giovedì 31 ottobre 2013

Scorrettezze (franco-)tedesche /3


Siamo alle solite. Air France ce sta a provà. A prendersi Alitalia senza sborsare il becco di un quattrino. La solita Europa che, grazie alla tirannia della moneta unica, opprime i popoli e li spoglia delle aziende migliori.

Certo, 5 anni fa i francesi di miliardi erano disposti a sborsarne 2 oltre che ad accollarsi debiti e personale. Poi intervenne la cordata di patrioti per perpetuarne l’italianità. Solo il sentimentalismo ingenuo di una certa sinistra puó indurre a credere che oggigiorno possa esistere ancora qualcosa di gratuito, fosse pure il patriottismo.

Quanto ai biglietti che, a detta di qualcuno, non sarebbero garantinti non preoccupatevi per me. Il mio patriottismo a costo zero mi ha spinto a preferire ancora una volta (vedi scorrettezze tedesche 2) per i viaggi prossimi venturi il grigiore alla fantasia, l'efficienza alla creatività, puntualità scontate ad avventure bohemiennes.

domenica 27 ottobre 2013

Perché a Bruxelles ci si arriva


C'è un paradosso del mercato del lavoro brussellese.
Bruxelles è capitale di un paese il cui PIL procapite è più elevato  di quello di Germania, Francia e Gran Bretagna, che è sede di istituzioni e aziende, ospita più di mezzo milione di posti di lavoro,
e da lavoro sul proprio territorio a più di 600000 persone. 
Il problema è che questi posti sono detenuti da persone che, non appena dispongono di un budget sufficiente, decidono di abbandonare il territorio metropolitano.
250000 pendolari dalle Fiandre, e 150000 dalla Vallonia arrivano a Bruxelles ogni giorno con ogni mezzo. Al tempo stesso nella regione brussellese la disoccupazione è ben oltre il 20% ed il numero di senza lavoro supera abbondantemente le 100000 unità.

Caso unico al mondo a Bruxelles al centro si parla una lingua diversa rispetto alla sua area metropolitana. I benestanti di entrambe le etnie si trasferirscono fuori città appena il salario glielo consente e lasciano il campo a popolazione immigrata, francofona di prima e seconda generazione con tassi di natalità superiori alla media nazionale. Le posizioni più qualificate finiscono per essere occupate da chi non abita a Bruxelles. Lo scenario è descritto in un vecchio post (fuga da Molembeek)

La conseguenza è che manca quel primo gradino che altrove permette ai più giovani di  tentare la fortuna, finanziandosi l'apprendimento della lingua con qualche lavoretto, come ad esempio succede a Londra.  

La presenza di larghe fasce di popolazione francofona, giovane e poco qualificata, presente sul posto rende estremamente difficile trovare lavoro quando non si hanno skills richiesti, quando il CV manca di peso specifico. Discorso cambia e di molto quando si è qualificati, quando si inizia ad avere competenze appetibili sul mercato. In tal caso succede anche che venga perdonata la mancata conoscenza di almeno una lingua nazionale.

giovedì 24 ottobre 2013

Razzismi comparati


Il movente razziale per l'omicidio del giovane italiano in Inghilterra non mi convinceva.  Dell'episodio se ne parlava solo in un articolo di un giornale locale. Nessuna menzione invece su siti nazionali o inglesi.
La ricostruzione non quadrava. In genere le aggressioni razziste si verificano per strada. Qui invece è avvenuta a casa delle vittime. Quindi i criminali sapevano dove abitavano.
La bufala è stata diffusa dal sindaco leghista del paesello d'origine del ragazzo:

Ho saputo da fonti molto qualificate che hanno sfondato la porta della camera dove dormivano i due ragazzi urlando 'Italiani di merda, ci rubate il lavoro' [link]

