rivela come fin dai primordi quella “comunità chiamata Chiesa” avesse incominciato a incamerare con la forza i beni dei Cristiani, inaugurando un business le cui modalità erano che “quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l’importo di ciò che era stato venduto, e lo deponevano ai piedi degli apostoli”.
E così, goccia a goccia, o meglio, campo a campo e casa a casa, in duemila anni la Chiesa ha potuto accumulare un patrimonio immenso, che nel passato era amministrato dal cosiddetto Obolo di San Pietro, e oggi lo è invece appunto dal pio Istituto per le Opere di Religione (IOR).
[...]
Se il buon giorno si vede dal mattino, era dunque ottimo quello che si era visto nel primo scandalo finanziario della Chiesa, completo di duplice assassinio.

Per concludere l'orgia consumistica che connota le festivita' natalizie non deve stupire e soprattutto non e' una novita'. Il Natale e' da sempre una festa pagana e sempre lo sara'.  Povertà e altruismo non c'entrano niente.

A proposito. Quasi dimenticavo.
Buon Natale a tutti (cristiano o pagano che sia) !

giovedì 23 dicembre 2010

A proposito di emigrazione

La scelta tra restare ed emigrare è sempre personale. Si decide sulla base di propensioni, desideri e situazioni personali. E al dilemma restare/partire non c'è mai una risposta univoca  buona per tutti.
Detto questo, metto fine al disclaimer politically correct che non fa mai male e che evita grane. Pero', pero'.....

C' è qualcosa che non mi torna in molte delle discussioni che riguardano il tema.
Quando infatti si compila la classica tabellina dei pro e dei contro, alcuni punti vengono, a mio modo di vedere impropriamente, inclusi nella colonna dei contro.
L'errore di partenza sta nell'attribuire all'emigrazione cambiamenti percepiti come negativi e che in realta' si produrrebbero comunque. Ed è tra l'altro tutto da dimostrare che si tratti di trasformazioni in negativo in primo luogo.
Non e' un male infatti lasciare la casa del padre. Fa parte anzi di una sana fisiologia esistenziale. Semmai il male sta nel caso opposto; il restarvici troppo a lungo. Che i genitori, nonni e fratelli siano destinati a contare meno nella vita di un individuo e'  un fatto ineluttabile che non dipende dal luogo di residenza. Il rimedio non e' protrarre l'adolescenza all'infinito. Cercare di rivivere all'infinito infanzia ed adolescenza e' un esercizio vuoto che spezza la prospettiva temporale e costringere a vivere in un passato che comunque non ritorna.

Ma anche il distacco dagli amici di un tempo e la necessità di trovarne di nuovi sono cose che con tutta probabilità si produrrebbero comunque. Perche' e' la vita ad essere cosi'. Si cresce, cambiano i gusti, i giudizi, gli interessi, le prospettive. Cambia quello che accumunava e che in seguito non accomuna piu'. E se non emigri tu magari lo fa chi ti sta attorno. Molto spesso anche chi resta si trova a frequentare persone diverse rispetto a quelle che frequentava dieci anni prima.
L'atto di emigrare e' soltanto un fattore scatenate, qualcosa che accellera quanto sarebbe avvenuto comunque. Il cambiamento adesso sembra piu' drammatico, ma solo perche' ne viene meno la gradualità  Ed e' solo per questo che se ne da, impropriamente, la colpa alla decisione di partire. 

A volte poi la scelta di rimanere a casa ha poco a che fare con gli affetti ed e' invece legata alla volontà di continuare ad utilizzare le risorse della famiglia al fine di aumentare il proprio benessere senza doversi prendere la briga di doversela cavare con le proprie forze nel mondo cinico e baro. Ma in questo caso si sta parlando di qualcos'altro che con l'emigrazione c'entra poco.

In piu' c'e' una considerazione da fare che riguarda i meridionali. Restare in Italia spesso non vuol dire affatto restare a casa, se per casa si intende un luogo con indirizzo preciso e coordinate geografiche esatte.
Invece restare in Italia vuole dire troppo spesso doversi sospostarsi in poche determinate città situate in una o due regioni. Magari ci dedichero' un post alle ragioni per cui ritengo preferibile per il terrone scegliere di trasferirsi, laddove si puo', in una capitale europea invece piuttosto che al nord Italia.

