lunedì 12 gennaio 2015

Spiaccicarne uno per educarne cento [edizione speciale, je suis charlie]

 

A Bruxelles, un quarto della popolazione è musulmana. 
È facile farsi prendere dalla psicosi in questi giorni.

Non sarà, ad esempio, che quel fagotto trasportato dalla donna in hijab è una bomba travestita da lattante? E l'uomo delle pulizie sempre ingrugnito? Non potrebbe essere una cellula dormiente di Al Quaeda? E la guardia barbuta? Non sarà la quinta colonna del califfato nel tuo ufficio?

Ero per strada, immerso in questi ed altri pensieri quando vedo arrivare un'auto. Frena bruscamente e strombazza con violenza. Davanti ad essa, orrore dell'orrore, c'è una persona sulle strisce. Il passante si guarda intorno con gli occhi sgranati, basito, incredulo. Farà parte di quelli ancora convinti che pubblicare una vignetta su Maometto, a Bruxelles, sia più pericoloso che passare davanti ad un'auto che viene da destra.

Tiro un sospiro di sollievo. Ci voleva questa idea di normalità rassicurante che si ristabilisce: terroristi o non terroristi, a Bruxelles resta infinitamente più probabile restare accoppati dalla precedenza a destra.
Meno male.

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