La notizia ha iniziato a girare per i social network e l' articolo è stato ripreso pedissequamente dagli organi di stampa diventando cosí news del giorno.
In rete si è scatenato il carnevale. Si è parlato del razzismo buono degli italiani, che si manifesta solo quando l'immigrato commette crimini. A differenza di quello cattivo degli inglesi, che massacrano la gente onesta venuta per lavorare. Intanto gli inviati a Londra disquisivano sul problema grave della xenofobia nella società inglese. Mentre i genitori di espatriati iniziavano a temere che i loro pargoli stessero per essere soppressi da lí a poco. L'inviato di Repubblica decide finalmente di muovere le chiappe e di recarsi sul posto:

L'ispettore sbuca in maniche di camicia, chiede "Lei è un giornalista italiano?" Poi quasi lo urla in faccia "Qualche sindaco del vostro paese ha raccontato che questo è un omicidio a sfondo razziale. É falso. Non lo hanno ucciso degli inglesi. Sono stati degli europei"

Per farla breve, (a) il leghista che da dello xenofobo al prossimo desta più scalpore del barboncino parlante e della ballerina a tre gambe e (b) l'annessione dell'Inghilterra agli Usa è il vero scoop del giorno.


domenica 20 ottobre 2013

Il vero spread


É stata la settimana di
Quelli del save-private-priebke, povero soldatino costretto a partecipare contro voglia alla guerra di Hitler e che se non non accettava di fare quello che ha fatto lo uccidevano.

Quelli che non ne possono più del giornalismo-delle-mutande di Santoro e Travaglio, che ci sono altri problemi, che anche Kennedy e Martin Luther King si facevano le donne. Con buona pace di chi avrebbe giurato che la differenza tra il farsi-le-donne, ed il farsi-le-donne-a-spese-tue sarebbe stato facile farla capire anche a un pesce rosso.
 
Quelli che deridono i 14€ mensili di sconto sul cuneo fiscale.
E non importa che anche all'asilo Mariuccia sanno che con il debito pubblico a 133% del PIL bisognerebbe accendere ceri ogni volta che si percepisce un salario o una pensione, altro che attendersi imponenti  riduzioni di tasse o piani d'investimento faraonici. Ma al Mariuccia, si sa, fanno uso abbondante di disegni.

Non solo non serve prendersela. Il fegato è uno solo, è il tuo e i trapianti costano cari. Ma a volte è superfluo anche parlarne. Spiegarsi certe cose spesso è molto più facile di come sembra.

giovedì 17 ottobre 2013

Hippa Hippa hey

Procedura di accesso all'Home Banking ING

Non sono preoccupato che non parli ancora. Deve maneggiare quattro lingue. Ci sono adulti che non ci riescono in un numero equivalente di decenni. Figuriamoci lui in una manciata di mesi. E poi si sa che ai bambini poliglotti è necessario più tempo.
E poi qual'è il problema se guarda un po' di tv. É un canale per bimbetti, senza pubblicità. Manco se fosse Dorcel TV. Lumache e tatarughe, coniglietti e scimmiette, numeri e colori. Ripetuti all'ossessione. Altro che corsi o film irlandesi in lingua originale. É Baby TV che dovrebbero guardare quelli che vogliono veramente impare l'inglese

E poi comunque una parola nuova ha imparato a dirla. E mica una qualsiasi, anzi.  La più difficile di tutte per un individuo della sua età: ha detto un 'si' (in realtà avrebbe detto 'Tak', in polacco, ma non cambia molto). No alla mela e si alla pera, mi pare. 
Una parolina magica di una sillaba e l'inesplorato universo dell'affermativo si è schiuso dinanzi a lui.

In verità c'è un altra cosa che mi preoccupa del bimbo.
L'altro giorno l'ho trovato con le mani nel cassettino della mia scrivania. Aveva il mio portafoglio aperto davanti a se. Nella mano destra la carta bancaria, arancione e sgargiante. In quella sinistra l'apposito Card Reader per l'autenticazione on line, tutto intento ad infilarcela.
Immagino sia una normale fase di crescita, qualcosa che tutti i bimbi di 22 mesi fanno, no? Mi attendo una parola di conforto.