E' stata un'attesa eccessivamente spasmodica, che ho notato in giro, per l'arrivo di queste festività natalizie a darmi lo spunto per queste riflessioni.
Ed e' anche per questo che adesso vi devo lasciare. Devo andare a scrivere il clamoroso post prossimo venturo sull'imminente festa del solstizio d'inverno.

domenica 19 dicembre 2010

Noble Belgique merdeau cheri

Claude Semal
Sembra il giorno dell`apocalisse. Piove a dirotto. Mentre aspetto la pioggia diviene grandine fitta e trasversale. E' la sera del cabaret di Claude Semal al Théâtre des Martyrs. Manca un`ora all'appuntamento e ci rifugiamo in un Quick. 
Racconto a [*] di Giovanni Kessler, fresco di nomina a capo dell`ufficio antifrodi dell'unione europea.
Non è un uomo di Berlusconi le spiego, ma viene dal PD, il partito di Bersani. Ma di Bersani non ce la fa a ricordarsi.
-Ma se era l'altra sera in TV, le faccio presente. 
Mi nomina invano mezzo parlamento. Quello con l`orecchino(VENDOLA), quello che sembrava un teletubby ipertrofico (BONDI), quello bello come il principe delle fiabe, ma prima del bacio della principessa quando ancora bazzicava lo stagno (BOCCHINO).
- Bocchino come l`univerisita`?
- Quella è la Bocconi. Non hai le idee chiarissime direi.
- Ma non c`era una donna, Rosa Bindi?
- Rosi Bindi, fantastico! il partito è quello, taglio corto prima che mi elenchi tutti i membri di camera e senato.

Intanto la temperatura si è abbassata di 5 gradi e nevica. La gente della classe di francese arriva a teatro alla spicciolata. Spunta Carlos. Ha l`aria studiatamente compenetrata. Ma non ci sono dubbi su dove voglia a andare a parare. Berlusconi e la compravendita a Montecitorio, evidemment. Credo me la voglia far pagare per quando lo salutavo col 5 dopo Barca-Real.
Di Berlusconi sono sempre gli altri che iniziano a parlarne. Io di sicuro se posso evito l`argomento. Meno se ne parla meno c`è da arrossire.
Arriva l`insegnante all`ultimo istante, tutta trafelata. Ci deve urgentemente dare la traduzione di barbabietola in francese, betterave.
- E` importante! ci fara` su un pezzo!
Adoro questa donna.
Inizia il Cabaret. Claude Semal fa a pezzi il suo paese senza pieta`. Non si salva niente, dalle palle immonde dell'Atomium alle frites, dalla frontiera linguistica al multiculturalismo di Bruxelles.
-Non è il Belgio che si è internazionalizzato, è l`umanita` che si è belgizzata.
Attendiamo il pezzo forte che non arriva. Noble Belgique merdeau cheri.
Claude chiude raccomandando il DVD dello spettacolo.
-Pensate a quanto varra` tra 40 anni un DVD sui 180 anni del Belgio dell`anno che ha preceduto la sua sparizione. Meglio di un fondo pensione!
Infatti lo prendo e mi i firma anche la dedica.
Ci tratteniamo al bar a fare quattro chiacchiere. Adesso è Jose ad imperversare. Ce lo ricordavamo pacato e sulle sue. Ma lo show e una birretta lo hanno trasformato. Si scopre che beve,  fuma e guarda Telecinco tutto il giorno. Dice che a Sofia si mangia bene e c`è molta figa e che da piccolo guardava tutte le partite del Napoli di Maradona e Careca. Di Maradona, Careca e Moggi...per la precisione. Anche lui sa di Berlusconi.
-Que fuerte! si è comprato mezzo parlamento.
Si sganascia dalle risate. La verita` è che in apparenza dileggiano Berlusconi, ma sotto sotto ridono degli italiani che se lo tengono senza battere ciglio.
Sebbene gli spagnoli siano in sovrannumero si decide che non ci sono le condizioni per un butellon improvvisato a place des Martyrs. Arriva l`ora di abbracci e saluti.
-..e all`anno prossimo se non ci si rivede.
E` cosi` che si è chiuso l`anno terzo dell`era belga.