domenica 13 ottobre 2013

Del salario di commissari, parlamentari e AD

Belle addormentate fanno carriera
Mi domadavo quanto prendesse l'ex amministratore delegato di Telecom, per non sapere niente e nulla di quanto accadeva intorno a lui. Risposta quasi 3 milioni l'anno. E vista la qualità della gestione, adesso che è dimissionario, si becca una bella buonuscita di 6 milioni.
É la miglior prova che qualunque attività umana può divenire molto redditizia. Anche dormire.
Si parlava in un articolo della questione dei salari del top management delle aziende svizzere:

Nel 1984 lo scarto tra il salario medio e il salario d'un top manager si situava a 1:6, nel 1998 era già cresciuto a 1:13. Poi, con il diktat dell'ideologia neoliberale, questo scarto è esploso: secondo le ultime stime si situa a 1:93!!! 
É evidente che per metter fine a questa tendenza c'è bisogno di un intervento come quello proposto dall'iniziativa 1:12. 

In città ci si lamenta molto del salario di Barroso, il presidente della Commissione Europea.  30000€ al mese sono giudicati uno sproposito da molti. Una vergogna, si dice, in tempo di crisi e tagli.
Eppure non credo arrivi a guadagnare 12 volte il salario medio dell'organizzazione di cui è presidente. 
Neanche i parlamentari italiani, sui cui salari si sono riversati fiumi di inchiostro montato,  non percepiscono (molto) di più di quanto i sovversivi svizzeri vorrebbero imporre come tetto massimo per i loro manager.
Poi uno è libero di pensare che i mille parlamentari che ci sono non siano il meglio che esiste. Ma lì il salario non c'entra molto, la magagna è nel processo di selezione. Sta in chi sceglie, non in chi è scelto. Visti i modesti risultati è il salario degli elettori che andrebbe ridotto, non quello degli eletti.
(Che poi volendo è esattamente quello che sta succedendo. Il problema è che la 'sanzione' si manifesta con effetto differito e l'elettore perde la percezione della relazione causa-effetto. Similmente a quanto capita con bambini in età da creche quando si ritarda troppo il castigo per un misfatto).
Sarebbe comunque bello sapere se quelli che scrivono libri e articoli sulla casta si siano mai posti domande analoghe sul salario del proprio amministratore delegato. Ma qui torniano al punto di tre post fa.

 

giovedì 10 ottobre 2013

Settimane bianche

Bruxelles, la nuit blanche

Siamo stati gli unici a Bruxelles che hanno partecipato alla notte bianca senza averne l'intenzione. Per decisione di Ludo. Alla notte bianca ha fatto seguito la settimana bianca.
 
Alla nuova creche mi chiedono se anche prima Ludo faceva tutte queste storie quando lo lasciavo.
Certo che non le faceva. Poi peró sono arrivate le vacanze estive e tra nonne e nonni, zie e cugine si è molto bamboccizzato. Al ritorno in tre settimane si è gradualmente riabituato. Ed è a quel punto che l'ho riportato per un'altra settimana In Italia.
Ma niente paura altre tre settimane e con molta calma e tanta pazienza è tornato alla normalità. Al punto da gettarsi in braccio alla puericultrice.
Ed è stato allora che lo abbiamo spostato alla  nuova creche.
(Non ne avavo parlato finora per evitare meritati spernacchiamenti. vedi baby liberation day)

Secondo la mamma è una normale fase di crescita. Pare che un certo nervosismo sia normale quando iniziano ad avere idee chiare da comunicare e non sono ancora in grado di farlo.
Proprio qui doveva arrivare sto caso umano, sembra pensare la mia interlocutrice.

Per rimanere in tema di vecchi post categoria ultime-parole-famose, oggi uscendo ho pure preso la strada della vecchia creche.

domenica 6 ottobre 2013

Haute pression


Lo spettacolo è sugli stati generali dell'Ateismo.
-Ma non si potrebbe andare una buona volta a vedere un balletto, un qualcosa di più artistico?
Più si lamenta prima, più è soddisfatta poi.
La fila è lunghissima. L'addetta chiede da dietro il bancone se qualcuno è diretto alla Petite Salle. Noi alla Petite Salle? Figuriamoci.
Quando è il nostro turno da un occhiata al voucher. Se lo rigira tra le mani.
-Beh, non potete che essere diretti alla Grande Salle, esclama sorridente.
Anche noi confermiamo di pensarlo con chiarissima soddisfazione.
Inizia lo spettacolo. É la storia di uno strano fenomeno di alta pressione a gennaio, dove per effetto di una strana maschera africana improvvisamente comparsa al ministero degli affari esteri, il Belgio inizia ad avere clima del Congo, liquore di canna di zucchero delle Ardenne, zanzara tigre e mosca tze tze. Poi alla fine lo spirito si trasferisce dalla maschera al corpo di una guardia giurata e si ritorna all'andazzo metereologico di sempre.