[*] Nome di donna di tre lettere (omesso a richiesta per ragioni di privacy)  che inizia e finisce con A e che costituisce al tempo stesso componente importante di un aereo e del corpo di un volatile.

venerdì 10 dicembre 2010

Quando l'acqua calda va in ebollizione

bunker WikiLeaks

Se Assange e Saviano si fossero limitati a scoprire l'acqua calda, come si è detto, allora non si spiegherebbe il clamore suscitato dalle loro rivelazioni. Ci deve necessariamente essere qualcosa in più.

Prendiamo la politica estera statunitense. Chi si è preso la briga di documentarsi sa bene che difesa della democrazia e dei valori occidentali non sono che una foglia di fico. Gli Usa si comportano da sempre da potenza imperiale il cui unico scopo è quello di difendere gli interessi americani. E quando si parla di interessi americani non si intende affatto quelli dei cittadini di quel paese ma solo ed esclusivamente quelli dei suoi potentati economici.
Basta andarsi a leggere un qualunque testo sulla politica estera USA ( cito The Rogue state o Confessions of an economic hit man) per sapere che i Talebani sono stati una loro creatura, che Saddam Hussein era il loro uomo finché non ha sgarrato, che la rivoluzione Iraniana è stata la conseguenza di un colpo di stato messo in piedi dalla CIA ai danni di un governo riformista dell'epoca. E' cosa nota che gli apparati di intelligence americani fanno spionaggio industriale a favore delle proprie multinazionali.
In questi giorni va in scena la crisi Irlandese e quello che stiamo vedendo è null'altro che l'ennesima replica dello stesso film andato immancabilmente in onda dopo ogni crisi finanziaria. Del ruolo dell'FMI ne parlò Stiglitz, premio nobel dell'economia, in un saggio di qualche hanno fa. Si tratta di una istituzione pubblica, sovranazionale, finanziata dalle tasse dei cittadini occidentali ma che nei fatti non è altro che il braccio operativo del tesoro statunitense e del Washington Consensus a loro volta al servizio esclusivo del potere finanziario globale.
Chi diceva queste cose prima di WikiLeaks veniva tacciato di pregiudizio ideologico e di antiamericanismo viscerale. Adesso sono di pubblico dominio.

Stesso discorso per Saviano. La ndrangheta in Lombardia, i rifiuti del nord in Campania. Non sono novità dell'ultima ora. Saviano si è limitato ad impacchettare in un format televisivamente spendibile quanto già abbondantemente messo in luce da numerose inchieste della magistratura.
In Italia magistratura e forze dell'ordine gettano luce quasi quotidianamente su cose terrificanti di cui però poi non parla quasi nessuno (La mafia che fa paura alla grande Milano). La mela marcia è l'informazione che non fa il suo mestiere. Ecco perché poi arriva Saviano con una trasmissione di successo e tutti cascano dalle nuvole come se chissà in quale paese avessero vissuto.

Nessuno si è accorto che la criminalità organizzata in Italia fa il bello e cattivo tempo. Nessuno si chiede come mai la mafia per tutto il 1993 disseminò bombe in tutta Italia per smetterla inspiegabilmente proprio in coincidenza con la discesa in campo e la creazione di Forza Italia. Deve essere ancora una coincidenza il fatto che per quindici anni la politica sulla giustizia della destra, e sotto sotto anche del centro sinistra, sia stata spaventosamente somigliante a quanto richiesto da Riina nel papello. Tutte sfortunate coincidenze.
Nessuno poi si domanda come mai ancora nel 1998 Bossi definiva Berlusconi 'il mafioso di Arcore' per poi allearvici sei mesi. Sarà stata una coincidenza anche quella.    

La novità dunque non è tanto in quello che Assange e Saviano hanno rivelato, ma piuttosto nell'averlo fatto al cospetto di platee che ne erano fino a quel momento all'oscuro.