All'uscita, l'anafora (vedi la scoperta dell'anafora) che era con me gongola con l'aria di chi pensa d'averla scampata bella. Le danze della ballerina congolese, a suo dire, sono meritevoli del prezzo del biglietto. Specie quando il biglietto è stato comprato da qualcun altro.

E gli atei? In Petite Salle. A guardarsi la storia di un prete che non crede in niente di quello che predica e fa.
Rien à foutre, come direbbero alla Sorbonne.
Ora sbagliare sistematicamente spettacolo (vedi, Karl Marx) quando si va a teatro magari ti aiuta, in  Belgio, ad adottare il principio british del do-as-romans-do. E consente di scoprire cose che uno non avrebbe scelto nemmeno negli incubi.
Resta il fatto che sconfiggere sistematicamente la legge della probabilità, anche quella  semplice del testa o croce, non è da tutti.
Chiederei ad Arsene50 di scegliere per le sue promozioni teatri più facili.
Ad esempio alla Samaritaine (vedi Bruxelles underground) è filato tutto liscio. Ci si abbassa, si entra in un cunicolo e il gioco e fatto.
Se no, si potrebbero sempre installare delle frecce. Belle  grosse, colorate.
Disegni? Wow, magari.


giovedì 3 ottobre 2013

Le due Marine


Ha imperversato in questi giorni in rete un video virale dove un'impiegata di una azienda taiwanese, tale Marina Shifrin, vessata da carichi di lavoro pesantissimi decide di licenziarsi postando in un video in cui balla a tempo di rap.
Oggi arriva la replica dell'azienza che si difende in un contro video in cui stavolta sono i suoi dipendenti a danzare.
Dal punto di vista della ragazza la trovata ha sortito l'effetto voluto. Decisamente più efficace che lamentarsi dell'azienda in un post su un qualche blog. Molto meno efficace è invece la replica dell’azienda. Lo spettacolo di individui che ballano e cantano per tessere le lodi di chi li paga puzza tanto di servitù della gleba.

Qualche giorno fa Cacciari in una intervista ha definito Marina Berlusconi inadatta alla successione al padre.
(OT: e non perché Cacciari pensi che queste sono cose da Corea del Nord e non da democrazia avanzata in seno all'unione Europea, o che questo tipo di successione dinastica appartiene ad epoche per fortuna andate. Barbara Berlusconi infatti gli va benissimo).

Marina è troppo imprenditrice, spiega Cacciari, e gli imprenditori sono abituati a comandare. La politica è mediazione e ricerca di equilibri. E conclude con una frase significativa. Non c'è niente di meno democratico di un'impresa moderna.
Non per niente, aggiungo io, lo stato di salute di una democrazia è inversamente proporzionale al numero di partiti-azienda che la popolano.

Mi ha sempre colpito il fatto che venga ritenuto perfettamente normale passare il grosso del proprio tempo vigile in contesti fortemente verticistici e gerarchizzati, con catene di comando autoritarie, dove di fatto il fedaulesimo è ancora in vigore, con ius primae noctis non raramente incluso.
Per contro invece quando si tratta di democrazia politica, si parla di caste, di poteri forti, di lobbies e di complotti. Eppure un individuo può permettersi da cittadino libertà che da impiegato si sogna. Tipo criticare pubblicamente un superiore.


In somma per capire cos'è realmente la mancanza di democrazia, non serve viaggiare indietro nel tempo con la memoria. A volte è sufficiente indossare una camicia e una cravatta e prendere un metro.